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di Tecnica & Medicina

 

Tecnica & Medicina Subacquea

 

98. Tutto quello che bisogna sapere sugli orologi subacquei 

Tratto da un articolo di Marco Magnani pubblicato sul sito del Comune di Bologna, per gentile concessione di Fabrizio Vallesi, Horus Diamond - Horus Snc di  Porto Recanati (MC)

 

L’esigenza fondamentale, nell’ambito dell’orologeria moderna, è garantire l’impermeabilità dei meccanismi contenuti nelle casse degli orologi "subacquei". Il movimento di un misuratore di tempo può essere al quarzo oppure meccanico ma, in entrambi i casi, è ovvio che eventuali infiltrazioni d’acqua che raggiungessero i delicati componenti interni sarebbero deleterie per il funzionamento dello strumento. Considerata l’importanza fondamentale che l’indicazione del tempo d’immersione ha nell’attività subacquea, è necessario che chi si immerge possa affidarsi ad uno strumento segna tempo sicuramente impermeabile che, in ogni momento, fornisca informazioni certe e chiaramente leggibili.

Orologio “subacqueo” o solo “impermeabile”?

 

Per identificare un orologio “subacqueo” l’industria orologiera svizzera ha stabilito, per convenzione, alcune classificazioni che contraddistinguono i vari livelli d’impermeabilità in relazione ai vari gradi di pressione ai quali lo strumento può essere sottoposto.I parametri in argomento, sono codificati nelle norme NIHS (Norme de l’Industrie Horologère Suisse) che forniscono un’indicazione certa sul grado d’impermeabilità ed esprimono le regole utili per poter distinguere un misuratore di tempo “subacqueo” da uno solamente “impermeabile”.

La normativa NHIS definisce, dunque, i tipi di test, le simulazioni e i parametri operativi necessari per ottenere le varie omologazioni (con costi sensibilmente differenti a carico del costruttore), oltre ai limiti che dividono una categoria dall’altra.

In questo senso si possono identificare le seguenti classificazioni:

   - a) il primo livello, comune alla maggior parte dei misuratori di tempo, è identificato dalle norme NIHS con le parole "water resistant" (oppure, in francese "étanche") e corrisponde all’impermeabilità, cosiddetta di base che permetterebbe di immergere l’orologio fino a 30 metri di profondità;

   - b) un secondo livello corrisponde all’impermeabilità dell’orologio fino a 50 metri di profondità: in questo caso l’indicazione presente, solitamente sul fondello, sarà "water resistant 50 mt.", oppure 5 atmosfere;

   - c) il livello successivo garantisce l’impermeabilità dell'orologio fino a 100 metri: in questo caso, oltre all’indicazione sul fondello riguardante i 100 metri, o le 10 atmosfere di pressione, l’orologio può recare la scritta "diver" oppure, in francese, "plongeur";

   - d) l’ultimo livello, quello "professionale", assicura l’impermeabilità anche oltre i 100 metri di profondità: in questo caso ci si riferisce ad impermeabilità garantite, di volta in volta, a seconda del modello, fino a profondità rilevanti (addirittura abissali: 1000, 2000 metri ed anche oltre) che, a maggior ragione, rendono adatto l’orologio all’utilizzo incondizionato in ogni situazione.

E’ bene sottolineare chiaramente che, questi valori, non sono da intendere alla lettera, bensì da interpretare con prudenza. In sintesi non è assolutamente certo che un orologio recante la dicitura "water resistant" (o "impermeabile fino a 30 mt.") possa essere immerso in acqua, oppure sia in grado di sopportare effettivamente una pressione di 3 atmosfere. In occasione di un tuffo, di una doccia o di una nuotata si possono creare, su piccole parti della cassa, delle pressioni idrostatiche ben superiori a quelle riscontrate a 30 metri;. L’acqua in pressione proveniente dalla doccia, o quella che avvolge il braccio mentre si nuota vigorosamente o ci si tuffa, è in grado di forzare le guarnizioni e giungere, dunque, fino al cuore del nostro orologio. L’impermeabilità di base è utile, infatti, a proteggere il meccanismo dell’orologio solo dall’umidità ambientale, da schizzi d’acqua mentre ci si lava le mani, dal sudore corporeo, ma non è  assolutamente sufficiente a garantirci in immersioni a profondità rilevanti (come le diciture "water resistant 30 mt." farebbero supporre).

Nemmeno l’impermeabilità garantita fino a 50 metri rende sicuro l’orologio per l’utilizzo in profondità. Quando il fondello di un orologio reca il dato d’impermeabilità di 50 metri la situazione è, ovviamente, migliore di quando reca la scritta "water proof 30 metri", ma non è completamente tranquilla; anche in questo caso, infatti, sono necessarie le dovute cautele. L’impermeabilità fino a 50 metri garantisce il movimento in occasione di lavaggi di mani, di sudore (come per il water proof 30 metri) e permette, in aggiunta, di poter immergere lo strumento in acqua in superficie. L’impermeabilità garantita fino a 50 metri, consente di fare bagni con l'orologio al polso ma non permette, in assoluto, di poter utilizzare l’orologio in modo estremo (immersioni in profondità, attività sportive acquatiche, ecc.).

