Il riconoscimento per una vita sul mare e nel mare

("Platinum Pro 5000 Diver")

Milano, 17 febbraio 2013

 

La mia vita è sempre stata ed è tuttora legata profondamente al mare.

Ho amato il mare fin da piccolo, essendo nato e vissuto quasi sempre in riva al mare. Del resto sono il figlio di un ammiraglio della Marina Militare. Dove altro avrei potuto vivere?

Anche mio nonno era un ammiraglio, un sommergibilista molto famoso della Regia Marina, medaglia d’argento al valor militare, che fu il comandante della base atlantica dei sommergibili italiani durante l’ultimo conflitto mondiale. Come dire che il mare fa parte del mio DNA.

Io non ho abbracciato la carriera militare, ma mi sento ugualmente un "marinaio". Lo sono da quando, poco più che bambino, iniziai ad andare in barca a vela nella laguna di Venezia sulle barche del Collegio Navale Morosini di cui mio padre era il comandante in seconda.

Allora abitavo in un alloggio di servizio all’interno del Collegio, proprio alle spalle della Sezione Velica, e quasi ogni pomeriggio, mentre gli allievi erano intenti a studiare, io uscivo in barca con il nostromo della Marina, che m’insegnava a "capire" il vento capriccioso della laguna.

Pochi anni dopo, trasferitomi alla Spezia con la mia famiglia, le esperienze fatte da piccolo sui Dinghy 12 piedi e sugli Snipe mi furono utili per imparare ad andare sulle Star e sui Soling, barche molto più performanti e impegnative.

I dieci anni trascorsi a La Spezia furono molto felici e mi permisero di vivere intensamente il mare.

Ogni anno, da giugno a settembre, trascorrevo le mie estati a Maralunga (la penisoletta che si trova dietro il castello di Lerici dove c’erano i Bagni Ufficiali della M.M.) e in quei quattro mesi per me c’erano solo le nuotate, le partite di pallanuoto, la pesca subacquea e naturalmente tanta barca a vela. Furono anni importanti che cementarono il mio profondo legame con il mare.

A La Spezia iniziai a fare regate veliche e durante gli anni del liceo la mia vita si divise tra la scuola e gli allenamenti, con regate quasi ogni fine settimana.

I miei risultati erano molto lusinghieri e probabilmente, essendo entrato nell’ambiente "giusto", se avessi avuto un po’ più di coraggio avrei potuto fare della vela la mia professione, come hanno fatto molti di coloro che ho conosciuto. Purtroppo, invece, quando avevo ventidue anni mio padre decise di lasciare la Marina e di andare in pensione anticipatamente. Così la mia famiglia si trasferì di nuovo nel Veneto… in una ridente località sulle colline trevigiane. Addio mare!

Finita l’università, io andai a lavorare a Venezia… in riva al mare si, ma chiuso in un bell’ufficio.

Nonostante avessi trovato il lavoro "serio" che desiderava mio padre (che odiava la barca a vela), fortunatamente riuscii a continuare a coltivare la mia passione per il mare ancora per diversi anni.

La mia fama di velista mi aveva seguito da La Spezia e poco dopo essermi trasferito entrai in contatto con un cantiere di costruzione di cabinati a vela in lega leggera, con il quale ebbi l’opportunità di continuare a fare regate fino alla fine degli anni ’80.

Anche quelli furono anni molto belli, sempre a contatto con il mare, vissuto intensamente a bordo di barche a vela. Furono anni in cui alternavo lo studio e il lavoro alle regate e agli allenamenti su un bellissimo "one tonner" di alluminio di 11 metri.  Mettemmo in piedi un vero "team" di una decina di ragazzi carichi di entusiasmo e di spirito agonistico, alle spalle avevamo come sponsor il cantiere di costruzione della barca e partecipammo con successo al circuito di regate veliche dell’Alto Adriatico.

