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di Tecnica & Medicina

 

 

84.  L'IMMERSIONE NEI FIUMI E NEI TORRENTI

Quella nei fiumi e nei torrenti è un tipo d’immersione sicuramente insolito per i subacquei sportivi, mentre viene spesso effettuata da sommozzatori dei vigili del fuoco o di altri corpi statali per recuperare i corpi delle vittime di incidenti oppure oggetti dispersi a seguito di incidenti o calamità, oltre che da studiosi che effettuano ricerche scientifiche e archeologiche.

Trattandosi di un'immersione in un ambiente particolare, l’immersione in un corso d’acqua deve essere sempre pianificata accuratamente, sia sotto il profilo dell’esecuzione che delle attrezzature da impiegare, in base alle sue condizioni e agli obiettivi dell’immersione.

L’aspetto fondamentale da considerare è ovviamente la corrente e va rilevato che ci sono alcune sostanziali differenze tra la corrente di un fiume e quella di un torrente di montagna.

Infatti, in superficie la corrente del fiume è potente ma costante, mentre diminuisce progressivamente sul fondo. Nel torrente invece, il principio rimane uguale ma le irregolarità dell’alveo e la presenza di ostacoli (massi, tronchi, ecc.) fanno sì che la corrente forte arrivi anche sul fondo provocando pericolosi vortici. Inoltre, lo scorrere di un torrente è molto irregolare e le diverse deviazioni del suo corso danno alla corrente delle spinte più o meno potenti.

La velocità della corrente

 

0.20 m/s Corrente quasi ferma

2.00 m/s Corrente media/veloce, scorrevole e poco visibile, senza schiuma

2.50 m/s Limite massimo per trattenersi a una corda (forza massima a cui un uomo riesce a resistere)

3.50 m/s Corrente minima all’uscita dei “pozzi“ (molto pericolosa)

 

Termini di paragone (esempi di velocità)

 

2.08 m/s Record mondiale 100 m nuoto stile libero

2.70 m/s Record mondiale 100 m nuoto pinnato

 

I pericoli

 

Le immersioni nei fiumi e nei torrenti presentano una serie di pericoli oggettivi, ai quali si sommano i pericoli soggettivi legati al subacqueo.

 

Pericoli oggettivi

– Aumento del volume dell’acqua

– Acqua torbida

– Acqua fredda

– Rapide, cascate, gole, salti, sifoni.

– Ostacoli sopra e sott’acqua (rami, tronchi, massi)

– Schiuma

 

Pericoli soggettivi

 Poca conoscenza teorico/pratica delle caratteristiche dell’immersione in un fiume

– Sottovalutazione del luogo d’immersione

– Disorganizzazione dei subacquei

– Equipaggiamento non idoneo

– Mancanza di allenamento

– Presunzione del subacqueo

 

Da tutti questi pericoli ci si difende solo con una buona organizzazione, che significa:

– Avere un responsabile dell’immersione (il capogruppo)

– Prendere le necessarie informazioni e fare un sopralluogo

– Esperienza del gruppo

– Equipaggiamento personale idoneo

– Sicurezze: esterne e in acqua

– Materiale di gruppo, cioè: materiale alpino, come corde e moschettoni di sicurezza, un kit di pronto soccorso, con bombola di O2, mezzi di comunicazione idonei ed equipaggiamento di riserva

Equipaggiamento personale

Per quanto riguarda l’attrezzatura scuba sarà la stessa che si impiega in mare, ma dovrà essere ridotta al minimo indispensabile. Infatti, dovendo spesso affrontare correnti anche di una certa intensità, si dovrà essere il più leggeri e idrodinamici possibile per opporre la minima resistenza al flusso del fiume.