L’impermeabilità, per così dire, “definitiva”, che assicura realmente il movimento da infiltrazioni d’acqua in ogni condizione, è, dunque, quella garantita e certificata fino a 100 metri. Con un orologio impermeabile fino a 100 metri (o oltre) si può fare, praticamente, di tutto: immersioni subacquee, nuotate sportive in superficie, docce, tuffi e quant’altro ci piace fare, a contatto con l’acqua.

In conclusione si può affermare che, per essere catalogato come "subacqueo" e fregiarsi delle scritte codificate "diver" o "plongeur", un orologio, secondo le norme NIHS, deve essere in grado di resistere ad un’immersione a profondità non inferiore a 100 metri ed essere costruito e testato secondo le regole previste dalla normativa svizzera.

Luminor Submersible 1000m. Officine Panerai

"Squale 101 atmos" realizzato per Horus Snc.

Garanzia e certificazione d’impermeabilità dell'orologio

 

Quali sono dunque, nello specifico, i parametri che garantiscono l’impermeabilità incondizionata di un orologio? L’orologio classificato "subacqueo" deve essere in grado di superare la prova di un test in acqua che simula la pressione minima di 12,5 bar.

Le prove di tenuta stagna, sui modelli impermeabili fino a 100 metri (o oltre), sono eseguite su tutti gli esemplari prodotti (mentre le prove riferite alle impermeabilità inferiori sono eseguite a campione) e prevedono l’immersione in acqua, a una temperatura di circa 18 gradi; ciò significa che un orologio, anche rispondente alle caratteristiche necessarie per essere definito "subacqueo", non dovrà mai essere indossato per fare, ad esempio, un bagno caldo o addirittura una sauna.

Il dato dichiarato e garantito è assolutamente veritiero: sia perché i test sono effettuati con strumenti estremamente affidabili, sia perché le case orologiere svizzere ricorrono, in genere, ad un atteggiamento di grande prudenza in merito alle prestazioni d’impermeabilità degli orologio prodotti.

Le casse degli orologi sono sottoposte a pressioni ben superiori a quelle poi, in effetti, garantite, e i test d’impermeabilità sono condotti utilizzando macchine simulatrici in grado di ricreare artificialmente le specifiche condizioni marine. Fare simulazioni a livelli di pressione più alti di quelli garantiti significa allargare la base d’affidabilità degli orologi, assicurandone la tenuta stagna nel tempo ed in condizioni più probanti e meno artificiali.

Tutto ciò non significa che l’impermeabilità garantita sia, anche nel caso di un orologio effettivamente "subacqueo", una prerogativa eterna. Anche se le doti di durata e di tenuta delle componenti dei crono sub sono notevolmente superiori, rispetto a quelle dei comuni orologi, le guarnizioni (O-ring) sono, in ogni caso, soggette a deterioramento nel tempo. In questo senso l’impermeabilità garantita è riferita ad un orologio nuovo, in condizioni statiche.

Il deterioramento delle guarnizioni e delle parti mobili (corona, pulsanti della cronografia, ecc.) rende opportuno e necessario sottoporre l'orologio ad interventi di manutenzione periodica, al massimo ogni due o tre anni (anche se l’ideale è eseguire un “check-up” annuale). Questi interventi garantiscano l’effettiva impermeabilità nel medio periodo e comprendono  la sostituzione delle guarnizioni oltre all’effettuazione di una nuova prova dell'impermeabilità.

L’orologio subacqueo deve avere, inoltre, proprietà anti magnetiche e di resistenza agli urti e all’acqua salata; le prove d’impermeabilità vengono, infatti, eseguite anche immergendo l'orologio in una soluzione di cloruro di sodio.

L’orologio deve infine, ovviamente, funzionare correttamente sotto l’effetto della pressione dell’acqua.

Altra curiosità, di carattere generale, è quella riferita al rapporto atmosfere/profondità. L’indicazione del dato d’impermeabilità (sia esso in metri/piedi o atmosfere) di un orologio si riferisce, sempre, alla pressione relativa. Vi è dunque una piccola discrepanza fra la pressione alla quale l'orologio è garantito impermeabile (in metri/piedi o atmosfere) e quella assoluta realmente presente alla profondità di riferimento. Per esemplificare il concetto, sugli orologi subacquei, a volte, il dato d’impermeabilità è visualizzato in questa maniera: 200 metri/20 atmosfere. Come è facile comprendere la pressione di riferimento, indicata in metri ed atmosfere, è quella relativa, perché a 200 metri, di profondità ci sono 20 atmosfere di pressione relativa e 21 atmosfere di pressione assoluta.

Vista la basilare importanza, nell’identificazione del valore d’impermeabilità gli orologi subacquei professionali indicano comunemente tale dato, oltre che sul fondello, anche sul quadrante.

Approfondimento tecnico: i vari componenti dell'orologio subacqueo

 

Passiamo ora all’esame degli elementi che distinguono l’orologio "subacqueo" dai comuni orologi, analizzando come le varie componenti siano progettate e costruite in funzione della pressione idrostatica che devono sopportare.

