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		IL 
		Relitto della M/N “Nicole”  
				
		
		
		
		Numana (AN)
		  
		
		
		  
				
		  
				
		La storia della 
		nave 
				
		A circa due miglia 
		al largo del porto di Numana, che si trova poco più a sud di Ancona, 
		dopo appena dieci minuti di navigazione in 
		direzione nord-est, si raggiunge il relitto della 
		motonave "Nicole", affondata durante una forte mareggiata nella notte tra il 26 e il 
		27 gennaio del 2003 mentre era diretta a Porto Levante nel delta del Po.  
				
		L’immersione su questo 
		relitto nonostante la modesta profondità è uno dei tuffi più interessanti che si possano fare nel medio Adriatico, infatti la nave, 
		che è appoggiata su un fondale di appena 13-14 metri ed è in 
		perfetto assetto di navigazione, è diventata una specie di reef 
		naturale, l'unico che si trovi nel raggio di diverse miglia quadrate di 
		fondale sabbioso ed è una importante zona di ripopolamento ittico. 
				
		Se si ormeggia la barca sulla prua o 
		sulla poppa della nave (indicate da alcune boe che sono state opportunamente ancorate 
		dai numerosi diving locali), si può 
		visitare il relitto esternamente e completamente in una sola immersione; 
		ma per esplorare con attenzione le parti penetrabili della nave, che 
		sono le più suggestive, è necessario 
		pianificare una 
		seconda immersione. 
				
		La m/n "Nicole" lunga 118 metri e larga 13, stazzava circa 2.800 tonnellate 
		ed era un cargo battente bandiera del Belize originariamente adibito 
		alla navigazione fluviale e lacustre, perciò la nave aveva un modesto 
		pescaggio, il fondo praticamente piatto e le sponde molto basse. 
		Probabilmente fu proprio la conformazione della nave, poco adatta a 
		resistere alle onde del mare, a causare il suo affondamento durante la 
		forte mareggiata. 
				
		Le parti 
		più interessanti da visitare in ciò che rimane della nave sono il castello di prua 
		(dove c'erano le officine e i magazzini delle attrezzature), 
		al di sopra del quale sono ben visibili i grandi verricelli salpa ancore 
		con le catene ancora avvolte che precipitano nel pozzo dell'ancora. Ancora più 
		interessante è il castello di poppa, con gli alloggi 
		dell'equipaggio, i bagni e la cucina, mentre sotto la poppa sono ben 
		visibili le due eliche intubate. La parte 
		della sala macchine, nella quale sono alloggiati i due grossi motori 
		diesel a 6 cilindri, è piena di sabbia e purtroppo non è accessibile ai sub.  
				
		Le quattro stive, 
		delle quali una è completamente chiusa, sono ancora piene del materiale che la nave 
		trasportava durante il suo ultimo viaggio: circa 3.000 tonnellate di 
		feldspato, un minerale utilizzato per la produzione del vetro, che 
		fortunatamente è assolutamente inerte e quindi non è pericoloso per 
		l'ambiente. In due delle stive la lamiera che le chiudeva oramai è 
		implosa, ricadendo all’interno e creando delle specie di grotte che 
		offrono un sicuro rifugio a quelle specie di pesci che prediligono le 
		tane (gronghi e corvine), ma vi si possono scovare anche dei grossi 
		astici. Per visitare le stive della nave, dove si nasconde parecchio 
		pesce, bisogna avere una torcia 
		potente e occorre muoversi con estrema cautela perché il carico di feldspato e 
		la sabbia del fondale penetrata all'interno riducono fortemente la visibilità al minimo brusco 
		movimento di pinne.  
				
		Solitamente 
		la visibilità è molto più buona a poppa della nave, specialmente nei 
		locali sottostanti il ponte di comando (che purtroppo ormai è stato 
		spazzato via dalle forti mareggiate invernali), nei quali è facile 
		penetrare dai vari portelloni e boccaporti che si affacciano sul mare o 
		"scendendo" dalle numerose scalette.   | 
				
				 Foto sotto: Le sovrastrutture poppiere della 
				m/n "Nicole" nei giorni immediatamente successivi all'affondamento, 
				quando con delle panne galleggianti si cercava di contenere lo 
				sversamento della nafta dei suoi serbatoi. 
				
				  
				
				  
				Il profilo 
				della nave 
				posata in assetto di navigazione su un fondale di 14 
				metri. 
				
