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I fondali del Salento, nella zona tra Gallipoli e Santa Caterina di Nardò sono un’immensa distesa sabbiosa che degrada molto lentamente nelle profondità del Mar Ionio. Pur essendo ricoperti di sabbia, questi fondali riservano delle fantastiche sorprese ai subacquei che vi si avventurano. Basta infatti che vi sia qualche piccolo scoglio che emerge dalla sabbia per pochi metri e gli organismi sessili lo ricoprono completamente, dando alle rocce un aspetto di un giardino colorato, dove il pesce si rifugia numeroso e abbonda ogni forma di vita.

Due sono le immersioni particolarmente interessanti da fare in questa zona, per il suggestivo ambiente pieno di colori e per la quantità e varietà di vita presente: le “Gorgonie” e la “Secca del Faro”.  Sono due immersioni che meritano assolutamente di essere fatte, ed entrambe si svolgono tuffandosi nel blu e arrivando a 55 - 60 metri di profondità. Per poter gustare appieno le bellezze del fondale queste due immersioni richiedono almeno una ventina di minuti di tempo di fondo e di conseguenza necessitano di una lunga decompressione durante la risalita in libera; perciò sono immersioni adatte a subacquei esperti o a subacquei "tecnici", ideali per essere effettuate con un Trimix normossico e almeno una miscela decompressiva iperossigenata (ad es. TMX 21/35 + EAN 50).

Fotografie subacquee di Alberto Liturri

SANTA CATERINA DI NARDO' (LE) - "LE GORGONIE"

29/06/2013 - prof. max 53 m. - run time 50 min. - temp. 20 °C

12/07/2015 - prof. max 57 m. - run time 70 min. - temp. 15 °C

 

L’immersione si svolge su una distesa rocciosa che dai 52 metri arriva sulla sabbia a circa 60 metri di profondità. Il punto d’immersione si trova in mare aperto, a circa 8 miglia di distanza dal porto di Santa Caterina, all'interno dell’Area Marina Protetta di Porto Cesarèo.

Arrivati sul punto e ancorata la barca si scende direttamente nel blu, rimanendo in prossimità della cima dell’ancora (unico riferimento visivo), anche perchè nella zona si possono incontrare forti correnti. Appena arrivati sul fondo dopo un paio di minuti si presenta davanti agli occhi uno scenario mozzafiato, caratterizzato da grandi rami di gorgonie rosse inframmezzate da piccole gorgonie gialle che crescono sugli scogli ricoperti dal coralligeno di mille colori, formando una vera e propria foresta. Qui abbondano i gigli di mare, le stelle pentagono e i ricci longispinus, mentre attorno agli scogli nuotano grandi banchi di saraghi fasciati e saraghi pizzuti, che si mescolano alla miriade di occhiate e di castagnole. Sul fondo  grosse triglie brucano incessantemente la sabbia in cerca di cibo; mentre negli anfratti più nascosti delle rocce si rifugiano grosse murene, e non è raro l’incontro con piccole cernie brune e aragoste. I grandi massi rocciosi accatastati sul fondo formano anche dei piccoli canyon e nelle zone più in ombra di essi è facile scorgere anche qualche piccola colonia di corallo rosso.

GALLIPOLI (LE) - "SECCA DEL FARO"

28/06/2013 - prof. max 57.5 m. -  run time 52 min. - temp. 17 °C

16/07/2015 - prof. max 56.6 m. -  run time 70 min. - temp. 15 °C

 

A nord del faro dell'Isola di Sant’Andrea, di fronte a Gallipoli (LE), si trova una secca che emerge per pochi metri dal fondale sabbioso circostante che degrada rapidamente da 47 fino a 62 metri. La secca è formata da una serie di rocce tutte ricoperte di gorgonie rosse e gialle, tra le quali spiccano bellissimi rami di Gerardia Savaglia, un antozoo comunemente chiamato "falso corallo nero", una specie non molto frequente nel Mediterraneo.

Questo antozoo, di un colore giallo acceso con lo scheletro nero, forma delle colonie ramificate che in questo sito raggiungono notevoli dimensioni, arrivando fino ad un metro di altezza nel corso di centinaia e centinaia di anni. Qui la Gerardia occupa un'area di circa 300 mq. formando quella che dai biologi viene considerata la più vasta colonia di "corallo nero" del Mediterraneo.

Pur essendo in grado di secernere un proprio scheletro corneo, la Gerardia generalmente ricopre lo scheletro della Paramuricea Clavata (gorgonia rossa) e l'insediamento avviene sia sulle colonie morte sia su quelle vive, i cui tessuti viventi vengono progressivamente distrutti dalla Gerardia Savaglia.

Già di per sè la vista degli enormi rami di Geradia rende spettacolare questa immersione, ma le rocce della secca sono densissime di vita e vi si trovano molti ricci longispinus, qualche riccio matita, belle stelle pentagono arancioni, rosse pennatule e delicate trine di mare.

Anche il pesce abbonda su questa secca, e oltre a saraghi di notevoli dimensioni e a coloratissimi banchi di Anthias rosa che fanno da cornice alle grandi rocce disseminate sul fondo, ci sono scorfani, aragoste, murene e musdee e, se si ha un po’ di fortuna, si possono incontrare anche grossi dentici e cernie bianche.

Questo è un sito d'immersione riservato a pochi, che richiede la discesa nel blu e una lunga decompressione, ma è in grado di regalare ai subacquei che vi si immergono delle immagini veramente uniche e spettacolari.

spugna a candelabro

(Axinella cannabina)

gorgonia rossa
(Paramuricea clavata)

 

falso corallo nero
(Gerardia savaglia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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