La cassa

 

Requisito imprescindibile della cassa è garantire la più alta affidabilità e robustezza possibili che, solitamente, sono ottenute mediante una conformazione lineare e compatta del crono sub.
Dal punto di vista del design, un orologio subacqueo è, quasi sempre, tondo e mai di forma quadrata, in quanto forme particolari o spigolose mal si accorderebbero con le esigenze d'impermeabilità; la forma tonda e regolare assicura, inoltre, il subacqueo contro il rischio che il orologio interferisca con elementi esterni o con componenti dell’attrezzatura.

Per quanto concerne i materiali usati, dovendo trattarsi, in genere, di metallo inossidabile, è chiaro che l’acciaio è il più utilizzato per le sue doti di durezza, resistenza ed economicità; meno frequente, anche se utilizzato, è il titanio, materiale impiegato in campo chirurgico, spaziale ed automobilistico. Il titanio offre notevoli vantaggi, rispetto all’acciaio: è più leggero (caratteristica importante, viste le dimensioni ragguardevoli dei orologio subacquei), di gran lunga più resistente ad ogni sollecitazione, a prova di corrosione, scarsamente conduttore, antimagnetico e assolutamente anallergico ma, purtroppo, è anche molto più costoso in quanto difficile da lavorare.

Fu Ferdinand A. Porsche che, sul finire degli anni ’70 ebbe l’idea di impiegare il titanio per costruire le casse degli orologi e soltanto la IWC di Schaffausen (CH) sviluppò le tecniche necessarie per lavorare questo particolare metallo e costruire in serie orologi con la cassa in titanio. Nel 1980 dalla collaborazione della IWC con la Porsche Design nacque l’orologio subacqueo Ocean 2000 (ref. 3500), presentato alla Fiera di Basilea del 1983. L’Ocean 2000, dal disegno pulito, classico e moderno al tempo stesso, è un grande orologio subacqueo, in grado di resistere alla pressione di 200 atmosfere o 2000 metri e fu il primo orologio da polso in grado di arrivare a tale profondità.

Poco utilizzato e sconsigliabile, per la sua natura di metallo tenero, facilmente deformabile, è invece l’oro. Molto adatti e utilizzati sono, invece, i nuovi materiali sintetici, piuttosto diffusi in questi ultimi anni. Questi materiali, per lo più plastici, possiedono buone peculiarità: sono estremamente leggeri, facilmente colorabili ed abbastanza economici; hanno una resistenza inferiore rispetto ai metalli (sono facilmente deformabili alle pressioni elevate) ma, allo stesso tempo, riescono a fornire un accettabile compromesso fra prestazioni, duttilità ed economicità.

 L'orologio IWC "Ocean 2000" Porsche Design con cassa in titanio, realizzato nel 1980.

Il Rolex "Sea-Dweller" ref. 1665 del 1967, con valvola per la fuoriuscita dell'elio.

Sotto altri 3 modelli con valvola per l'elio.

Valvola per l’elio automatica

 

In rari casi, la cassa di un orologio subacqueo può essere equipaggiata dalla “valvola per l’elio”.

A cosa serve questa valvola? Presente solo su modelli “professionali” essa serve ad evacuare l’elio che si introduce nella cassa dell’orologio durante soggiorni prolungati in campana, o nei cassoni, in presenza di atmosfera satura.

Le campane, o cassoni, sono ambienti stagni, calati sotto il livello del mare, che mantengono i subacquei alla pressione esistente alla profondità di esercizio. Mantenere i sommozzatori alla pressione di lavoro, durante i momenti di riposo, evita agli stessi continue e pericolose decompressioni che sarebbero necessarie, per tornare in superficie ogni qualvolta si termina un turno di lavoro.

L’atmosfera, presente all’interno delle campane, è formata, per ragioni fisiologiche, da forti proporzioni di elio; questo gas, totalmente inerte, è particolarmente volatile e le sue molecole sono talmente piccole da infiltrarsi, attraverso gli atomi dell’acciaio, all’interno della cassa dell’orologio.

Le fasi di risalita in superficie si rivelano, in questo senso, piene di insidie in quanto la pressione interna dell’orologio diventerà proporzionalmente superiore a quella esterna creando rischi di danneggiamento.

La “valvola per l’elio” serve appunto a ciò: a evitare che il vetro dell’orologio esploda sotto l’effetto della sovrappressione che si crea dentro la cassa del orologio, in risalita.

La “valvola per l’elio” può essere di due tipi:

- automatica (utilizza la differenza di pressione che si crea, in risalita, fra dentro e fuori la cassa);

- manuale (in questo caso il subacqueo, risalendo, dovrà ricordarsi di aprire la valvola per evitare brutte sorprese).

Esistono, attualmente, in commercio solo pochi modelli equipaggiati di "valvola per l’elio". Fra questi ricordiamo: il Rolex Sea-Dweller, l’Omega Seamaster (cronografo e tre sfere), il Breitling Superocean, il Luminor Submersible 1000M delle Officine Panerai ed il nuovo Squale 101 atmos (costruito in soli 101 esemplari, commissionati dalla Horus Snc di Porto Recanati). Ciò fa comprendere il livello di estrema sofisticazione di questo dispositivo dedicato, come detto, ai sommozzatori professionisti.

