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		186. La controdiffusione isobarica secondo NAUITEC e GUE 
				  
				
					
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						Come NAUITEC gestisce la contro 
						diffusione isobarica 
						
						
						
						di Daniel Millikovsky (Instructor 
						Trainer ed Examiner NAUITEC) 
						
						
						  
						
						
						C'è un po’ 
						di confusione nella comunità delle immersioni tecniche 
						sul fatto che dovremmo prestare attenzione alla legge 
						fisica della controdiffusione isobarica durante la 
						pianificazione dei cambi di gas, in particolare durante 
						la risalita.  
						
						
						Ecco alcune delle basi di questo 
						argomento e in che modo NAUITEC, la divisione tecnica 
						della NAUI, affronta la questione nell’addestramento e 
						nelle operazioni subacquee dal 1997.  
						
						
						  
						  
						
						
						Tratto da “NAUI 
						Technical Diver “(libro 
						di testo NAUITEC ed. 2000):
						 
						«La controdiffusione isobarica (isobaric 
						counterdiffusion ICD) descrive un vero meccanismo di 
						trasporto del gas nel sangue e nei tessuti dei subacquei 
						che usano elio e azoto. Non è solo una questione 
						teorica, e ha impatti importanti sulle immersioni 
						tecniche. È stata osservata per la prima volta in 
						laboratorio da Kunkle e Strauss in esperimenti di bolle, 
						è una legge fisica di base, è stata studiata per la 
						prima volta da Lambertsen e Idicula nei subacquei, è 
						stata ampiamente riportata su riviste mediche e di 
						fisiologia ed è accettata dalla comunità scientifica che 
						si occupa di decompressione in tutto il mondo.» 
						  
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						Cosa significa 
						controdiffusione isobarica: 
						isobaro vuol dire "uguale pressione", mentre 
						controdiffusione significa due o più gas che si 
						diffondono in direzioni opposte. Per i subacquei, i gas 
						in questione sono i gas inerti azoto ed elio e non i gas 
						metabolici come ossigeno, anidride carbonica, vapore 
						acqueo o altri gas che si trovano in tracce 
						nell'atmosfera.  
						
						
						In particolare, l'ICD durante le 
						immersioni in trimix riguarda i due gas inerti azoto ed 
						elio che si muovono in direzioni opposte a parità di 
						pressione ambientale nei tessuti e nel sangue. Per 
						capirlo, dobbiamo considerare le loro velocità di 
						diffusione relative.  
						I gas più leggeri si diffondono più velocemente dei gas 
						più pesanti, infatti, l'elio (He) è 7 volte più leggero 
						dell'azoto (N2 ) e si diffonde 2,65 volte più 
						velocemente. 
						
						
						Se un sub ha un tessuto carico di azoto e 
						se il suo sangue è caricato con elio, ciò comporterà un 
						maggior carico totale di gas perché l'elio si diffonderà 
						nel tessuto e nel sangue più rapidamente di quanto 
						l'azoto si diffonda, con conseguente aumento delle 
						tensioni del gas inerte.  
						Al contrario, se un sub ha tessuti carichi di elio e il 
						suo sangue è caricato di azoto, questo produrrà 
						l'effetto opposto: l'elio si diffonderà più velocemente 
						dell’azoto e le tensioni del gas inerte totale saranno 
						inferiori. Quest'ultimo caso è ciò che nella 
						pianificazione della decompressione possiamo chiamare un 
						"buon ICD", ma dobbiamo scegliere saggiamente le 
						frazioni di N2 da respirare in risalita.  | 
					 
					 
				
