LE FORMICHE DI GROSSETO

Luglio - Agosto 2011

Nel porto canale di Castiglione della Pescaia

La Formica Grande con il faro La Formica Media

Le Formiche di Grosseto sono tre piccoli scogli sparsi in mezzo al mare che si trovano in Toscana, di fronte al Parco dell’Uccellina, a circa undici miglia di distanza da Castiglione della Pescaia. Le tre isole si distendono su una linea di circa un miglio e la loro particolarità è proprio quella di essere molto distanti dalla costa, perciò, fortunatamente, sono pochi i visitatori di questo posto ancora incontaminato, dove i banchi di pesce nuotano indisturbati e i fondali sono ancora intatti, e questo permette di ammirare una ricchissima fauna e pareti ricoperte di grandi rami di gorgonie.

I tre isolotti si chiamano Formichino, Formica Media e Formica Grande e offrono diversi punti d’immersione, tutti spettacolari, con pareti coloratissime che s’inabissano oltre i 100 metri di profondità, piccole grotte, una fauna marina spettacolare e numeroso pesce di passo.

Il Formichino è composto di due piccoli scogli, la Formica Media è una stretta lingua di terra che prosegue sott’acqua per un bel tratto, mentre il terzo scoglio, quello più grande, è un'isoletta disabitata di forma romboidale sulla quale c’è un faro.

I fondali delle Formiche precipitano rapidamente in profondità, con pareti mozzafiato che arrivano fino alla sabbia bianca ad oltre un centinaio di metri.

Scendendo sotto i 25-30 metri, la mucillagine, sempre presente nella stagione estiva, scompare e c’è una vera e propria esplosione di colori. S’incontrano prima le gorgonie gialle intorno ai venticinque metri di profondità, poi, oltre i trenta metri, ci sono le gorgonie rosse, che diventano sempre più fitte man mano che si scende in profondità. L'effetto cromatico è stupendo, perché al di sotto dei 50 metri i grandissimi rami color porpora di paramuricea clavata  sono spesso ricoperti da grandi esemplari di bianchi astrospartus mediterraneus, mentre qui e là spunta sulla parete qualche bel ramo di gerardia savaglia dal colore giallo brillante.

Tutte le pareti delle Formiche sono ricche di spaccature e di anfratti che sono pieni di aragoste e murene, mentre sul fondo sabbioso dal colore chiaro si aprono piccole grotte ricoperte di spugne arancione e di colonie di parazoanthus. In queste grotticelle vivono grosse musdee e sciami di gamberetti rossi.

La visibilità nella zona delle Formiche è indescrivibile e scendendo attorno ai 60 metri il fondale sabbioso bianco conferisce al paesaggio un aspetto lunare.

Questi piccoli scogli emersi che spuntano in mezzo al mare tra l'isola del Giglio e la costa della Toscana si sono rivelati pericolosi per la navigazione fin dai tempi più antichi, infatti in questo tratto di mare in passato sono naufragate molte navi, e a testimonianza di questi naufragi sul fondale sono state ritrovate molte anfore antiche e oggetti vari. Purtroppo questa zona, archeologicamente importante non è protetta e ci sono stati numerosi saccheggi, perciò oggi solo i fondali più profondi sono ancora cosparsi di questi oggetti e solo chi s’immerge fino a 60-70 metri di profondità può ammirarli.

Il livello di difficoltà di queste immersioni è medio-alto per la notevole profondità e per la presenza di correnti spesso forti. La zona è anche un’ottima palestra per i subacquei tecnici, che qui possono fare immersioni fino a 100 metri di profondità.

 

Tra luglio e agosto con un gruppo di amici toscani ho finalmente avuto la possibilità di scoprire questo sito d'immersione del quale avevo spesso sentito parlare, ma che ancora non conoscevo. Si è trattato di tuffi impegnativi, con una lunga decompressione, ma lo spettacolo che ho potuto ammirare "laggiù" è stato tra i più belli che ho visto nel nostro Mediterraneo. Il primo tuffo l'ho fatto in luglio sulla bellissima Secca di Zì Paolo, mentre in agosto sono ritornato alle Formiche e ho potuto ammirare i resti delle anfore romane sparse attorno alla Formica Media e le sue pareti strapiombanti che terminano sul fondo sabbioso. Veramente dei tuffi stupendi!

A sinistra un estemporaneo timoniere...

Sopra Marcello pronto per il tuffo.

Ecco qui il racconto del mio primo tuffo alle Formiche, sulla Secca di Zì Paolo...immersione

 

