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1) Isola d’Ischia (NA) - Punta
Sant’Angelo - Parete Sud
25/07/2000 prof. 41 m. tempo 46 min. temp. 15 °C
03/06/2002 prof. 52 m. tempo 45 min. temp. 14 °C
La natura non finisce mai di stupire. La geologia ha misteriosamente diviso l'isola d'Ischia in due zone completamente diverse tra loro: tutta la costa meridionale è alta, scoscesa e selvaggia ed è formata da rocce nere che precipitano a picco sul mare; il lato settentrionale dell'isola, invece, è basso e urbanizzato. Qui, lungo la costa, ci sono i tre paesi di Ischia, Casamicciola e Lacco Ameno, allineati in senso Est-Ovest e oramai praticamente uniti tra loro. Anche i fondali rispecchiano la morfologia esterna dell'isola: nella parte settentrionale ci sono fondali molto bassi e pianeggianti; mentre nella parte meridionale dell'isola le pareti sono incredibilmente verticali e si inabissano in profondità. Basta pensare che a Punta Sant’Angelo, ad appena una ventina di metri di distanza dalla costa, ci sono già più di 100 metri di profondità e navigando in questa zona con l'ecoscandaglio della barca acceso ci si rende conto immediatamente dell’imponenza della montagna vulcanica di Ischia. L'isola è di fatto una montagna che dalle alte profondità del Golfo di Napoli si impenna bruscamente per emergere e raggiungere in breve gli 800 metri di altitudine del Monte Epomeo, che è la cima più alta. Doppiando la punta di Capo Grosso c’è sicuramente la parte più bella di tutta Ischia, ovvero il promontorio di Punta Sant’Angelo, una propaggine dell'isola che si sporge verso il mare aperto dalla spiaggia dei Maronti ed è come un grosso panettone di roccia collegato all’isola solo da una sottile lingua di sabbia. Lo spettacolo che offre questo posto è davvero unico. Se, come è capitato a me, si entra in barca nel piccolo porticciolo in una bella giornata di sole si resta letteralmente senza fiato per la bellezza del panorama che si para davanti. Il paesino di Sant'Angelo, composto di poche case colorate aggrappate alle rocce, si affaccia sul mare dalle pendici del monte ed emana tutto il suo fascino semplice. Quello che più colpisce sono i colori: sul piccolo molo del porticciolo ci sono le reti ammucchiate, mentre nell’acqua immobile si specchiano le cianciole colorate dei pescatori e tutto intorno ci sono le case colorate, costruite l’una sulle mura delle altre, che brillano dipinte dai caldi raggi del sole e fanno da cornice a questo paesaggio incantato. |
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Arrivai la prima volta in questo luogo di fiaba nell’estate del 2000, durante una breve crociera con una barca a vela di 15 metri. Arrivai nella tarda mattinata di un giorno di luglio e ormeggiammo la barca a ridosso del piccolo molo che si trova subito sotto alla montagna… rimasi letteralmente incantato! Quella volta feci alcune immersioni a Sant’Angelo, tra le quali una notturna stupenda, appena al di là del molo, nuotando tra massi pieni di vita e di colori, in mezzo ai quali ho incontrato ol polpo più grosso che abbia mai vita: una vera piovra gigantesca! Ma l’immersione più bella è stata senz’altro quella sulla punta meridionale di Sant’Angelo. Sott’acqua la Punta di Sant’Angelo è ancora più bella che fuori e immergendosi in questo punto ci si trova di fronte ad una impressionante caduta di rocce verticali coperte da una fittissima foresta di gorgonie rosse e gialle. La bellezza di