Omega "Seamaster Crono"

Breitling "Superocean"

Panerai "Luminor Submersible"

La corona

 

Problema rilevante, al fine di rendere impermeabile la cassa di un orologio, è rendere stagno il foro di entrata dell’asse della corona di regolazione. Se, infatti, preservare le altre aperture nella cassa (vetro e fondello), non rappresenta un problema insormontabile (poiché le guarnizioni di queste non sono usurate da continue aperture e chiusure), difficile è invece rendere effettivamente impermeabile il foro dell'asse della corona che, dovendo essere spesso aperto e chiuso, presenta difficoltà maggiori. Le sole guarnizioni non sono, infatti, sufficienti a isolare quest’apertura; la tradizionale chiusura a pressione della corona non fornisce adeguate garanzie in merito agli inconvenienti di attrito, infiltrazioni e logorio derivanti dall’uso prolungato.

La soluzione al problema fu scoperta dalla Rolex di Ginevra che, nel 1926, inventò e brevettò il sistema di serraggio a vite della corona, contribuendo così, in maniera decisiva, alla nascita dell’orologeria subacquea. Quel brevetto rimase per lungo tempo un’esclusiva della maison ginevrina la quale si trovò in condizione di autentico monopolio sul mercato; ciò conferì a Rolex un prestigio inarrivabile riguardo alle prestazioni subacquee dei orologio da essa prodotti.

Il sistema, ancora oggi ritenuto punto imprescindibile per la realizzazione di un vero cronometro subacqueo, consiste in un tubicino filettato (internamente o esternamente), che sporge dalla cassa e ingrana un’identica filettatura, realizzata nella corona (o sull’asse della stessa), che si avvita sul tubicino. Il sistema è, inoltre, equipaggiato da guarnizioni di tenuta che, poste in posizione assiale e radiale, hanno il compito di aumentare l’impermeabilità dell’orologio, avvolgendo la zona in maniera ermetica.

Per conferire all’insieme un’ulteriore garanzia di solidità possono essere previste delle "spallette" sporgenti dalla cassa (o una profonda rientranza scavata nel fianco della stessa), che hanno il compito di proteggere la corona da ogni eventuale urto.

Siccome ogni apertura nella cassa può essere fonte di eventuali infiltrazioni d’acqua, i cronografi o gli orologi complicati in genere, con i loro pulsanti o correttori, non sono considerati quasi mai veri orologi subacquei. Sfuggono a questa regola i cronografi con pulsanti serrati a vite (sistema simile a quello utilizzato per la corona) la cui impermeabilità è però garantita solo con i pulsanti avvitati, senza, dunque, che la funzione cronografica sia disponibile durante l'immersione.

Una soluzione estemporanea e tradizionale al tempo stesso (il brevetto risale al 1956), fu quella inventata dalle Officine Panerai di Firenze, sul finire degli anni ’50. La maison fiorentina studiò e realizzò, per la Marina Militare Italiana, un dispositivo innovativo che protegge la corona di carica, senza ricorrere al sistema di serraggio a vite. Il sistema è basato sulla costruzione, attorno alla corona, di un vero e proprio ponte a forma di mezzaluna, realizzato in metallo; sul ponte è imperniata una leva che, una volta abbassata, fa pressione sulla corona, bloccandola contro la cassa, facendo così aderire perfettamente le guarnizioni di tenuta. Tale dispositivo offre alcuni vantaggi, rispetto al sistema di chiusura a vite: la perfetta impermeabilità garantita, l’estrema protezione di cui gode la corona in ogni situazione accidentale e la minore sollecitazione delle guarnizioni durante le aperture e le chiusure. All’opposto, il sistema così concepito è, però, piuttosto voluminoso e conferisce all’orologio che ne è dotato dimensioni assolutamente fuori della norma: oltre 50 mm. di larghezza (ponte proteggi corona compreso) possono, infatti, rendere il orologio poco funzionale sia nell’uso quotidiano, sia nell’uso professionale.

Collezione di "Luminor" degli anni '50 delle Officine Panerai con la particolare spalletta di protezione della corona, brevettata.

Il fondello

 

le soluzioni effettivamente applicabili, a un orologio subacqueo, per la chiusura del fondello sono, essenzialmente, tre:

- chiusura a vite;

- chiusura mediante quattro (o più) piccole viti;

- cassa monoblocco.

La scelta di un sistema, rispetto all’altro, è determinata, oltre che da criteri estetico - costruttivi, anche dalla ricerca del miglior compromesso tra le esigenze di solidità e la facilità di accesso al movimento (esigenze manutentive e/o, per i modelli al quarzo, sostituzione batteria).

In questo senso la chiusura a vite e quella mediante fissaggio con piccole viti sono estremamente funzionali, mentre la cassa monoblocco (dove il movimento è inserito nella cassa dall’alto, cioè dal lato quadrante) presenta alcune difficoltà in termini di accessibilità. Se infatti nei primi due casi è sufficiente rimuovere viti e fondello per accedere al meccanismo, nei modelli monoblocco (ricavati da un pezzo massiccio di metallo) questa si rivela un’operazione più difficile da compiere, essendo necessario un intervento dall’alto, per estrarre totalmente il movimento.

