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					Relitto del “Tritone” 
					 
					
					
					Desenzano del Garda (BS)
			  
					
					  
			
			23/07/2006 prof. 38.4 m. 
			run time 45 min. temp. 10 °C 
			
			02/06/2007 prof. 37.3 m. 
			run time 65 min. temp. 9 °C 
			
			16/12/2007 prof. 38.2 m. 
			run time 41 min. temp. 8 °C 
			
			04/08/2008 prof. 41.2 m. 
			run time 56 min. temp. 8 °C  | 
						 
					 
					
						
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							 Il relitto 
							del "Tritone" 
							
							
							Una boa bianca segnala il 
							punto in cui alcuni soci del "Tritone Sub" di 
							Desenzano (BS) hanno posato nel 1971, nelle acque 
							antistanti la Punta del Vò, una magnifica statua in 
							bronzo (opera dello scultore Franco Giuliari) 
							raffigurante la "Madonnina dei Sub", messa lì a 
							protezione di tutti i subacquei. La statua, 
							realizzata fondendo anche parti di rubinetterie 
							subacquee, è a 6 metri di profondità ai piedi di un 
							imponente masso roccioso che presenta una spaccatura 
							longitudinale, spesso dimora di numerose specie 
							ittiche lacustri.  
							
							
							Dalla catena della boa, 
							parte un sistema di sagole che collegano le diverse 
							piattaforme subacquee costituenti la palestra 
							subacquea del circolo "Tritone Sub". 
							
							
							Seguendo i riferimenti, i 
							subacquei possono giungere fino alla profondità di 
							35-40 metri, dove giace il relitto della vecchia 
							imbarcazione del Circolo, un peschereccio lungo una 
							decina di metri, che si trova adagiato sul fondo 
							degradante del lago ed è trattenuto da un'ancora.
							 
							
							
							Il relitto è in posizione 
							di navigazione, con la prua a circa 35 metri e la 
							poppa a una quarantina di metri di profondità.  | 
						 
					 
					
						
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							Descrizione 
							dell’immersione 
							
							
							Dopo aver ormeggiato 
							la barca alla boa ancorata a qualche centinaio di 
							metri dalla riva, si scende lungo la catena e si 
							arriva su un pianoro a circa 6 metri di profondità. 
							Da qui parte un percorso tutto sagolato e procedendo 
							verso Sud-Est si raggiunge un enorme masso di 
							origine glaciale diviso da una spaccatura, accanto 
							al quale è stata posata la statua della  "Madonnina 
							dei Sub", che è sempre attorniata da una miriade di 
							pesci Persici Reali, di Varoni e Pesci Sole, che non 
							sembrano affatto intimoriti dalla presenza, ormai 
							consueta, dei subacquei. 
							Se si sceglie il percorso verso Nord-Est il pianoro 
							scende lentamente e, alle profondità rispettivamente 
							di -8, -10, -15 e -21 metri si trovano delle 
							piattaforme artificiali che vengono impiegate dagli 
							allievi del Circolo subacqueo “Tritone Sub”per fare 
							gli esercizi  di corso in acqua. 
							
							
							Lasciando l'ultima 
							piattaforma (quella formata da una griglia 
							metallica) e seguendo una sagola attaccata sullo 
							spigolo di sinistra, si arriva direttamente alla 
							prua del relitto del "Tritone", che si trova 
							adagiato in assetto di navigazione ed è trattenuto 
							da un'ancora per evitare di farlo scivolare sul 
							fondale melmoso.  
							
							
							La prua del relitto, 
							lungo una decina di metri, si trova a 32 metri di 
							profondità e la poppa a circa 40 metri, nella più 
							totale oscurità. Sotto lo scafo del relitto si 
							possono ammirare delle grandi Bottatrici. 
							 
							
							
							Lo scafo del “Tritone” 
							è ancora perfettamente intatto e si può entrare 
							facilmente nella cabina di comando, dove è ancora 
							possibile far girare la ruota metallica del timone. 
							
							
							Il cofano motore è 
							aperto ed è ben visibile il grosso motore diesel 
							verniciato di rosso.  
							  
							
							
							Un’immersione 
							abbastanza suggestiva... per essere in un lago....  | 
						 
					 
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					La Madonnina dei Sub. 
					
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					 La 
					ruota del timone e sotto l'elica. 
					
					
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			Il mio primo tuffo sul "Tritone" - 23 luglio 
			2006  
			
			
			(tratto da "Da solo nel 
			relitto"  M. Polacchini, Magenes Ed. 2009) 
					
			  
					
			Al mattino della domenica il diving di Mark & 
			Chick stenta a 
		popolarsi: c’è chi è andato a letto alle sei e, di conseguenza, si 
		sveglia a mezzogiorno. Ma io ed Angela siamo venuti sul Garda per 
		immergerci nel lago e quindi alle 8.30 siamo perfettamente "operativi". 
		Alle dieci del mattino siamo già con la barca davanti alla Punta del Vò, 
		ormeggiati alla boa che delimita l'area protetta. Chick (Alessandra) ci fa il 
		briefing dell’immersione che ci aspetta. C’è vento e le onde sono 
		piuttosto formate. Se non lo sapessi potrei dire di essere al mare… Mark 
		si porterà in acqua quattro ragazzi olandesi neo-brevettati OWD a Sharm 
		El Sheik; 
		mentre Chick sarà la nostra guida e porterà me ed Angela a vedere 
		qualcosa di particolare.  
					