					
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						Uno 
						
						
						studio condotto da Doolette e Mitchell sulla IEDCS, la 
						malattia da decompressione dell'orecchio interno 
						("Biophysical basis for inner ear decompression sickness" 
						giugno 2003) dimostra inoltre che l'orecchio interno 
						potrebbe non essere ben protetto dai comuni algoritmi 
						decompressivi (ad esempio il Bühlmann).  
						Doolette e Mitchell ritengono infatti che il passaggio 
						da una miscela ricca di elio a una miscela ricca di 
						azoto (come avviene comunemente nell'immersione tecnica 
						quando si passa da trimix a nitrox in risalita) può 
						causare una sovrasaturazione transitoria di gas 
						inerte all'interno dell'orecchio interno e provocare 
						IEDCS. Perciò suggeriscono che i cambi di gas 
						respiratorio da miscele ricche di elio a miscele ricche 
						di azoto dovrebbero essere attentamente programmati 
						in profondità (tenendo in debito conto la narcosi da 
						azoto), oppure essere poco profondi per evitare 
						il periodo di supersaturazione massima risultante dalla 
						decompressione. Inoltre gli switch gas dovrebbero essere 
						fatti mentre si sta respirando la massima PPO2 
						tollerabile tenuto conto della tossicità dell'ossigeno.  
						
						
						Nel caso di mute stagne gonfiate con gas 
						leggeri mentre si respirano gas più pesanti, le lesioni 
						cutanee che risultano sono soltanto un effetto 
						superficiale e la sintomatologia è definita "ICD 
						sottocutaneo". Invece le bolle che derivano dai 
						cambi di gas da pesante a leggero sono chiamate "ICD 
						dei tessuti profondi" e, ovviamente, non sono un 
						fenomeno che interessa la superficie cutanea.   | 
					 
					 
				
					
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						Le regole 
						per evitare l’ICD sono semplici: non gonfiare la muta 
						stagna con un gas più leggero di quello che si sta 
						respirando ed evitare cambi di gas da pesante a 
						leggero durante la decompressione. In entrambi i 
						casi, il rischio di produzione di bolle aumenta con 
						l'aumentare del tempo di esposizione. 
						
						
						Più semplicemente si può dire che i 
						passaggi da miscele leggere a pesanti riducono il carico 
						di gas, mentre li passaggi da gas pesanti a leggeri 
						aumentano il carico di gas. Si noti, tuttavia, che 
						nessuno di questi problemi di controdiffusione si 
						verifica quando ci si immerge con un rebreather a 
						circuito chiuso (CCR).  | 
					 
					 
				
					
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						La NAUI è 
						una delle poche agenzie didattiche che ha dei 
						protocolli specifici per contrastare la controdiffusione 
						isobarica (ICD) 
						L'ICD non è una teoria scientifica, è un dato di 
						fatto! Comprendere ed evitare l'ICD è il modo per 
						ridurre la formazione di bolle e diminuire il rischio di 
						DCS, inoltre permette di fare una decompressione più 
						efficiente. 
						
						
						Sappiamo che 
						le immersioni in trimix profonde richiedono un’alta 
						percentuale di elio e una bassa percentuale di azoto 
						nella miscela respiratoria. [E’ da notare che NAUITEC 
						impone una profondità narcotica equivalente (END) di 30 
						metri, simile a quanto prevede GUE].  
						
						
						La NAUITEC 
						adotta un approccio alla decompressione trimix basato su 
						una scala gerarchica di riduzione del rischio di ICD. 
						
						
						Nella "Regola di ordine zero" (cioè 
						con rischio zero di ICD) NAUITEC raccomanda ai subacquei 
						di non passare dalle miscele con elio a quelle con 
						azoto (nitrox) durante la risalita.  
						Invece, i subacquei devono decomprimersi con il gas di 
						fondo (trimix) fino a raggiungere la tappa dei 6 m / 20 
						piedi e poi devono passare all’ossigeno puro: questo 
						riduce il caricamento di inerte e riduce al minimo i 
						cambi di gas.   | 
						
						 
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						Se il sub 
						vuole ridurre la decompressione e/o vuole aggiungere un 
						gas decompressivo profondo, deve passare a una 
						miscela decompressiva intermedia, in particolare un 
						trimix "iperossico" (chiamato anche elitrox o triox), 
						con una frazione di ossigeno superiore al 23,5%. In 
						pratica ciò si ottiene sostituendo l'elio con ossigeno e 
						mantenendo la frazione di azoto uguale o idealmente 
						inferiore. Questo evita la controdiffusione isobarica 
						dell’azoto. 
						NAUITEC raccomanda inoltre che i subacquei mantengano 
						sempre una profondità dell'aria equivalente (END) non 
						superiore a 30 m / 100 piedi. 
						