A parte i problemi di accessibilità al movimento, la cassa monoblocco (con fondello integrato) garantisce caratteristiche di robustezza e solidità uniche, essendo in grado di resistere a pressioni veramente eccezionali.

Le soluzioni più utilizzate, quelle che, in definitiva, offrono il miglior compromesso fra robustezza, tenuta e facilità di accesso al movimento, sono le prime due; questo anche in considerazione del fatto che la pressione in aumento scendendo in profondità migliora le caratteristiche di tenuta del sistema di chiusura, tendendo a comprimere il fondello contro la cassa.

Nel caso della chiusura a vite, su cassa e fondello è ricavata una filettatura che permette al fondello, appunto, di essere avvitato e “stretto” alla cassa mediante semplice movimento rotatorio.Tra cassa e fondello fa da supporto una guarnizione anulare che è, solitamente, collocata all’interno di un binario circolare costituito da due sporgenze parallele, ricavate nella cassa; in questo modo, quando il fondello viene serrato, la guarnizione garantisce la propria funzionalità evitando di essere danneggiata da torsioni dovute ad eccessivi avvitamenti.

Nel sistema di chiusura con le viti, invece, sulla cassa vengono praticati dei piccoli fori filettati nei quali vengono inserite le viti che assicurano il fondello all’orologio. Questo sistema, forse meno ermetico di quello a vite, offre, comunque, ottime prestazioni di tenuta anche in considerazione del fatto che, pure in questo caso, è prevista la guarnizione anulare, all’interno di un solco, che contribuisce a rendere stagno il sistema di serraggio.

Il vantaggio del sistema di chiusura mediante piccole viti è costituito da costi di produzione leggermente inferiori, dalla maggiore facilità di apertura e dalla totale impossibilità di torcere, danneggiandola, la guarnizione anulare che, in questo caso, viene pressata in senso verticale dalle viti.

Il IWC "Cousteau Divers Acquatimer" con lunetta girevole interna e doppia corona.

La lunetta

 

Il cronometro subacqueo deve essere dotato di un dispositivo di preselezione dei tempi (in genere si tratta di una lunetta girevole unidirezionale) che rechi impressa una scala sessagesimale; la scala non deve essere suddivisa in periodi superiori ai cinque minuti ed i suoi indici devono essere corrispondenti a quelli del quadrante.

La lunetta è elemento caratterizzante e fondamentale dell’orologio subacqueo e, come si è detto, deve essere girevole e unidirezionale: ciò significa che essa si muoverà soltanto in un senso, quello antiorario, per far si che, in caso di urti accidentali, segnali sempre un tempo (ad esempio quello trascorso in immersione), superiore a quello reale.

La lunetta deve muoversi a scatti ognuno dei quali corrisponde, in genere, a un minuto e, per facilitare la regolazione anche in situazioni difficili (ad esempio indossando i guanti), deve essere facilmente manovrabile.

Per ottenere queste caratteristiche si ricorre, in genere, a un evidente sovradimensionamento, oltre alla realizzazione di zigrinature o sagomature dei bordi che servono a offrire una valida presa.

Riguardo al funzionamento della lunetta girevole è bene aggiungere che, al momento di scendere sott’acqua, è necessario far coincidere lo zero della stessa (indice luminoso) con la lancetta dei minuti dell’orologio; in questo modo si ottiene, da quel momento, la possibilità di visualizzare costantemente il tempo trascorso in immersione, o in qualsiasi altra situazione.

Un sistema differente, per visualizzare il tempo trascorso in immersione, è applicato alle ultime creazioni, in ambito professionale, di IWC. La maison di Sciaffusa utilizza un dispositivo che prevede la presenza di una lunetta girevole interna all’orologio. Tra il quadrante e la lunetta (che, in questo caso, è fissa e non graduata) è presente, protetta dal vetro zaffiro dell’orologio, una scala sessagesimale rotante comandata da una seconda corona presente sulla cassa del orologio. Questo sistema, molto coreografico e poco consueto, offre una migliore protezione dei meccanismi che comandano la ghiera girevole ma, allo stesso tempo, causa anche alcuni problemi. Utilizzando questo dispositivo, infatti, la scala di preselezione dei tempi risulta difficile da manovrare nelle fasi che precedono l’immersione; inoltre il secondo foro nella cassa, necessario per l’installazione della seconda corona, è, ovviamente, un secondo accesso dal quale l’acqua potrebbe malauguratamente farsi strada verso il prezioso movimento meccanico prodotto da IWC.

Il vetro

 

Trattando l’argomento del vetro, che protegge il quadrante, vi sono due tendenze e due opinioni ben distinte.

Una considera ideale il “vetro” in plastica per le sue caratteristiche di elasticità, in presenza di aumento di pressione. Queste caratteristiche aumentano, addirittura, la tenuta stagna dello strumento grazie alle doti di deformabilità proprie della plastica. Il vetro in plastica, inoltre, è molto economico e, dunque, utile a contenere il costo dell’orologio.