			Scendiamo rapidamente lungo la catena della boa 
		per toglierci dalle onde e, arrivati sul fondo a 6 metri, sistemiamo 
		l’attrezzatura. Poi ci diamo l’OK e partiamo. Il percorso da seguire è 
		tutto sagolato e questo aiuta parecchio, perché la visibilità in questo 
		primo tratto sabbioso del lago è piuttosto scarsa.  
			
			Arrivati sui 15 metri 
		le cose migliorano parecchio e troviamo una  piattaforma di 
		cemento, posata sul fondo per potervi effettuare comodamente gli 
		esercizi subacquei. Poi, proseguendo lungo la sagola guida, incontriamo 
		un'altra piattaforma e poi ancora una più grande formata da una griglia 
			metallica, che si trova intorno ai 
		21 metri di profondità ed è appoggiata a sbalzo con due zampe posate sul fondo. 
		Praticamente siamo in una palestra subacquea!  
			
			Seguiamo con la torcia la 
		cima che parte da uno spigolo della piattaforma e prosegue con un’inclinazione di 45 
		gradi perdendosi nel nero del fondo. Non si vede nulla. Parto io per 
		primo e nuoto seguendo la cima per alcuni metri. Sento nettamente il 
		taglio del termoclino che, di colpo, porta la temperatura dell’acqua a 
		10 gradi. Un bel fresco, penso, tra me e me.  
			
			All’improvviso, nel fascio 
			della mia torcia vedo apparire 
		la prua di un grosso barcone appoggiato sul fondo del lago in assetto di 
		navigazione. L’acqua quaggiù è straordinariamente limpida. Il relitto 
		del "Tritone" giace lì davanti a me, con lo scafo bianco e celeste, 
		perfettamente conservato.  
			
			Siamo a 38 metri. Chick mi ha detto che 
		l’elica si trova a -42. Non resisto alla tentazione e… entro nella cabina 
		del peschereccio. Mi metto alla ruota in ferro del timone e la faccio girare. 
		Muovo la leva del gas. Tutto sembra funzionare perfettamente. Non una 
		incrostazione. E, infatti, si vede benissimo un pannello colorato con 
		tutte le bandiere dell’alfabeto del codice della navigazione. Tanti 
		piccoli particolari di un battello che adesso giace immobile nel 
		silenzio del lago, coperto dall’oscurità.  
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			Tutto è perfettamente pulito. Non c’è traccia 
			di incrostazioni, né di sedimento. Sembra che la barca sia affondata 
			da pochi giorni è invece Chick mi ha detto che si trova in 
		quella posizione da diversi anni. Magia del lago!  
			
			Uscito dalla cabina do 
		un’occhiata al motore dipinto di rosso che si vede attraverso un 
		boccaporto aperto sulla coperta di prua. Poi vedo un’altra cima, che 
		parte dalla prua facendo un angolo diverso rispetto a quella che ci ha condotto 
		sul relitto. E’ la cima dell’ancora e, infatti, seguendola per una 
		decina di metri arrivo ad una grande ancora a quattro marre, che si 
		trova agganciata ad un picchetto piantato sul fondo. E’ proprio un 
			percorso attrezzato! 
			
			Seguendo un’altra sagola guida che parte dalla 
			prua, arriviamo al relitto di un 
		grosso barcone in legno senza cabina e con delle grandi panche. Siamo a 
		circa 16 metri di profondità. Pochi istanti dopo di noi arriva Mark con il 
		gruppo degli OWD olandesi e, in un attimo, si alza una nuvola di 
		sospensione che ci cancella completamente la vista del relitto. Scappiamo via cercando... 
		acque più tranquille e seguiamo un’altra sagola di colore bianco che ci 
		conduce fino ad un grosso masso, poco distante dalla boa alla quale 
			abbiamo attaccato la nostra barca. 
		 
			
			Illumino con la mia torcia le spaccature della roccia e vedo una grande 
		anguilla di lago che si nasconde sotto al masso, facendo brillare il suo 
		ventre d’argento, poi osservo incuriosito un branco di pesci di una 
		specie che non conosco. Che debba fare anche un corso di biologia 
		lacustre?  
			
			Appena dietro al roccione c’è una grande statua della Madonna 
		molto particolare, costruita con tantissime viti, dadi, bulloni, pezzi 
			di rubinetterie di bombole ed altri 
		pezzi di acciaio saldati tra loro. La statua tiene sulle braccia una bombola... 
			è la Madonnina dei subacquei.  
			
			Adesso siamo a 6 metri di profondità, perciò 
		facciamo alcune foto ricordo e completiamo la nostra sosta di sicurezza 
		a 3 metri. Sono trascorsi 45 minuti: terminata la sosta, risaliamo felici in barca, dove c’è Stefano (detto 
			"Fifi") 
		che ci aspetta da un'ora.  
			
			Il vento si è calmato. Il lago sembra più tranquillo e i 
		tetti delle case di Desenzano brillano sotto un sole cocente, poco 
		distanti da noi. In superficie ci sono  28  gradi e  
		l’aria è 38°C... davvero una bella differenza da la sotto!! 
			
			
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