				Questi 
		locali sono molto 
		suggestivi da visitare, specialmente nelle giornate di sole, quando attraverso le varie 
		aperture e i molti oblò che hanno ancora il vetro intatto filtrano i 
		raggi del sole che creano bei giochi di luce. All'interno dei locali, 
		oltre a nuvole di pesce azzurro, vi sono banchi di grossi cefali che 
		nuotano tranquilli, per nulla intimoriti dalla presenza dei 
		sub che frequentano il relitto. 
				Oggi 
				il relitto della "Nicole", a 
		causa delle forti mareggiate invernali, si è parzialmente insabbiato 
				cedendo sotto il peso del suo carico e si è spezzato in 
				due tronconi distanti una ventina di metri tra loro. In pochissimo tempo 
				il relitto della nave è stato 
		completamente colonizzato da cozze, ascidie, ostriche e spugne 
				incrostanti di ogni 
		genere. Di solito il relitto è completamente avvolto da nuvole di pesce azzurro. Nuotando sopra 
				la "Nicole" si è circondati di 
				acciughe, boghe, saraghi e mormore, mentre all'interno delle 
				cabine di poppa vivono grossi banchi di cefali e non è raro 
				incontrare qualche grossa spigola. 
				 
				  
				Ma la 
				particolarità di questa nave (un vero e proprio reef artificiale, 
				l'unico 
				in un fondale sabbioso che si estende per centinaia di 
				miglia quadrate) è di essere diventato l'habitat ideale per 
				una infinità di coloratissimi nudibranchi appartenenti a diverse 
				specie, anche piuttosto rare, che, specialmente nei mesi 
				primaverili, colonizzano i resti della nave. L'occhio del 
				subacqueo attento e allenato a cogliere i piccoli particolari 
				qui può scoprire moltissime varietà di questi piccoli e 
				affascinanti esseri 
				colorati. 
				 
				Tutta questa 
				microfauna rende quest'immersione molto 
		particolare e interessante per 
				gli appassionati di macrofotografia subacquea, nonostante si 
				svolga a pochi metri di profondità contornati da sterminate distese di 
				sabbia e di fango.  | 
			 
		 
		
			
				
				 
				Il relitto della "Nicole" 
				come si presentava nel 2008, prima che il ponte di comando 
				crollasse.  | 
				
				
				 
				Una bitta colonizzata dalle cozze.  | 
			 
		 
		
			
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		Alcune delle mie immersioni sulla "Nicole" 
		
		
		Sulla "Nicole" ho effettuato decine 
		e decine  di 
		immersioni, sia di giorno che di notte, ogni volta diverse e con 
		qualcosa di particolare da ricordare. 
		
		Nel tempo il 
		mare ha cambiato la fisionomia della nave e ogni volta che mi ci immergo 
		scopro nuovi particolari che mi erano sfuggiti in precedenza, oppure mi 
		accorgo che qualcosa... non c'è più. Nel mio log book restano le 
		testimonianze di ciò che ho visto e che a poco a poco il mare si è 
		portato via.  
		
		Ed ecco qui 
		i brevi racconti di alcuni dei miei tanti tuffi fatti sulla "nave dei nudibranchi". 
		
		  
		
		
		
		IMMERSIONE SULLA “NICOLE”    
		
		(1/10/2006 
		prof. 13,8 m. run time 52 min. temp. 20 °C) 
		  
		
		
		A 
		volte, anche in pochi 
		metri d'acqua e con scarsissima visibilità si può fare una bellissima 
		immersione... io l'ho fatta nel pomeriggio del 1° ottobre: 52 
		minuti d'immersione, nuotando lungo tutto il relitto della motonave "Nicole". 
		La nave, affondata nel 2003 a 
		circa 2 miglia a nord-est del porto di Numana, lungo la Riviera del Conero, 
		oggi è spezzata in due tronconi che distano appena pochi metri l'uno 
		dall'altro, ma questo non mi ha impedito di esplorare tutta la nave 
		durante una sola immersione. 
		
		Ci siamo immersi 
		in tre, scendendo 
		direttamente sopra la poppa della nave che si trova ad appena 5 metri di 
		profondità. All'inizio dell'immersione la visibilità era 
		pessima: non più di mezzo metro! Questo ha costretto me, Angela e il 
		nostro compagno d'immersione Marco a rimanere sempre a stretto contatto di pinne...  
		 