  • Maschera: è meglio far passare il cinturino della maschera al di sotto del cappuccio della muta, per limitare la possibilità che la maschera sia strappata via dalla corrente. In caso di forti correnti (ad es. nell’immersione in un torrente di montagna) è meglio indossare un caschetto da canoista o rocciatore, per proteggere il capo da pericolosi urti contro le rocce.
  • Pinne: devono essere rigide e non eccessivamente lunghe. Può essere utile impiegare qualche tipo di fissaggio supplementare alle caviglie (ad es. usando elastici fatti da pezzi di camera d’aria) per ridurre il rischio di perdita delle pinne
  • Muta: è preferibile usare la muta umida rispetto alla stagna per la maggior libertà e agilità di movimento che la prima consente. Inoltre la muta umida evita l’involontario affioramento nella corrente (le acque dei fiumi superano raramente la decina di metri di profondità), perché un errato gonfiaggio della stagna può far emergere rapidamente spingendo il sub nella zona di maggiore corrente.
  • Guanti: devono essere robusti e sono indispensabili per evitare tagli e abrasioni.
  • Zavorra: è meglio utilizzare un paio di chili in più rispetto al mare, in modo da avere un assetto leggermente negativo per contrastare più efficacemente la forza della corrente.
  • Jacket: può essere superfluo, comunque è meglio adottarne sempre uno di volume e profilo minimo. Per sicurezza è meglio che non sia collegato alla frusta di gonfiaggio.
  • Erogatore: ne basta uno solo. Data la profondità sempre bassa del fiume la fonte d’aria alternativa è del tutto superflua.
  • Bombola: è inutile avere una grande scorta d’aria data la bassa profondità. Una bombola ingombrante è controproducente anche ai fini dell’assetto e dell’idrodinamicità del subacqueo, perciò un monobombola da 10 litri è più che sufficiente. 
 

Precauzioni

 

E’ importante che tutta l’attrezzatura sia indossata in modo da formare un insieme compatto attorno al proprio corpo, senza che nulla sporga, per evitare che in caso di urti contro le rocce del fondo o altri ostacoli come rami o tronchi d’albero l'attrezzatura possa fare incagliare il subacqueo. Più "pulita" e ridotta è l'attrezzatura, meglio è!

 

Siccome la corrente più forte è sempre presente in superficie e al centro del corso d’acqua, l’immersione deve essere fatta sul fondo e in prossimità delle rive del fiume.

Un’attenta osservazione del corso d’acqua prima di iniziare l'immersione può dare delle indicazioni utili sulla corrente. Se in superficie la corrente non è visibile, si possono usare delle foglie o altro materiale galleggiante, oppure la boa segna-sub filata in acqua con il reel.

 

Se sul fondo c’è della sabbia vuol dire che la corrente è assente. La presenza di sassi grandi, invece, indica una corrente media; mentre un fondo pulito, senza ciottoli o sabbia indica una corrente impetuosa. In quest’ultimo caso se ci si vuole immergere bisogna utilizzare sempre una cima di sicurezza di adeguato spessore e robustezza, il cui capo libero deve essere tenuto da due o più assistenti sulla riva che devono seguire passo passo il procedere del subacqueo, in modo da lasciare alla cima sempre il minimo imbando impedendo che una voluta possa incagliarsi sul fondo.

La cima di sicurezza va fissata con una gassa d’amante o con un moschettone direttamente attorno alla vita del subacqueo, evitando assolutamente di legarla ai D-ring del jacket. Inoltre, per maggiore sicurezza, è meglio tenere sempre un coltello o un taglia sagole fissato nella zona del torace, in modo da poter tagliare la cima il più rapidamente possibile in caso di necessità.

 

Attenzione!

Uno dei pericoli maggiori dell’immersione nei fiumi è quello dei sifoni, che sono dei passaggi più o meno grandi posti sotto un ostacolo come ad esempio un grande masso. In questi punti la corrente diventa più forte a causa dell’effetto Venturi e un subacqueo inesperto può essere risucchiato nel sifone rimanendovi incastrato. Per evitare il pericolo costituito dai sifoni è bene immergersi a valle e contro corrente: passando a valle di un sifone il sub sarà allontanato dalla corrente, mentre giungendovi da monte sarà aspirato.

Per immergersi nei fiumi di montagna bisogna fare particolare attenzione alle condizioni meteo, infatti, mentre magari a valle nel luogo prescelto per l’immersione c’è il sole, in alta montagna può scatenarsi un forte temporale, che può anche provocare un considerevole e improvviso aumento della portata d’acqua con tutte le conseguenze immaginabili per sicurezza del subacqueo.

 

 

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