questa parete è indescrivibile ed è accresciuta dal fascino di sapere che il fondo si trova a profondità irraggiungibili per la maggior parte dei subacquei, superiori ai 100 metri. Comunque, già a partire dai 50 metri nei tanti anfratti della parete si trovano piccoli rametti di corallo rosso che rendono molto affascinante questa immersione. Ho sentito dire che diversi anni fa le rocce ne erano completamente ricoperte, ma poi, purtroppo, i corallari le hanno ripulite completamente. Per ammirare tutte le meraviglie di questo posto incantato non è sufficiente una sola immersione. Io non sono stato a Punta Sant’Angelo molte volte, ma il ricordo dello spettacolo di colori che ho potuto ammirare in questo posto fin dalla mia prima immersione è rimasto bene impresso nella mia mente. Nel luglio del 2000 quando andai a Punta Sant'Angelo per la prima volta mi limitai ad un tuffo di “assaggio”, toccando appena i 41 metri di profondità e rimanendo in acqua circa tre quarti d’ora, giusto il tempo per avere un’idea dello spettacolo meraviglioso offerto da quella parete vertiginosa. Erano pochissimi anni che avevo preso il mio primo brevetto subacqueo e non me la sentii di osare di più. Invece, la seconda volta che tornai a Sant’Angelo, nel giugno del 2002, avevo accumulato già una discreta esperienza subacquea e mi sono goduto l'immersione molto più intensamente. La mia immersione è stata sempre di 45 minuti, ma questa volta ho toccato i 52 metri di profondità, quanto mi è bastato per capire che praticamente la sotto… non c’è fondo! Fino ad allora fu senz'altro una delle più belle immersioni che ho fatto in tutto il Mediterraneo.
Ricordo ancora benissimo l'immersione
del giugno del 2002.
Superata con la barca la scogliera frangiflutti che delimita il piccolo
porticciolo turistico, mi sono diretto verso la punta meridionale del
promontorio di Sant’Angelo. Arrivato sul punto d’immersione sono sceso
rapidamente dalla barca che è rimasta in movimento non potendo
assolutamente calare l’ancora a quelle profondità.
Dopo avere superato una serie di grandi massi che si trovano intorno ai
30 metri di profondità, mi sono ritrovato a nuotare in mezzo a una
quantità enorme di spettacolari rami di gorgonie gialle (Eunicella
cavolini) di dimensioni che non avevo mai visto prima da nessun’altra parte
del Mediterraneo. Ho visto anche degli enormi rami di gorgonie rosse
che si mescolavano con quelle
gialle, formando una vera e propria foresta dal cromatismo eccezionale.
Qui è là si stagliavano contro il blu cobalto dell’acqua gli steli di
grandissimi spirografi, con le loro corolle completamente espanse per
catturare il nutrimento portato dalla corrente; mentre dai rami delle
gorgonie penzolavano moltissime uova di gattuccio… insomma una tavolozza
di colori bellissimi, resi ancora più brillanti dalla luce della mia
torcia. Arrivato intorno ai cinquanta metri di profondità la parete rocciosa si
è fatta più povera di colori e di vita e l’unica cosa interessante che
ho visto laggiù sono state le spaccature della roccia che precipita
verso profondità abissali. All’interno delle spaccature c’erano molti
piccoli rametti di corallo (Corallium rubrum) di colore rosso
vivo, con i loro piccoli polipi bianchi espansi per catturare il
nutrimento. Purtroppo a quella profondità il tempo è volato troppo
velocemente insieme all’aria della mia bombola e non mi è rimasto altro
che risalire per fare la sosta di decompressione. Peccato!