				
		Dapprima siamo scesi sotto alla poppa, ma le eliche 
		intubate, che si trovano a 
		circa 14 metri di profondità, oramai sono quasi completamente insabbiate, 
		perciò siamo risaliti e abbiamo iniziato a nuotare verso prua tenendoci 
		appena al di sopra della coperta. Le sovrastrutture della nave ormai 
		stanno rapidamente collassando e, in appena tre anni dal suo naufragio, si 
		sono verificati parecchi crolli.  
				
		Tutta la nave è ricoperta di cozze 
		(che sono molto abbondanti da queste parti) e di ostriche e ci sono parecchi 
		spirografi. Essendo l'unico reef artificiale su di un fondale basso e 
		sabbioso, il relitto è diventato il rifugio di parecchio pesce. Qui si 
		vedono spesso grossi gronghi e moltissimi saraghi, cefali, occhiate, 
		salpe e vario pesce azzurro. Negli anfratti hanno trovato rifugio anche 
		delle piccole aragoste. Insomma, uno scenario bellissimo e pieno di 
		vita, come proprio non ci si aspetterebbe in mezzo all'Adriatico. 
				
		Dopo aver 
		nuotato lungo tutta la coperta, abbiamo raggiunto la parte prodiera 
		della nave e siamo entrati nel castello di prua, 
		situato davanti alla prima delle quattro stive. All'interno del cassero 
		di prua, dove ci sono le officine, ho visto un estintore, ancora 
		attaccato sulla paratia, un'ascia e una manichetta antincendio, molte 
		cime arrotolate e ancora tanto altro materiale. Era come se il tempo si 
		fosse fermato nell'istante in cui la nave era affondata. Purtroppo tutto 
		questo materiale, testimonianza della "vita" della nave, con il tempo 
		andrà perduto o sarà "prelevato" dai cacciatori di souvenir e non 
		resteranno altro che le lamiere arrugginite.  
				
		Terminata 
		l'esplorazione della parte prodiera superiore, dove ci sono i grossi 
		argani salpa ancore, 
		siamo tornati verso poppa nuotando poco al di 
		sopra della coperta, rimanendo tra gli 8 e i 10 metri di profondità. Al 
		ritorno la visibilità è migliorata parecchio, infatti... si vedeva 
		persino ad un metro e mezzo di distanza!  
				
		Arrivati al 
		castello di poppa, siamo entrati nella cabina del secondo ponte, dove 
		c'è l'alloggio dell'equipaggio, con le cuccette disposte a paratia e gli 
		armadi. Poi abbiamo fatto un lungo giro nel quadrato (e lì ho scoperto 
		persino... un televisore!!) e infine siamo risaliti da un boccaporto 
		fino a su nella plancia di comando (dove, ovviamente, la bussola e il 
		timone sono "spariti" da un bel pezzo). All'interno della plancia, 
		circondata da molti oblò ancora intatti, la visibilità è diventata 
		accettabile circa quattro metri... davvero niente male!!  Un grosso 
		cefalo impaurito dalla nostra presenza ha cercato di scappare da un 
		oblò, ma... ha picchiato contro il vetro.   
				
		Insomma, 
		un'immersione davvero molto bella, perciò ho deciso di ritornare qui più 
		spesso, prima che la nave collassi completamente e non sia più 
		visitabile. 
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				Qui sono appoggiato 
				accanto ad 
				una delle bitte di prora della nave. 
				  
				Quello che resta del relitto 
				nel 2010...  | 
			 
			 
		
			
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		UN TUFFO AUTUNNALE SULLA 
		“NICOLE”  (12/10/2008 
		prof. 14,5 m. run time 50 min. temp. 17 °C) 
		
		  
		
		Ormai i tuffi autunnali sul relitto della m/n/ 
		"Nicole" sono diventati una piacevole abitudine, un appuntamento 
		ricorrente con gli 
		amici del mio Circolo Sub, che aspettano la fine dell'estate per potersi 
		finalmente immergere in tranquillità sul relitto, senza il pericolo costante delle 
		barche che sfrecciano a poca distanza sopra la testa dei subacquei in 
		immersione, incuranti delle boe segna sub. Man 
		mano che avanza la stagione l'acqua, ancora tiepida, diventa sempre più 
		limpida e questo permette di godere in pieno delle bellezze di questo 
		grande relitto affondato ad appena 2 miglia al largo del porticciolo di Numana, 
		a sud di Ancona 
		
		Questo stupendo mese di ottobre, che arriva dopo 
		un'estate che sembra non voler mai finire, oggi mi ha regalato un’altra 
		bellissima giornata quasi estiva, con una temperatura che intorno a 
		mezzogiorno ha raggiunto i 25 °C. Il vento da NE che ieri aveva alzato 
		il mare, facendoci temere che oggi non ci saremmo potuti immergere, è 
		cessato completamente durante la notte e questa mattina alle nove il mare 
		davanti a Numana era liscio come l’olio. 
		
