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                             Io  e  la  subacquea...               

 

Mi immergo a Capo Palinuro dal 2001, e ogni anno trascorro in questa splendida località del Cilento almeno una settimana, generalmente in settembre, quando l’acqua è ancora calda e il mare non è più preso d’assalto dai turisti.

Durante questi dieci anni ho fatto decine e decine di immersioni nel tratto di mare che circonda il promontorio di Palinuro, famoso soprattutto per le splendide grotte sommerse, ma che nasconde nelle sue profondità anche pareti avvolte da gorgonie e corallo, come quella di Capo Spartivento che si può considerare tra le più belle immersioni della zona.

La selvaggia bellezza di Capo Palinuro, simile a un immenso arco di roccia coperto da un’ampia distesa di macchia mediterranea che si protende nel mare a protezione della spiaggia e del porticciolo, contrasta con l’azzurro intenso del mare che lo circonda, un mare che invita ad immergersi sotto le falesie del promontorio alla scoperta delle fantastiche grotte marine di cui è costellato.

All’estremità occidentale del promontorio, si protendono sulle acque del Tirreno le alte falesie di Capo Spartivento, una punta di roccia che crea una netta linea divisoria tra il Libeccio e il Maestrale, i due venti dominanti che quando soffiano forte rendono molto insidiose le acque antistanti il Capo. Ma il forte idrodinamismo che caratterizza i fondali intorno a Capo Spartivento garantisce lo sviluppo oltre i 30 metri di profondità di una rigogliosa vita marina, con ampie colonie di corallo rosso e grandi ventagli di gorgonie che ricoprono interamente le pareti calcaree che salgono rapidamente dal fondale di oltre 50 metri.

Preparativi per imbarcarsi.

 

CAPO PALINURO (SA) - LO SCOGLIO DELLE ARAGOSTE

 

09/09/2011 prof. max 51,6 m. - run time 48 min. - temp. 16-25  °C

 

Nel corso degli anni ho fatto molte immersioni nei fondali di Capo Palinuro, ma  di solito facevo gli itinerari "classici" che normalmente vengono proposti dai diving locali: grotte e pareti stupende che anno dopo anno non finiscono mai di incantarmi. Palinuro però è ancora in grado di riservarmi piacevoli sorprese e questa volta, grazie al mio amico Mauro Cammardella "palinurese DOC", ho scoperto un punto che non conoscevo: il cosiddetto "Scoglio delle aragoste".

Nell’ultimo giorno del mio soggiorno settembrino a Palinuro Mauro ha voluto regalarmi proprio questa immersione particolare. Abbiamo ancorato la barca nella Cala del Salvatore, proprio davanti alla Grotta delle Corvine e siamo scesi su un pianoro situato a una ventina di metri di profondità, poi abbiamo continuato a scendere nuotando verso il largo fino ad un salto e dopo un po’ siamo arrivati alla base di un grosso scoglio che emerge dal fondale sabbioso di 52 metri.

Illuminata dalla luce delle nostre torce, la roccia dello scoglio ci è apparsa subito in tutto il suo splendore, interamente ricoperta dai ventagli della gorgonia rossa (Paramuricea clavata), mentre nelle spaccature meno esposte alla luce ci sono ampie colonie di corallo rosso di dimensioni notevoli, come non ne avevo mai viste in questa zona, con i ciuffi di polipi bianchi aperti.

Ma la caratteristica di questo scoglio è l’incredibile abbondanza di aragoste (Palinurus elephas). Ogni anfratto, spaccatura e rientranza che si apre nella roccia è popolata da questi prelibati crostacei, facilmente individuabili a causa delle lunghe antenne che spuntano dalla roccia. Durante la mia immersione ne ho contati una decina di esemplari, alcuni di dimensioni davvero notevoli, ma Mauro giura che in un'altra occasione ne ha visti addirittura una trentina in una sola immersione!

In questo splendido scenario ho potuto ammirare anche alcuni ricci diadema e ricci matita ed anche un grosso riccio melone (Echinus melo) appoggiato proprio sulla sommità dello scoglio. Abbiamo nuotato tutto intorno allo scoglio e poi abbiamo iniziato una lenta risalita, circondati da nuvole di castagnole e di anthias, e sono venute a farci compagnia anche un paio di piccole cernie brune.

Purtroppo l’elevata profondità condiziona parecchio il tempo d’immersione ed essendo sceso in acqua con un monobombola da 15 litri di aria mi sono dovuto accontentare di appena una decina di minuti di fondo, per poi iniziare a malincuore la risalita per smaltire la deco accumulata. Ma adesso che l’ho scoperto... tornerò sicuramente in questo fantastico punto d’immersione!

Biologia (tratto da Wikipedia.org)

 

L'Aragosta mediterranea (Palinurus elephas) è un crostaceo dell'ordine Decapoda che vive nei fondali del Mediterraneo e dell'Atlantico orientale. Vive nei fondali rocciosi dai 20m fino ai 150 m di profondità.

Ha una taglia medio-grande, con una lunghezza media di 20-40 cm e massima di 50 cm e il peso può arrivare fino a 8 kg. Il corpo è di forma sub-cilindrica, rivestito da una corazza che durante la crescita cambia diverse volte per ricrearne una nuova. Il carapace è diviso in due parti: il cefalotorace (parte anteriore) e l'addome (parte posteriore), con una colorazione da rosso-brunastro a viola-brunastro ed è cosparso di spine a forma conica. L'addome è formato da 6 segmenti mobili.

Anteriormente presenta due antenne più lunghe del corpo, ripiegate all'indietro, gialle e rosse a tratti, che hanno la funzione di organi sensoriali e di difesa; sulla fronte sono anche presenti due spine divergenti a V. La coda ha la forma di un ventaglio. Possiede diverse gambe, ma solo una parte sono utilizzate per camminare. A differenza di altri crostacei (ad es. il granchio e l'astice), non ha chele.

È una specie gregaria e piuttosto stanziale e si trovano spesso insieme numerosi esemplari.

Si nutre di plancton, alghe, spugne, anellidi, echinodermi, briozoi, crostacei e pesci, a volte anche carcasse di questi.

La riproduzione avviene a fine estate e in inverno nascono le larve che raggiungono subito i fondali che le ospiteranno per il resto della loro vita.

Sopra: in decompressione durante la risalita.

 

 

Sotto: corallo rosso, gorgonie, riccio diadema e uova di gattuccio.

(foto di Fabrizio Di Siervi)

 

 

 

 

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