						
						Questo è ciò che NAUITEC raccomanda e 
						pratica, ritenendo che comporti meno rischi rispetto al 
						passaggio da un gas di fondo trimix a un nitrox (EAN 50) 
						a 21 m / 70 piedi, che è una pratica comune tra i 
						sub. In questo modo i gradienti di pressione per l'azoto 
						si riducono al minimo evitando l’ICD. 
						
						
						  
						
						
						Vi sono poi delle regole aggiuntive che 
						presentano un rischio maggiore: 
  
						
						
						La "Regola del primo ordine" è che 
						nessun passaggio da elio ad azoto avvenga ad una 
						profondità maggiore di 30 m / 100 piedi.  
						 
						La "Regola del secondo ordine" è che nessun 
						passaggio da elio ad azoto avvenga ad una profondità 
						maggiore di 21 m / 70 piedi. Quest'ultima regola è 
						comune nelle immersioni tecniche, ma di certo non è 
						stata verificata formalmente.  
						 
						In ogni caso basta dire di no quando i rischi superano i 
						benefici. Molte volte, il vantaggio di un cambio di gas 
						è inferiore al rischio, e la riduzione del rischio è 
						sempre l'obiettivo principale.   | 
					 
					 
				
					
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						La posizione della GUE sulla 
						controdiffusione isobarica 
						
						
						
						di Richard Lundgren (Istructor Trainer ed Evaluator GUE) 
						
						
						  
						
						
						La GUE non 
						contesta la controdiffusione isobarica (ICD) perchè fa 
						parte del modo in cui si raggiunge la maggiore 
						efficienza della decompressione, per esempio 
						massimizzando il gradiente tra i diversi gas inerti 
						presenti nei tessuti di un subacqueo e ciò che viene 
						respirato. Questo a volte viene definito "effetto ICD 
						positivo". Il rovescio della medaglia è l'effetto 
						ICD negativo, che comporta un potenziale aumento del 
						rischio di malattia da decompressione (DCI), e di 
						manifestazioni subcliniche più comuni che colpiscono 
						l'orecchio interno e causano la malattia da 
						decompressione dell'orecchio interno (IEDCS). 
						
						
						  
						
						
						Sebbene il 
						meccanismo esatto non sia noto, un potenziale fattore 
						aggravante potrebbe benissimo essere l'ICD quando il 
						gradiente risultante da un passaggio da una miscela con 
						elio a una miscela nitrox è troppo grande. Questo a 
						volte viene chiamato "nitrogen slam" e si 
						verifica quando un gas a bassa diffusività viene 
						trasportato in un tessuto più rapidamente di un gas a 
						maggiore diffusività, come quando si passa dal gas di 
						fondo, ad esempio un trimix 15/55,  a un gas di 
						decompressione nitrox come EAN 50 a 21 m / 70 piedi. Ciò 
						può provocare la sovrasaturazione di alcuni tessuti e, 
						di conseguenza, la formazione di bolle.   | 
						
						 
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						Basandosi 
						solo sulla teoria dell'ICD, si potrebbe trarre la 
						conclusione che qualsiasi passaggio ad un gas che non 
						contiene elio dopo un'immersione in trimix / eliox 
						aumenterebbe lo stress da decompressione. È proprio qui 
						che gli accademici devono essere allineati con 
						l'applicazione pratica e le prove empiriche.  
						