Ma il materiale più utilizzato, in ambito professionale, è senza dubbio il vetro in zaffiro sintetico. Il vetro zaffiro ha grandi doti di trasparenza ed è difficile da scalfire, oltre ad avere doti strutturali che consentono la sua installazione a filo con la lunetta offrendo il minor appiglio possibile a urti trasversali.

Da preferire, per la loro capacità di trasformare l’orologio in un vero e proprio blocco unico con la cassa, sono i vetri zaffiri bombati e sagomati, capaci di offrire una maggiore resistenza alla pressione a parità di spessore, o, addirittura, quelli a doppia curvatura batiscafica (come quello dell’Ocean 2000 dell’IWC).

Poco adatti all’utilizzo professionale sono, infine, i vetri minerali che, per la loro struttura rigida e poco elastica, mal si adattano alle esigenze subacquee.

Il quadrante

 

Priorità fondamentale nel progettare il quadrante di un orologio subacqueo è la leggibilità. Linearità grafica e immediata percezione delle indicazioni fornite dallo strumento sono da considerarsi necessarie anche, e soprattutto, in situazione di scarsa illuminazione. Ciò si traduce, solitamente, in indici generosi e fluorescenti, in sfere sovradimensionate, anch’esse trattate con abbondante materiale fluorescente, e in fondi neri o blu che rendono maggiormente visibili le zone del quadrante trattate al tritio (il materiale utilizzato per rendere gli indici fluorescenti).

Tutto ciò delinea un quadro rigoroso e privo di qualsiasi licenza espressiva che ha, nel corso degli anni, attenuato la creatività delle case orologiere, definendo un archetipo consolidato di orologio subacqueo.Le alternative possibili a questo schema, estremamente uniforme, sono rappresentate dall’utilizzo dei nuovi materiali elettroluminescenti utilizzabili come fondo del quadrante: in questo caso tutto il quadrante sarà luminoso (arancione, giallo, oppure verde) e gli indici scuri, a contrasto. E’ bene precisare, comunque, che questa soluzione non offre alcun vantaggio reale rispetto a quella tradizionale, e che le case più importanti restano, in genere, fedeli all’impostazione collaudata costituita dal fondo scuro con indici chiari.

Secondo le norme NIHS, il test riferito alla leggibilità del quadrante prevede che, in un ambiente buio, devono essere ben visibili, da una distanza di 25 centimetri, le indicazioni dell’ora, dei tempi di preselezione e quelle di verifica del corretto funzionamento dell’orologio.

Il bracciale e il cinturino

 

Le opzioni migliori sono costituite dal bracciale in metallo o dal cinturino in gomma o pelle.

Molte grandi case orologiere forniscono gli orologi di più alternative (di solito, sia il bracciale in metallo che il cinturino in gomma o caucciù) corredando il orologio di attrezzi utili sia alla sostituzione del bracciale con il cinturino (o viceversa), sia all’allungamento del bracciale (con maglie aggiuntive), per renderlo compatibile all’utilizzo sopra la muta subacquea.

Esigenze estetiche ed economiche sono alla base della scelta di equipaggiare l’orologio con il bracciale o con il cinturino in quanto, come ben si comprende, la seconda opzione è la più economica.

I vantaggi del cinturino in gomma sono: grande elasticità, assoluta impermeabilità, aderenza ed affidabilità; grazie al prezzo contenuto, poi, il cinturino in gomma, può essere sostituito di frequente mantenendo così inalterata la funzionalità generale.

Da scartare assolutamente i pellami classici che, per le loro caratteristiche, s’impregnerebbero d’acqua, deteriorandosi velocemente.

Diverso è il discorso riguardante le pelli idrorepellenti, come lo squalo, la razza o i nuovi materiali sintetici: queste soluzioni sono abbastanza opportune tenendo però presente che i cinturini normali, anche in pellami appositamente studiati per essere immersi in acqua, non sono disponibili, di solito, con lunghezze tali da renderli adattabili alla muta da sub; ciò li rende utili, dunque, a un uso prevalentemente amatoriale.

Adatto alle immersioni, eterno e indistruttibile, è il bracciale in acciaio o in titanio (per il quale vale un discorso analogo a quello fatto riguardo alla cassa).

Il metallo non teme l’usura arrecata dalla salsedine e dall’acqua, è piacevole da indossare e non dà fenomeni allergici, anche se ovviamente è più costoso di ogni genere di cinturino.

Importante è che il bracciale sia dotato di una chiusura pratica e affidabile, provvista di fermaglio di sicurezza (per impedire aperture indesiderate) e di una prolunga, di solito “celata” nella chiusura pieghevole, utile per indossare l'orologio sopra la muta.

In ogni caso, sia i cinturini sia i bracciali vanno risciacquati accuratamente, con l’orologio, dopo ogni immersione, per evitare gli inconvenienti correlati all’accumulo di sedimenti di sale.

Il movimento

 

I movimenti utilizzati per i crono sub, in genere, sono al quarzo o meccanici a carica automatica; è assai raro l’utilizzo di movimenti meccanici a carica manuale.