Passarono un po’ di anni ed io ero sempre più assorbito dal lavoro e dalla mia famiglia. Nel frattempo mi ero sposato ed ero diventato padre di una bellissima bambina, innamoratissima dell’acqua come me.

Verso la metà degli anni ’90 ci fu un altro trasferimento, questa volta ad Ancona, dove avevo trovato un nuovo lavoro che avevo accettato facilmente essendo stato incantato dalla bellezza della Riviera del Conero. La prospettiva di ritornare a vivere sul mare ha influito molto sulla scelta di spostarmi dalla campagna veneta dove avevo ricostruito faticosamente le mie radici.

Fu proprio a Numana, sulla Riviera del Conero, che abbandonata definitivamente la barca a vela e le regate scoprii la subacquea e incominciai il mio percorso di studio e addestramento a questa nuova disciplina che mi consentiva ancora una volta di stare a contatto diretto con il mare.

Nonostante mi fossi avvicinato alla subacquea a quarantacinque anni di età, fu "amore a prima vista" e in breve questa è diventata ed è tuttora la mia passione principale.

Agevolato dal fatto che anche mia moglie e mia figlia avevano abbracciato questa disciplina, per diversi anni ogni momento libero dal mio lavoro l’ho dedicato alle immersioni, in genere assieme alla mia famiglia. In una decina di anni ho frequentato tanti corsi necessari a conseguire i vari brevetti sub che hanno costellato il mio percorso di crescita, sino ad arrivare al livello di aiuto istruttore.

L’insegnamento della subacquea però non mi interessava. Il mio unico desiderio era immergermi ovunque ci fosse acqua. E così è stato.

Mi sono immerso nei posti più belli del Mediterraneo e non solo. Oltre che in mare ho fatto immersioni nei laghi e nei fiumi, ambienti sommersi molto diversi tra loro, con il comune denominatore dell’acqua, l’ambiente che amo più di qualunque altro.

Nel corso degli anni, mentre aumentava il numero delle mie immersioni e con esse la mia esperienza, spinto dalla curiosità e dalla voglia di scoprire ho voluto sperimentare anche altri modi di immergermi, perciò ho frequentato un corso di speleologia subacquea, ho lavorato come guida in un centro immersioni per un paio di stagioni, ma soprattutto ho cominciato a fare immersioni tecniche e ad utilizzare miscele ternarie per respirare. Questo mi ha permesso di ampliare il mio range operativo e di raggiungere quelli che ormai erano diventati gli obiettivi preferiti delle mie immersioni: i relitti delle navi sommerse.

 

Nel frattempo ho continuato a studiare e a leggere molto. Mi interessavano tutti i libri e gli articoli che riguardavano la subacquea. Ho letto e ho raccolto centinaia di articoli dedicati alle immersioni e un bel giorno ho deciso di aprire il mio sito web "Marpola.it".

Attraverso le pagine del mio sito internet – con il racconto della mia esperienza – ho voluto trasmettere la passione per le immersioni e offrire ai lettori più attenti alcuni spunti di riflessione su tutto ciò che è legato alle immersioni subacquee.

In sostanza, ho creato una piccola e modesta enciclopedia della subacquea, nella quale non ho inserito soltanto tantissime fotografie, racconti ed esperienze della mia vita di sub, ma anche una raccolta di articoli dedicati alla tecnica d’immersione, all’attrezzatura e alla medicina subacquea. Inoltre, ho creato nel mio sito una sezione dedicata ai libri sul mare e sulle immersioni (con la recensione della sessantina di volumi che fanno parte della mia biblioteca) e una dedicata alla descrizione delle più belle immersioni che ho fatto in quindici anni di attività: un vero e proprio "log book" virtuale delle immersioni, che può essere utile a chi voglia immergersi nei luoghi in cui sono stato.

