Torna all'indice

di Tecnica & Medicina

 

 

75.  LE NUOVE TABELLE DECOMPRESSIVE U.S. NAVY  (Rev. 6 – Aprile 2008)

 

Il 15 Aprile 2008 la Marina Militare Americana ha pubblicato la revisione numero 6 del suo storico Manuale d’Immersione (“U.S. Navy Diving Manual revision 6”) che contiene una nuova versione delle procedure d’immersione e delle tabelle di decompressione.

 

Tale revisione, come tutte le precedenti, è facilmente e gratuitamente reperibile su internet (“DiveMan_rev6.pdf”) ed è consigliabile procurarsela e seguirne le indicazioni ufficiali originali dato che essa modifica non di poco tutte le procedure che finora le varie didattiche subacquee hanno indicato nei loro testi.

 

Le nuove procedure di decompressione sostituiscono le precedenti, utilizzate per più di 50 anni, con lo scopo di renderle più sicure e facilmente utilizzabili e introducono l’uso dell’ossigeno per accelerare l’eliminazione dell’azoto in eccesso, sia durante la decompressione in acqua che in superficie.

 

Per la prima volta viene chiaramente indicata nel sottotitolo delle tabelle stesse quale deve essere la velocità di discesa all’inizio dell’immersione e cioè non superiore a 22,86 m/min (75 fpm), mentre la velocità di risalita viene confermata in 9,14 m/min (30 fpm), cioè ogni 20 secondi si debbono percorrere 3 m e si nota subito l’eliminazione della sosta di decompressione meno profonda, quella ai 3 m circa (10 fsw), sostituita con quella ai 6 m circa (20 fsw), in acqua di mare.

 

Questo sancisce l’abbandono definitivo ed ufficiale della vecchia sosta di decompressione ai 3 m, da tempo e da molti comunque criticata sia per l’oggettiva difficoltà a rispettarne la quota in caso di mare mosso, sia per il maggior salto dalla pressione massima toccata che essa comporta rispetto alla sosta ai 5 m, ormai di fatto entrata nell’uso comune.

 

La tabella per la designazione del gruppo ripetitivo (“No-Decompression Limits and Repetitive Group Designation Table for No-Decompression Air Dives”), che riporta i limiti massimi di non decompressione ad aria, individua una nuova curva di sicurezza con dei tempi limite di non decompressione decisamente inferiori rispetto alla precedente, ma solo per immersioni effettuate da 0 ai 24 m; mentre per le immersioni più profonde la curva di sicurezza rimane assolutamente invariata.

 

In particolare, per i tempi limite di non decompressione (NDL):

a 9,1 m (30 fsw) si passa dai 405 min a 371 min,

a 10,7 m (35 fsw) si passa dai 310 min a 232 min,

a 12,2 m (40 fsw) si passa dai 200 min a 163 min,

a 15,2 m (50 fsw) si passa dai 100 min a 92 min,

a 21,3 m (70 fsw) si passa dai 50 min a 48 min,

a 24,4 m (80 fsw) si passa dai 40 min a 39 min.

 

Per quanto riguarda le immersioni con decompressione, prendiamo come esempio nella tabella “Air Decompression Table” l’immersione a 18,2 m (60 fsw) per 100 min, che richiedeva precedentemente una sosta a 3 m circa per 14 min: ora le nuove tabelle indicano una sosta a 6 m circa per ben 42 min.

Questo comportamento si ripete per tutte le immersioni presenti nelle nuove tabelle per cui si nota in generale, a parità di profondità, un notevole incremento dei tempi di decompressione richiesti.

 

Il sommarsi del fatto che i tempi di decompressione richiesti sono più lunghi e del fatto che debbono essere effettuati a profondità maggiore (a 6 m invece che a 3 m), comporta un incremento sensibile della riserva d’aria ed ossigeno necessari per effettuare la decompressione.

 

Diversamente da quanto avveniva prima, per le sole eventuali soste successive alla più profonda, il tempo di sosta indicato nelle tabelle inizia quando il sommozzatore abbandona la sosta più profonda e finisce quando esso abbandona la sosta meno profonda, quindi la novità è costituita dal fatto che il tempo impiegato per la risalita fra le soste viene inglobato nella sosta meno profonda.