A favore del movimento meccanico vi è la tendenza a operare in una più vasta gamma di situazioni e temperature, senza necessità di periodiche sostituzioni di batterie (necessaria nei modelli al quarzo); aperture e chiusure frequenti del fondello per la sostituzione della batteria, possono infatti risultare dannose per le guarnizioni di tenuta. Il movimento meccanico ha poi un indubbio prestigio d’immagine che conferisce al orologio un valore aggiunto in termini di classe e di raffinatezza. I movimenti al quarzo, al contrario, garantiscono una maggiore precisione e affidabilità, oltre ad un prezzo d’acquisto molto più competitivo.

Un po’ di storia...

 

Fino dal 1920 Rolex aveva lavorato per lo sviluppo di orologi subacquei del famoso modello Oyster, ma la data storica in cui è nata l’orologeria subacquea è il 7 di ottobre del 1927. Infatti, in una fredda mattina di ottobre del 1927 l'indomita nuotatrice britannica Mercedes Gleitze, dopo aver tentato inutilmente per sette volte, realizzò l'impresa di attraversare il Canale della Manica a nuoto. Al suo polso c’era un Rolex Oyster che, dopo la traversata della Manica, funzionava regolarmente.

Da quel momento in poi gli orologi hanno potuto accompagnare, senza dover temere alcunché, i loro proprietari nelle loro imprese acquatiche. La strada, indicata da Rolex attraverso i brevetti della cassa “Oyster “e della corona a vite, è stata successivamente percorsa da molti altri produttori, con risultati eccellenti e, in alcuni casi, sbalorditivi.

Per sottoporre il prototipo MKI del Rolex Deep Sea Special a un test al quale nessun orologio subacqueo era mai stato sottoposto prima, la maison ginevrina contattò il professor Jacques Piccard affinchè provasse l’orologio durante i suoi esperimenti subacquei. Piccard accettò e gli ingegneri della Rolex progettarono un orologio con una cassa speciale e un vetro a cupola concepiti appositamente per sopportare una pressione estrema. Le prove di tenuta furono effettuate fissando un orologio all’esterno del batiscafo “Trieste” con il quale il professor Piccard faceva i suoi esperimenti a profondità abissali.

Le prove fatte nel 1950 sul prototipo del Deep Sea Special MKI non ebbero successo, ma tre anni dopo, esattamente il 30 settembre 1953, il Rolex Oyster Deep Sea Special MKII fissato all’esterno del batiscafo “Trieste” raggiunse la profondità di 3150 metri nel Mar Tirreno, al largo dell’isola di Ponza.

Subito dopo Rolex lanciò il modello Submariner ref. 6204 “water proof 100 metri”, che fu presentato alla Fiera di Basilea nella primavera del 1954; cui fece seguito il Submariner “Big Crown” ref. 6200 “water proof 200 metri”.

Il Rolex Submariner introdusse nell’orologeria subcaquea alcune delle caratteristiche innovative che presto sarebbero state adottate da tutte le altre case concorrenti: dalla lunetta rotante per segnare il tempo d’immersione, alla chiusura di sicurezza “Flip Lock”, al bracciale estensibile “Diver’s Extension” per poter indossare l’orologio sopra la muta subacquea. 

Nel 1958 il batiscafo “Trieste” fu acquistato dalla U.S. Navy, che lo modificò per condurre esperimenti subacquei a profondità ancora maggiori. Così nel 1960 Auguste e Jacques Piccard, accompagnati dal tenente Donald Walsch scesero con il batiscafo nel più profondo punto della terra conosciuto: la Fossa delle Marianne nell’Oceano Pacifico a 10915 metri di profondità (35810 piedi) e ancora una volta un Rolex Submariner Deep Sea Special fu fissato all’esterno del batiscafo e resistette alla pressione di oltre una tonnellata per centimetro quadrato (esattamente 1150 kg/cm2).

Incredibilmente, dopo la risalita, il Deep Sea Special forniva con precisione l’ora esatta, nonostante l’impressionante sollecitazione alla quale era stato sottoposto.

Un altro esempio significativo, e sbalorditivo al tempo stesso, è rappresentato da Kienzle che, sul finire degli anni ’90, inventò e brevettò un liquido, auto lubrificante, da utilizzare per riempire le casse degli orologi; in questo modo i orologio riuscirono ad ottenere prestazioni inarrivabili in fatto di impermeabilità. Basandosi sul principio di incomprimibilità dei liquidi, infatti, gli orologi subacquei Kienzle raggiungono gradi di resistenza alla pressione mai ottenuti prima d’ora da modelli in commercio (9.000, 10.000 o 12.000 metri a seconda del materiale utilizzato per la realizzazione della cassa).

Come si vede, nel corso del 20° secolo, il progresso e la ricerca scientifica hanno ottenuto risultati che, solo agli inizi del ‘900, parevano irraggiungibili.

Oggi, marchi prestigiosi come Rolex, Officine Panerai, Omega, Blancpain, IWC e molti altri producono orologi realmente impermeabili; strumenti effettivamente stagni in ogni condizione di utilizzo, in grado di sopportare le sollecitazioni, a volte impressionanti, alle quali sono sottoposti assieme ai professionisti dell’immersione.