						
						La pratica di "cambiare miscela presto 
						e profondamente", che ha portato alcuni subacquei a 
						passare all'aria a grande profondità al fine di 
						massimizzare lo smaltimento dell'elio, era una pratica 
						inizialmente comune nella comunità dei subacquei 
						tecnici. È stata una pratica che molto probabilmente ha 
						comportato un elevato rischio non solo di malattia da 
						decompressione, ma anche di narcosi d’azoto e dei 
						problemi che può causare. Questa pratica, come molti 
						probabilmente sanno, non è stata approvata dalla GUE. Al 
						contrario, GUE è stata la prima didattica a richiedere 
						l’impiego del trimix quando ci si immerge a 
						profondità superiori a 30 m / 100 piedi, sia per il 
						gas di fondo che per il gas decompressivo. GUE è stata 
						alche la prima agenzia a sostenere il passaggio dal gas 
						di fondo a base di elio all'EAN50 solo in circostanze 
						speciali.  
						
						
						Tuttavia, nella comunità molto attiva dei 
						subacquei GUE non si sono viste indicazioni o 
						statistiche significative che dimostrano che è elevato 
						il rischio o il verificarsi di DCI quando si passa a EAN 
						50 come primo gas di decompressione dopo un’immersione 
						in trimix 15/55 a 72 m /  250 piedi.  
						Per le immersioni più profonde, vengono utilizzati gas 
						decompressivi aggiuntivi, e tutti questi contengono 
						elio. 
						
						
						  
						
						
						Un altro 
						possibile problema si potrebbe verificare quando i 
						subacquei passano brevemente al loro back gas contenente 
						elio dopo aver decompresso con EAN50 ma prima di passare 
						all'ossigeno puro e/o di fare un "break gas" 
						dell'ossigeno durante la decompressione a 6 m / 20 
						piedi .  
						
						
						Tuttavia, sulla base di migliaia di 
						immersioni con decompressione fatte nella comunità dei 
						subacquei GUE, non è stato segnalato che questi break 
						gas abbiano causato problemi. Si noti poi che questi 
						cambi di gas vengono fatti a profondità ridotte e quindi 
						con gradienti di pressione ridotti. 
						
						
						  
						
						
						L’ICD 
						superficiale, che avviene quando il corpo è 
						circondato da un gas meno denso rispetto a ciò che viene 
						respirato, per i subacquei è più un problema teorico, 
						perché i sub GUE non utilizzano miscele contenenti elio 
						per gonfiare la muta stagna, per le ovvie ragioni della 
						conducibilità termica di questo gas. 
						
						
						È interessante notare che le 
						preoccupazioni sull'ICD possono sembrare a prima vista 
						irrilevanti per i subacquei rebreather (CCR), supponendo 
						che il loro diluente rimanga lo stesso per tutta 
						l'immersion; ma la maggior parte dei subacquei in 
						circuito chiuso utilizza il bailout in circuito aperto, 
						e questo potrebbe richiedere dei cambi di gas. 
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						BIBLIOGRAFIA 
						NAUI Technical Diver, 
						National Association of Underwater Instructors, 2000.  
						
						
						
						Wienke BR, O’Leary T. “Ins and Outs of Mixed 
						Gas Counter Diffusion.” Tech Corner. Sources 3Q 
						2004: 45-47 
						
						Wienke 
						B.R. & O’Leary T.R. 
						
						Isobaric Counterdiffusion, Fact And Fiction 
						Advanced Diver Magazine 
						
						
						
						Technical Diving in Depth, 
						B.R. Wienke 
						
						
						Lambertsen C. J., Bornmann R. C., Kent M. B. (eds).
						
						
						Isobaric Inert Gas Counterdiffusion. 
						22nd Undersea and Hyperbaric Medical Society Workshop. 
						UHMS Publication Number 54WS(IC)1-11-82. Bethesda: 
						Undersea and Hyperbaric Medical Society; 1979; 182 pages.  
						
						
						Doolette, David J., Mitchell, Simon J. (June 2003). “Biophysical 
						basis for inner ear decompression sickness.” Journal 
						of Applied Physiology, 94(6): 2145–50.   | 
					 
					 
				
		  
		
		
		
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