Il sito "Marpola.it", nato semplicemente per condividere con chiunque la mia passione per il mare e le mie emozioni subacquee, ha avuto un successo inaspettato e l’apprezzamento di migliaia di visitatori italiani e stranieri, la maggior parte sconosciuti. Molti di essi mi hanno scritto per chiedere informazioni e consigli, così con il passare del tempo, grazie ai commenti ricevuti e alle mail dei miei lettori, mi sono reso conto che la mia esperienza è servita ad avvicinare molte persone alla subacquea e che per molti ero ormai diventato una sorta di "punto di riferimento" nella subacquea nazionale. Certamente non l’avrei mai potuto immaginare.

Intanto gli anni passavano in fretta, il numero delle mie immersioni cresceva altrettanto in fretta e rischiavo di perderne la memoria. Per fortuna però, fin dall’inizio della mia storia subacquea avevo compilato diligentemente il mio log book (che è un po’ simile al libretto di volo dei piloti di aeroplani), nel quale, come mi era stato insegnato durante il corso per conseguire il mio primo brevetto sub, annotavo tutte le informazioni tecniche sulle immersioni fatte e un breve commento descrittivo.

Non so esattamente quanti libretti abbia completato in tutti questi anni. So soltanto che a un certo punto, siccome le "ricariche" dei fogli costavano parecchio, ho cominciato a stampare direttamente le pagine dei miei log book, personalizzandole e inserendole in alcuni raccoglitori ad anelli. Più tardi però, quando le pagine sono diventate troppe, le ho raccolte in una grande scatola e le ho legate con degli elastici suddivise per anno.

In seguito ho migliorato e arricchito ulteriormente il mio log book, inserendovi le descrizioni sempre più particolareggiate delle immersioni, i grafici del computer che riportano il profilo d’immersione, i disegni del fondale o dei relitti esplorati, le piantine della zona e persino i commenti dei miei compagni d’immersione.

Oggi ho una grande scatola che contiene tutta la mia "storia" subacquea, raccolta ordinatamente in centinaia di fogli nei quali ho pazientemente annotato tutte le mie immersioni. Tengo moltissimo a questa scatola, e ogni volta che la apro è come se aprissi lo scrigno dei ricordi, che contiene tutte le perle più preziose della mia collezione, quelli che chiamo "i miei momenti blu": frammenti di avventure indimenticabili che raccontano il mio legame sempre più intimo con il mare. Mi basta scorrere quelle pagine, guardare i disegni e gli appunti, vedere quei fogli macchiati dall’acqua di mare che è gocciolata su alcune pagine, per rivivere i momenti più belli della mia eterna storia d’amore con il mare. Una storia della quale fortunatamente non ho ancora scritto l’ultima pagina…

Più che un log book, il mio è una specie di diario, nel quale non mi sono limitato a descrivere quello che ho visto sottacqua, ma ho anche fissato alcuni pensieri scritti a caldo subito dopo ogni immersione e le mie riflessioni più intime. Ogni tanto mi piace aprire questo "scrigno" e tirarne fuori le perle più belle, per poterle ammirare e magari per mostrarle con un certo orgoglio alle persone che mi sono più care.

 

 

La gran voglia di condividere le mie esperienze subacquee e le tante emozioni vissute esplorando il mondo marino con quante più persone possibile mi ha spinto anche a scrivere un libro. Così nel 2009 ho pubblicato il mio primo libro di mare, intitolato "Da solo nel relitto". Il libro contiene il racconto di una drammatica immersione su un relitto all’interno del quale resto intrappolato e questo racconto fa da contenitore per la storia della mia vita trascorsa a contatto con il mare, prima in barca a vela e poi sott'acqua. C’è la descrizione del mio percorso di crescita subacquea durato una decina di anni. Un percorso caratterizzato da immersioni sempre più impegnative, che mi hanno portato a scoprire a poco a poco il mio amore per la profondità e per l'esplorazione dei relitti e al tempo stesso mi hanno fatto scavare nella mia anima alla ricerca di me stesso.