		Con un gruppo di una decina di sub ci siamo 
		imbarcati su due motoscafi e verso le undici del mattino abbiamo fatto un 
		bellissimo tuffo sul relitto della m/n "Nicole".  
		
		La visibilità, tenuto conto del fondale sabbioso, 
		era discreta (intorno ai 3 metri...!!), ma per non darci fastidio a 
		vicenda abbiamo ugualmente formato quattro gruppetti di sub e ci siamo divisi facendo degli itinerari diversi, 
		nuotando chi 
		su un lato e chi sull’altro della nave, in modo da non intorbidire 
		l'acqua. Questo ci ha permesso di fare tranquillamente il percorso di andata e ritorno 
		lungo tutta la nave, nuotando sopra alla coperta e infilandoci dentro alle sue stive 
		e, soprattutto, abbiamo potuto fare una lunga e completa penetrazione 
		nelle cabine di poppa della nave. 
		
		Ho notato che le gorgonie rosse "impiantate" sul 
		relitto qualche mese fa da un diving locale hanno ormai perfettamente 
		attecchito e crescono a vista d’occhio: da luglio sono raddoppiate di 
		dimensioni e questo lascia ben sperare. Abbiamo visto come al solito parecchio pesce azzurro, che ci 
		ha accompagnato durante tutta l’immersione, ma abbiamo incontrato anche 
		un bel pesce balestra, oltre a dei grossi scorfani, triglie e tanti bei 
		cefali, che ormai vivono nelle stive e nelle cabine della nave. Ho trascorso 
		50 
		minuti di puro divertimento, nuotando tranquillo con la mia buddy alla 
		profondità massima di 14,5 metri in un'acqua piacevolmente tiepida (17°C) e con 
		una leggera corrente contraria poco fastidiosa.  
		
		A fine immersione, mentre tutti gli altri compresa 
		la mia compagna erano già risaliti sulle due barche, ho fatto un altro 
		giretto sul relitto da solo e finalmente sono entrato nelle cabine del 
		cassero di prua nelle quali era parecchio che non riuscivo ad entrare a 
		causa della scarsissima visibilità. Oggi l’acqua all’interno era molto 
		pulita e io essendo solo non ho sollevato neanche un pelo di 
		sospensione, così ho potuto fare un percorso completo di andata e 
		ritorno, infilandomi in degli stretti passaggi e rimanendo all’interno 
		delle cabine fino quasi a svuotare completamente il mio 10 litri. Veramente un tuffo 
		molto bello!!  | 
			 
			
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		DUE AMICI 
		SULLA “NICOLE” (12/8/2010 prof. 13,7 m. 
		run time 58 min. temp. 25 °C) 
		
		  
		
		Il relitto della m/n/ "Nicole" è 
		diventato l’unico punto d’immersione in cui mi tuffi volentieri nelle 
		acque “domestiche”, cioè quelle sotto casa mia. 
		
		Una sosta forzata che mi ha 
		costretto a rimanere qui a casa per tutta l’estate ha fatto sì che 
		quest’anno i tuffi sulla “Nicole” siano diventati una prassi quasi 
		settimanale, in attesa di potermi finalmente immergere in acque più 
		profonde. 
		
		Approfittando della presenza di un 
		mio vecchio “amico di forum” vicino ad Alba Adriatica, distante pochi 
		chilometri da casa mia, dove si trovava in vacanza con la famiglia, ho 
		organizzato l’ennesimo tuffo sul relitto, ma questa volta con un team 
		d’eccezione: Fabio (il mio amico, esperto subacqueo GUE), la mia buddy 
		abituale (mia moglie Angela, espertissima DM) e mia figlia Chiara (il 
		mio “pesciolino” che oramai è diventato grande).  
		