Sabato 16 luglio 2011 partiamo da Castiglione della Pescaia con il gommone di 7,40 mt. del nostro amico Sandro Costa (l’istruttore che - povero lui - nel 2007 brevettò "decompression diver" me ed Angela... i due "vecchietti terribili") che ci ha invitati più volte ad andarlo a trovare. Ed eccoci qui finalmente!
Io e Angela ci troviamo da una settimana a Porto Ercole, alle prese con il corso Trimix Tek 1 di UTR e, dopo giorni ininterrotti di lezioni ed esercizi in acqua, ci siamo concessi una giornata di vacanza per fare un tuffo ricreativo con il nostro amico. Perciò, lasciati i pesanti bibo a Porto Ercole, ci presentiamo nel porto canale dove è ormeggiato il gommone con un bel 15 litri di aria a 240 bar e una stage di EAN50 per la deco.
A bordo con noi ci sono Giorgio (un istruttore amico di Sandro) con un suo allievo che sta facendo il corso dive master e Franco, un altro istruttore che scenderà in acqua con noi.
Ho sempre sentito parlare bene delle Formiche e, nonostante abbia fatto centinaia di immersioni nella zona tra l’Argentario, il Giglio e Giannutri, non ho mai avuto occasione di andarci. Oggi è la volta buona!
Dopo una breve navigazione con il velocissimo gommone (due motori da 135 CV!!) arriviamo sul punto d'immersione e caliamo l’ancora proprio sul cappello della secca. Il tempo è splendido, ma c’è una discreta corrente, almeno in superficie. Indossiamo la stagna, prepariamo con calma la nostra attrezzatura e giù in acqua. Apre il nostro gruppetto Sandro, che fa da guida, poi lo seguiamo io e Angela e Franco chiude stando in coda.
L’acqua è limpida (anche se i nostri amici mi diranno che a volte qui è molto meglio...!!), la temperatura è gradevole e la corrente, una volta superato il cappello della secca, si riduce notevolmente. Iniziamo la nostra discesa in parete tenendola sulla sinistra. La vegetazione in questo tratto è spettacolare, con grandi rami di paramuricea clavata e di axinella cavolini e con anemoni gioiello e spirografi che ricoprono letteralmente tutta la parete. Ci sono anche molti astrospartus mediterraneus (la cosiddetta stella gorgona) attaccati ai rami delle gorgonie rosse che con il loro colore bianco creano un effetto cromatico bellissimo. Intorno ai 35 metri di profondità superiamo uno sperone di roccia, poi scendiamo ancora oltrepassando un canyon che si trova intorno a circa 42 metri di profondità. Nel briefing pre-immersione abbiamo deciso di esplorare questo piccolo canyon al ritorno durante la risalita. Guardando nel blu vediamo nuotare grossi dentici e tanute; incontriamo anche delle ricciole e qualche barracuda. C’è davvero molto pesce qui al largo! Il termoclino è notevole e l’acqua adesso è diventata piuttosto fresca, ma con la muta stagna addosso non abbiamo grossi problemi.
Proseguiamo ancora per un po’ la discesa sino ad arrivare a un grottino che si apre sul fondo sabbioso intorno ai 55 metri di profondità. Illuminiamo con le nostre torce la cavità e vediamo che è popolata da una miriade di gamberetti rossi e da grosse musdee. A bordo durante il briefing abbiamo deciso che questo è il nostro punto di ritorno, perciò controlliamo il gas rimasto, ci facciamo il segnale e iniziamo la risalita tenendo la parete sulla destra.
Arrivati al canyon cominciamo a fare i nostri deep stops, ammirando le aragoste che popolano ogni spaccatura della roccia. Risalendo ancora un po’ lungo il piccolo canyon arriviamo a una risorgiva di acqua termale calda. E' molto piacevole infilarci dentro le mani nude, dato che intorno a noi la temperatura è di soli 15 gradi. Nelle fenditure della parete notiamo tane di murene che si affacciano curiose, mentre grossi scorfani se ne stanno immobili appoggiati sulla roccia perfettamente mimetizzati. L’acqua ora sembra ancora più limpida, la corrente ha girato e la lunga decompressione si preannuncia piacevole. Saliamo ancora fino ai 21 metri di quota dove facciamo il cambio gas con l'EAN50 e poi andiamo su piano fino ai 6 metri del cappello della secca, dove terminiamo la nostra decompressione. Una sola parola: BELLISSIMO! A bordo ci aspettano un paio di bottiglie di vino bianco fresco, focaccia e pizza di vario genere e anche un bel dolce. Questa si che è vita!!

 

         

Dopo una simile esperienza dovevo assolutamente ritornare in questo posto fantastico. Ed eccomi di nuovo qui per alcuni giorni ai primi di agosto, ancora ospite del mio amico Sandro. Questa volta la nostra meta è stata la Formica Media, dove ho fatto due bellissimi tuffi, con acqua limpidissima, mare calmo e assenza di corrente. Insomma, le condizioni ideali per gustare al massimo queste bellissime immersioni.

 

Questo qui sotto è il link al video girato da Andrea Ronchetti, che è stato mio compagno d’immersione assieme a Sandro durante il tuffo fatto il 5 agosto lungo la parete della Formica Media, quando sono arrivato fino a un grottino che si trova a circa 61 metri di profondità (chiamato “la bifora”). Questa piccola grotta dal fondo fangoso è popolata da gamberetti rossi e al suo interno ho visto delle grandi musdee, che, una volta puntata la mia torcia all'interno della cavità, si sono fatte una vera e propria scorpacciata dei poveri gamberetti...!

Nel filmato, ripreso con una piccola telecamera montata sulla testa di Andrea che mi seguiva da vicino, si notano dei bellissimi astrospartus completamente aperti e ci si può rendere conto della visibilità e della luce eccezionale che c’erano a quella profondità.

Buona visione! immersione  http://www.youtube.com/watch?v=wg8MaCtAt0s&feature=share

 

A sinistra sul gommone dopo l'immersione: cubetti di mortadella, fette di salame,tranci di schiaccia toscana e ottimi Rosso di Montalcino e Morellino di Scansano... il nuovo modello decompressivo adottato dagli amici toscani!!!

Immersione alla Formica Media 5 agosto 2011immersione

 

La base di Sandro a Castiglione... quasi un diving!

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