Il racconto delle immersioni più belle fatte in quei dieci anni si sviluppa attorno alla storia di fantasia dell’immersione che stava per essermi fatale e mi da l’occasione per accompagnare il lettore alla scoperta di alcuni dei luoghi più affascinanti del Mediterraneo.

Quando scrissi quel libro, volevo semplicemente descrivere un tratto del mio cammino subacqueo, fatto di emozioni, esperienze ed errori che hanno contribuito a formarmi come sub e come uomo. Non avevo certo la pretesa di insegnare alcunchè ai subacquei esperti. Speravo solamente di riuscire a trasmettere ai lettori curiosi o ai sub meno esperti la meraviglia che provo ogni volta che m’immergo e l’amore infinito che nutro per il mare.

Il libro ha avuto un successo insperato, in un’epoca in cui quasi più nessuno legge libri e internet ha preso il sopravvento. Così il mio editore mi ha dato fiducia e mi ha spinto a scrivere un altro libro.

Ed ecco che nel 2011 ho pubblicato il secondo libro dedicato alle immersioni subacquee, intitolato "Ovunque c’è acqua. Immerso nel blu dei ricordi". Qui il mio "viaggio" nel mondo sommerso - iniziato con "Da solo nel relitto" - prosegue con il racconto di molti altri momenti emozionanti vissuti immerso "ovunque c’è acqua" e con la descrizione degli incontri con tante persone speciali avvenuti durante il mio percorso subacqueo: momenti e persone che conservo strette nella mente e nel cuore, tra i miei ricordi più cari.

In questo secondo libro i ricordi delle immersioni, accompagnati dagli schizzi e dai disegni tratti dai miei log book, diventano la testimonianza viva del mio immenso amore per il mare e per l’acqua in generale, un elemento che ha segnato tutta la mia vita e mi dà l’opportunità di scavare profondamente dentro di me alla ricerca di me stesso.

Nei due libri e nei miei log book c’è l’eredità spirituale che voglio lasciare alla mia unica figlia quando non ci sarò più, sapendo bene che le persone passano, mentre i libri sono destinati a rimanere nel tempo. Scorrendo quelle pagine lei saprà cogliere lo spirito "marinaio" di suo padre, un uomo profondamente innamorato del mare.

E così arriviamo ai giorni nostri e al riconoscimento "ufficiale" del mio amore per il mare.

E' successo che mentre poco più di un anno fa raccoglievo i primi commenti lusinghieri sul mio secondo libro, mi arrivò una strana e-mail proveniente da una certa Shana McCartney, Certifications Department Representative della Scuba Schools International di Fort Collins, Colorado (USA). L'SSI è l'agenzia didattica alla quale sono affiliato da quando ho iniziato ad immergermi, ma questo messaggio mi lasciò molto perlesso.

Il testo della mail era questo: «Congratulations! Your application for the Platinum Pro 5000 Diver Award was accepted! I wanted to personally congratulate you as well as inform you of the award ceremony for DEMA. It will be on Thursday, November 3rd at the Convention Center in Orlando Florida, room #N230AB from 6:00 p.m. to 7:30 p.m.  I believe invitations are sent to the address on the application. If you cannot attend DEMA the awards will be mailed out to your address after DEMA. Thanks for all you do for the diving industry ». Confesso che lì per non diedi molta importanza a questa comunicazione e pensai ad uno scherzo ben confezionato da parte di qualche amico subacqueo.

Fu solo quando a gennaio dello scorso anno mi arrivò una mail dell’amico Stefano Stolfa, Training Manager di SSI Italia, che capii che non si trattava di uno scherzo di cattivo gusto. Stefano mi disse semplicemente che all’EUDI Show di Milano (la fiera europea della subacquea che si tiene ogni anno a febbaio), nell’ambito della riunione ufficiale di SSI Italia per la consegna degli "SSI Awards 2011", mi sarebbe stata consegnata di fronte a qualche centinaio di subacquei la card "Platinum Pro 5000 Diver"… il massimo riconoscimento attribuito dall’SSI!