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2) Capri (NA) - Punta
Carena
"Il TRALICCIO"
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ISOLA D'ELBA (LI) - SCOGLIO DEL REMAIOLO
01/11/2001 Lato Est - prof. 36 m. tempo 45 min. temp. 20 °C 02/11/2001 Lato Ovest - prof. 37 m. tempo 54 min. temp. 19 °C 25/04/2003 Lato Est - prof. 51 m. tempo 52 min. temp. 12 °C
Lo Scoglio del Remaiolo è un piccolo scoglio che si trova abbastanza vicino a terra in prossimità di Punta dei Ripalti, estrema propaggine sud-orientale dell'Isola d'Elba, sul versante Sud-Est del Monte Calamita. Verso terra il fondale degrada piuttosto dolcemente. Branchi di saraghi nuotano nelle lievi correnti, mentre numerosissime salpe di grossa taglia si cibano fra le alghe e, ogni tanto, qualche murena si fa trovare fuori tana. Verso il mare aperto, invece, si può fare un'immersione riservata ai profondisti, per via della cresta che dallo scoglio si dirige a Sud-Est precipitando dai 25-30 metri su un fondale di oltre 60 metri. Qui la parete va giù quasi a picco e presto compaiono le prime gorgonie (Paramuricea clavata), enormi ventagli rossi che nascondono - a profondità considerevoli - le tane delle murene e delle grosse cernie, non solo quelle brune (Epinephelus marginatus), ma anche quelle dorate (Epinephelus alexandrinus). Tutto lo scenario è magnifico e coloratissimo: la cresta dai 25-30 metri in giù è ricoperta di magnifiche gorgonie rosse, alcionari, crinoidi e spugne. Il blu è pattugliato dai dentici, sempre a caccia di castagnole e a volte, se la è la stagione giusta, può capitare di provare l'emozione di vedersi sfiorare da un branco di tonni o di ricciole che doppiano velocemente la punta.
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5) Isole Tremiti (FG) -
"Archi di
Punta Secca" - Caprara
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La Punta Secca dell'isola di Capraia (che è chiamata anche Caprara, perché un tempo era abitata da una colonia di capre selvatiche) è situata all’estremità Nord-Est dell’isola più selvaggia dell’arcipelago delle Tremiti. L'isola prosegue anche sott’acqua formando una dorsale che si spinge verso il largo, con una sommità pianeggiante e le pareti a picco che sprofondano oltre i 50 metri di profondità. Il salto verticale è letteralmente coperto di immensi rami di gorgonie rosse e gialle (Paramuricea clavata ed Eunicella cavolini), punteggiati di uova di gattuccio con l’animale ben visibile che pulsa vivo al loro interno. Scendendo verso la base della parete si apre all’improvviso un maestoso arco sommerso, la cui volta è totalmente ricoperta da Astroides, margherite di mare e spugne incrostanti. Attraversando l’arco si sbuca sulla parete opposta, che è bella e ricca quanto la prima e dopo qualche decina di metri s'incontra un secondo arco sommerso, molto più piccolo del primo, che sorge dal fondale sabbioso di 55 metri. Nella immersione fatta nel settembre 2002 sono passato attraverso questi due archi naturali e sono ritornato dal lato della parete lungo la quale ero disceso; dopodiché ho iniziato la lenta risalita necessaria a smaltire l’azoto accumulato andando fuori curva. Durante la risalita ho visto parecchio pesce di passo: dentici, ricciole e persino dei palamiti che sono apparsi all'improvviso dal blu, mentre erano a caccia in mezzo agli immensi branchi di castagnole e di pesce azzurro che fuggiva impazzito in tutte le direzioni inseguito da questi grossi pesci pelagici. Uno spettacolo molto cruento ma davvero affascinante! La visibilità nella zona è generalmente buona, ma la corrente è davvero molto forte e, dato che l’immersione si svolge completamente in mare aperto, è adatta solo a subacquei esperti. La difficoltà dell'immersione è elevata, perché la risalita avviene completamente nel blu ed è meglio sparare il pallone in superficie per avere almeno un punto di riferimento. Una variante più semplice è l’immersione sulla Secca di Punta Secca, che si trova più vicino alla costa dell'isola. In questa immersione si incontra meno corrente e la profondità massima non supera i 40-45 metri. Interessanti da vedere sono le grandi ancore che si incontrano lungo la discesa, attorno ai 35 metri di profondità e le pareti della secca, ricche di vita e di vegetazione. Spesso qui si incontrano grossi esemplari di cernie brune. |
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