		Alle 7.15 io e Fabio ci troviamo al 
		diving del mio circolo subacqueo che ha sede a Porto Recanati, con buon 
		anticipo sull’orario previsto. Ci scambiamo abbracci e cominciamo ad 
		aggiornarci su ciò che ci è accaduto negli ultimi anni. La distanza che 
		ci separa e i casi della vita hanno fatto sì che non ci si vedesse da 
		diversi anni, inoltre Fabio ha praticamente abbandonato la subacquea, 
		dedicandosi alla… mountain bike a livello agonistico! Ma il mare e le 
		immersioni sono un collante eccezionale e poco dopo io e Fabio siamo 
		nuovamente in sintonia come se non ci vedessimo da pochi giorni. 
		
		Verso le sette e mezzo arriva la 
		mia family e gli altri sub che ci accompagneranno nell’immersione. Con 
		il furgone del diving carico di bombole e attrezzature raggiungiamo il 
		porticciolo di Numana dove ci aspetta il nostro gommone e altri sub 
		arrivati sul posto con i loro mezzi e poco dopo le otto del mattino 
		molliamo gli ormeggi. 
		
		In pochi minuti di navigazione su 
		un mare liscio come l’olio il grosso gommone del mio circolo subacqueo 
		raggiunge il punto d’immersione segnato da diverse boe ancorate sulla 
		prua e sulla poppa del relitto. 
		
		E’ una bellissima giornata di sole, 
		il mare è calmissimo e sembra la superficie di un lago. L’acqua è 
		particolarmente limpida, infatti dalla superficie si distingue benissimo 
		la coperta di poppa della nave, sei metri sotto di noi… una cosa 
		piuttosto rara. 
		
		Faccio un rapido briefing per Fabio 
		che non conosce la “Nicole”, poi ci vestiamo rapidamente per lasciare 
		spazio in barca agli altri otto subacquei che scenderanno poco dopo di 
		noi. Un rapido controllo all’attrezzatura e alle 8.35 saltiamo in acqua.
		 
		
		Scendiamo lungo la cima della 
		nostra boa che è assicurata a una grossa bitta sulla poppa della nave e 
		siamo pronti per la nostra esplorazione. La visibilità a 6 metri di 
		profondità è molto buona, perciò decido di scendere subito nel punto più 
		“profondo” sotto la poppa, per mostrare a Fabio le due eliche intubate, 
		sperando di incontrare le spigole che a volte stazionano in questa zona, 
		ma una volta scesi a 8 metri la visibilità peggiora parecchio, sino a 
		diventare… quasi nulla sul fondo. Peccato! Fabio mi sta incollato vicino 
		per non perdere la direzione. Angela e Chiara so che mi seguono un paio 
		di metri più indietro, ma vedo solo il puntino luminoso della loro 
		torcia. Non c’è problema: Angela conosce il relitto quasi quanto me e 
		“pesciolino” è nel suo ambiente naturale. Risaliamo un po’ più su ed 
		entriamo nei locali di poppa della nave passando attraverso una vasta 
		apertura che si apre sulla fiancata. All’interno la visibilità è 
		discreta e muovendoci con molta attenzione riusciamo a non sollevare 
		eccessivo sedimento.  
		
		Dopo aver fatto un giro completo 
		all’interno dei locali di poppa usciamo da un portellone che dà sul 
		davanti e nuotando sopra una delle scalette scendiamo sulla coperta. Mi 
		sposto sulla falchetta di dritta e comincio a nuotare verso prua 
		sospinto da una leggera corrente che mi imprime una discreta velocità. 
		Percorriamo nuotando una sessantina di metri e arriviamo al punto in cui 
		la nave si è spezzata. La visibilità in questa zona è davvero pessima: 
		non si vede oltre un metro. La sabbia in sospensione si confonde con la 
		sabbia del fondo e tutto assume una colorazione giallo-verdastra. So che 
		qualche metro più avanti c’è il troncone di prua della nave, ma in 
		queste condizioni è inutile insistere. Faccio segno ai miei compagni di 
		tornare indietro e mi dirigo nuovamente verso poppa, questa volta 
		nuotando sopra le stive. Diamo un’occhiata all’interno, ma le nostre 
		potenti torce non riescono penetrare la cortina di “nebbia” che avvolge 
		tutto.  
		
		Decido di ritornare nei locali di 
		poppa: l’unica parte della nave in cui la visibilità è discreta e si può 
		vedere qualcosa di interessante. Dopo una ventina di minuti d’immersione 
		siamo di nuovo a poppa e qui iniziamo una serie di penetrazioni che 
		sembrano non aver mai fine. Fabio è felice come un bambino. Andiamo 
		dentro e fuori da ogni locale per oltre mezz’ora ed è incredibile la 
		soddisfazione che si riesce a provare nuotando ad appena 8 metri di 
		profondità in uno spazio di pochi metri quadrati, contornati da grossi 
		cefali e da nuvole di pesce azzurro. Ogni tanto perdiamo il contatto con 
		la coppia Angela-Chiara, ma poco dopo ci ritroviamo tutti affacciati in 
		qualche buco, in un continuo dentro e fuori che ci diverte parecchio.
		 