Sinceramente io ero convinto che la card "Platinum Pro" fosse concessa solamente ai subacquei con al loro attivo almeno 5.000 immersioni regolarmente registrate, ai professionisti della subacquea insomma. Ed ero assolutamente convinto di non meritare questo prestigioso riconoscimento, dato che pur avendo fatto centinaia di immersioni ero assolutamente lontano da quella cifra astronomica. Così, pur partecipando all’EUDI come ogni anno, non salii sul palco a ritirare il premio. Questo creò una specie di incidente diplomatico con SSI Italia, rischiando di incrinare l’amicizia con il suo numero uno Stefano Stolfa che conosco da tanti anni.

In seguito Stefano mi spiegò che il regolamento della "Platinum Pro" card prevede che la sua concessione (proposta per iscritto da almeno due "Platinum Pros") spetti non soltanto a coloro che hanno fatto 5.000 immersioni, ma anche a chi possa documentare "a significant contribution to the recreational scuba diving industry". Ebbene, secondo Stefano i miei libri e il sito Marpola.it documentavano sicuramente un mio significativo contributo allo sviluppo della subacquea ricreativa.

Così, a distanza di un anno, mi resi conto della tremenda gaffe fatta, e finalmente a febbraio di quest’anno sono salito sul palco dell’EUDI di Milano a ritirare il mio riconoscimento davanti a una platea di centinaia di subacquei e di appassionati che mi applaudivano calorosamente.

Assieme a me sul palco dell’EUDI, a raccogliere l’applauso di una folla enorme, per aver fatto (lui si) oltre 5.000 immersioni, c’era anche Stefano Pieri, Instructor Trainer dell’SSI, il cui silenzio tradiva la grande emozione e soddisfazione.

In quell’istante, mentre ero al colmo della mia felicità, mi è venuta in mente quella volta nel maggio del 2007 quando lo incontrai all’isola del Giglio, riemergendo dal tuffo della mia valutazione al termine del corso “Decompression Diver”. Eravamo di fronte alle Scole, e appena risalito in barca assieme a mia moglie Angela e a Sandro Costa, piuttosto provato per la mia lunga immersione a 54 metri di profondità, il Pieri (che, a suo tempo, era stato l’istruttore di Sandro, il nostro istruttore), si è rivolto a me e ad Angela e ci ha detto che raramente aveva visto due “vecchietti” come noi affrontare un corso con tanta volontà e determinazione. Allora avevo quasi 55 anni e queste parole mi restituirono come per incanto tutta l’energia che avevo lasciato la sotto e mi fecero capire che finalmente ero pronto per andare a Genova ad immergermi sul relitto della petroliera “Haven”: il sogno che coltivavo da molti anni.

E’ pur vero che i premi e i riconoscimenti di solito si danno agli "anziani" e che ormai non mancano molti anni al termine della mia carriera subacquea, iniziata troppo tardi, ma questo riconoscimento mi ha reso felice, perché suggella in maniera solenne il mio profondo amore per il mare.

Al di là del valore simbolico di questo prestigioso riconoscimento, posseduto soltanto dall’elite della subacquea mondiale, l’avermelo attribuito significa che nel mio piccolo ho lasciato un segno nell’ambito della subacquea ricreativa. E poi – come ripeto spesso – le persone passano ma i libri sono destinati a rimanere, e così pure il mio nome scritto nell’albo di tutti i "Platinum Pros" della grande famiglia SSI alla quale sono orgoglioso di appartenere.

Da modesto subacqueo, ma grandissimo innamorato del mare, posso davvero essere fiero del fatto che questo mio amore sia stato riconosciuto.

 

Marcello Polacchini

 

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