Il Rolex Sea-Dweller ref. 1665 dotato di "Gas Escape Valve"

Rolex Oyster Perpetual Date Sea-Dweller...

il mio orologio subacqueo!

 

Il Rolex "Oyster Perpetual Date Sea-Dweller" fa parte di una linea di orologi subacquei della maison ginevrina che resiste a una profondità d’immersione subacquea di 2000 piedi (610 metri) per i modelli più datati e fino a 4000 piedi (1220 metri) per le versioni più recenti.

Durante il 1960, le attività commerciali negli oceani e nei mari realizzate da organizzazioni professionali richiedettero lunghe immersioni e, di conseguenza, furono progettati orologi di sicurezza per lo svolgimento di operazioni d’immersione a grande profondità.

Il Rolex Sea-Dweller trae le sue origini proprio da una precisa esigenza tecnica di una celebre società francese di operazioni sottomarine, la COMEX (acronimo di COmpagnie Maritime d'EXpertise), che ha portato allo sviluppo nel 1967 del primo orologio “ultra resistente” al mondo. Tra le mansioni della COMEX ci sono le operazioni di manutenzione agli impianti di trivellazione sottomarini, situati a elevatissime profondità, che impongono ai sommozzatori lunghe permanenze negli abissi marini. La risalita in superficie da queste profondità, soprattutto se fatta troppo velocemente, può rivelarsi problematica e far insorgere un’embolia gassosa dovuta all’azoto presente nella miscela di gas respirata dal subacqueo. Per evitare questo pericolo sono attuate due soluzioni: al sommozzatore viene fornita una miscela artificiale priva di azoto, composta solo di ossigeno ed elio, e iniziano ad essere impiegate apposite camere di decompressione in grado di mutare gradualmente pressione e composizione dell’aria per preparare adeguatamente i sub alle condizioni che incontreranno a grandi profondità e successivamente ripetere il processo inverso dopo la riemersione. Per raggiungere la profondità stabilita senza alterare le condizioni raggiunte tramite questo procedimento i subacquei si servono di una specifica “campana” da immersione, capace di mantenere i valori ottenuti nella camera di decompressione e permettere anche, a lavoro ultimato, una più sicura risalita in superficie.
Prima di queste innovazioni gli operatori della COMEX impiegavano normali Rolex "Submariner" ref. 5513, garantiti impermeabili fino a 660 piedi (200 metri) e perfettamente adatti alle immersioni tradizionali. Ma con l’utilizzo dei nuovi metodi si manifestava un nuovo inconveniente: l’elio impiegato nelle camere di decompressione e nelle “campane” riesce a penetrare all’interno degli orologi tramite la giunzione tra cassa e vetro, ma non è in grado di fuoriuscire con la stessa rapidità con cui viene ripristinata la pressione atmosferica una volta ritornati in superficie, perciò la pressione che si genera all’interno dell’orologio provoca la frantumazione del vetro, rendendo l’orologio inservibile.

Questo inconveniente portò la Rolex attorno alla fine del 1967 a presentare un’evoluzione del "Submariner" ref. 5514 denominata "Sea-Dweller" ref. 1665 che possiede una piccola valvola, posizionata sul lato opposto alla corona di carica, che permette la fuga dell’elio. La nuova valvola denominata “Oyster Gas Escape Valve” unisce semplicità costruttiva a un’eccellente funzionalità: è costituita da un piccolo pistone unidirezionale a molla, reso stagno da un’O-ring. Scendendo in profondità la pressione esercitata dall’acqua preme il pistoncino contro l’O-ring, garantendo la tenuta stagna. Risalendo verso la superficie, invece, la pressione esercitata dall’elio all’interno dell’orologio provoca l’apertura della valvola, permettendo la fuoriuscita del gas e preservando l’integrità del vetro.

Nel 1978 Rolex presenta un modello completamente rinnovato, il "Sea-Dweller" ref. 16660 che va ad affiancare, senza sostituirlo, il ref. 1665. I cambiamenti rispetto al predecessore sono notevoli, per ottenere performances ancora migliori nell’utilizzo subacqueo e confermano la spiccata vocazione tecnica dell’orologio. La massima profondità raggiungibile raddoppia, passando dai precedenti 2000ft-610m agli attuali 4000ft-1220m. La nuova cassa presenta una valvola di dimensioni notevolmente maggiori per consentire una più agevole fuoriuscita dell’elio nelle fasi di decompressione e cambiano le scritte riportate sul fondello.

Con una profondità ufficiale di 4000 piedi (1220 metri), il "Sea-Dweller" fino al 2007 rappresentava il più resistente orologio meccanico della produzione in serie. Dopo la sua uscita di scena nel 2007 e con l’introduzione del più moderno e robusto "Sea-Dweller Deepsea" la profondità massima è stata portata a 12800 piedi (3900 metri) stabilendo così un nuovo primato per gli orologi meccanici!

Il Rolex Sea-Dweller Deepsea, impermeabile fino a 3900 mt.

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