		
		Dopo quasi un’ora d’immersione 
		faccio segno ai miei compagni di gioco che è arrivato il momento di 
		risalire, più che altro per non fare aspettare troppo l’altro gruppo di 
		sub che sicuramente sarà già fuori dall’acqua e per permettere al gruppo 
		che aspetta al porto alle dieci di fare puntualmente la sua immersione. 
		
		Facciamo un’ultima discesa 
		all’interno del ponte passando da una scaletta che arriva sulla coperta, 
		poi usciamo da un portellone laterale della nave e ci raduniamo intorno 
		alla bitta alla quale è attaccata la nostra boa. Guardando verso la 
		superficie si vede benissimo la chiglia del nostro gommone. L’acqua è 
		davvero limpida negli ultimi metri… peccato che sotto non si vedesse 
		quasi nulla!  
		
		Dopo una lenta risalita riemergiamo 
		soddisfatti e vediamo che gli altri sub sono già tutti a bordo. Non 
		importa. L’incontro tra due vecchi amici vale bene qualche piccola 
		trasgressione. Chiedo a Fabio se gli è piaciuto il tuffo, e lui, che ha 
		fatto ben altri tipi di immersioni, mi risponde soddisfatto che è stato 
		bellissimo. Questo, assieme a quello che poco dopo ha scritto nel mio 
		log book è il più bel ringraziamento che io possa avere avuto. Grazie a 
		te amico mio!   
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		Questo è il racconto del tuffo 
		sulla "Nicole" scritto dal mio amico Fabio,
		pubblicato il 18 Agosto 
		2010 sul suo blog: fabione.it  
		  
		
		Non 
		solo bici nelle Marche 
		  
		
		
		Durante la mia vacanza ad Altidona ne ho approfittato per andare 
		incontrare una vecchia conoscenza subacquea, da anni compagno di 
		bisbocce sul forum Scuba&Friends: il mitico Marcello Polacchini. 
		
		
		Grande personaggio, uomo di mare col quale non ti stanchi mai di parlare 
		perché ne ha tante da raccontare... ma talmente tante che le ha raccolte 
		pure nel suo libro "Da solo nel relitto". 
		
		
		Negli anni siamo stati protagonisti di accese discussioni sul modo di 
		andare in acqua ma con grande rispetto e stima reciproca. 
		
		
		In tutto questo tempo dalla nostra ultima immersione nulla è cambiato: 
		Marcello rimane delle sue idee ed io delle mie, ma questo non ci ha 
		permesso di fare assieme una fantastica immersione! 
		
		
		Teatro dell'incontro il diving Blue & Deep di Porto Recanati ,una 
		struttura piccola che conserva le caratteristiche che più a me 
		piacciono: una forte stretta di mano, un bel sorriso e si è subito 
		amici... mentre in altri diving se un pezzo di carne da buttare in acqua 
		per 40' quando va bene al costo di un euro al minuto.... 
		
		
		Mi sono presentato con la borsa della COOP con dentro la mia 
		attrezzatura... e mi facevo ridere da solo ma il posto in auto era poco 
		ed il tuffo comunque a profondità modestissima (max 13 mt.) quindi poca 
		attrezzatura e tuffo tranquillo!! 
		
		
		Dell'immersione ha scritto tutto Marcello in un fantastico racconto che 
		inizia così: “Approfittando della presenza di un mio vecchio “amico 
		di forum” vicino ad Alba Adriatica, distante pochi chilometri da casa 
		mia, dove si trovava in vacanza con la famiglia, ho organizzato 
		l’ennesimo tuffo sul relitto, ma questa volta con un team d’eccezione: 
		Fabio (il mio amico, esperto subacqueo GUE), la mia buddy abituale (mia 
		moglie Angela, espertissima DM) e mia figlia Chiara (il mio “pesciolino” che 
		oramai è diventato grande)...” 
		
		
		Un grande GRAZIE a Marcello per la bella esperienza sulla “Nicole”, per 
		il libro in regalo e per la preziosa dedica che mi ha scritto.    | 
			 
		 
		
		
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