 

La nuova tabella “Air Decompression Table” riporta contemporaneamente le indicazioni di decompressione in tre possibili modalità diverse e cioè: decompressione in acqua respirando aria, decompressione in acqua respirando aria e ossigeno, decompressione in superficie respirando ossigeno.

 

La durata delle soste per decompressione in acqua respirando aria e ossigeno sono indicate nella tabella in apposite righe contrassegnate dalla scritta “AIR/O2” e sono evidenziate in carattere grassetto.

Le soste di decompressione in cui si può utilizzare l’ossigeno sono solo quelle a 9 m circa e 6 m circa e, nel caso che una singola sosta in ossigeno preveda un tempo di permanenza superiore ai 30 min, essa deve essere interrotta ogni 30 min con una respirazione di aria per 5 min (l’intervallo di tempo in cui si respira aria non deve essere sottratto dalla durata della sosta in ossigeno ma vi deve essere aggiunto).

La risalita dopo l’ultima sosta in ossigeno deve essere effettuata alla solita velocità di circa 9 m/min continuando a respirare ossigeno.

 

Poiché la decompressione effettuata respirando solo aria e la corrispondente decompressione effettuata respirando aria ed ossigeno indicata dalla tabella sono calcolate in modo da essere perfettamente equivalenti dal punto di vista dell’effetto decompressivo finale, il gruppo ripetitivo rimane lo stesso.

 

Gli attuali sistemi di immersione in aria con assistenza dalla superficie utilizzati dalla U.S. Navy richiedono l’uso di una apposita speciale stazione di decompressione denominata O.R.C.A. (“Oxygen Regulator Console Assembly”) per distribuire alternativamente ossigeno o aria al sommozzatore in immersione.

Anche in Italia il recente Decreto Legislativo del 29 Luglio 2008, che ha aggiornato il “Codice della nautica da diporto”, prevede per le unità da diporto impiegate come unità d’appoggio per le immersioni subacquee a scopo sportivo o ricreativo, nel caso in cui tali immersioni prevedano soste di decompressione obbligate, un’apposita “stazione di decompressione… dotata di un sistema di erogazione di gas respirabile in grado di garantire l’esecuzione delle due ultime tappe di decompressione ad ogni subacqueo impegnato in tale tipo di immersione”: inoltre lo stesso decreto

prevede anche “… la presenza di una persona abilitata al primo soccorso subacqueo”.

 

La decompressione in superficie respirando ossigeno, pure essa prevista nella tabella, richiede invece di disporre di una camera di decompressione e quindi difficilmente può interessare i subacquei ricreativi.

 

La decompressione in acqua respirando aria viene consigliata per immersioni che non richiedono un tempo totale di decompressione maggiore di 15 min mentre, per quelle che richiedono un tempo di decompressione maggiore, è vivamente consigliata la decompressione in acqua respirando aria e ossigeno, che però richiede la disponibilità di un’attrezzatura non facilmente reperibile per i subacquei ricreativi come l’ O.R.C.A.

 

Immersioni che superano un tempo totale di decompressione respirando aria e ossigeno superiore ai 90 min comportano un rischio notevole di superare i valori critici di tossicità dell’ossigeno e sono chiaramente segnalate nella tabella con la scritta “Exceptional Exposure”.

 

Per quanto riguarda le immersioni successive, la tabella dei tempi di azoto residuo per immersioni ripetitive e la tabella della profondità dell’immersione ripetitiva (“Residual Nitrogen Time Table for Repetitive Air Dives”) riportano dati numerici decisamente diversi da prima che comportano per alcune immersioni dati più penalizzanti e per altre dati meno penalizzanti senza comunque riuscire ad individuare un chiaro ed uniforme criterio di variazione.

 

Nella tabella dei tempi di azoto residuo, quella superiore a forma triangolare, si nota che, mentre prima la colonna più alta, quella all’estrema destra, riportava sempre e comunque le 12 ore come tempo necessario per considerare un seconda immersione non più come immersione ripetitiva, ora per ogni singolo gruppo ripetitivo all’inizio della sosta in superficie viene indicato un tempo diverso che varia con continuità da un minimo di 2 ad un massimo di 15 ore circa ed il vecchio tempo di 12 ore circa è ora indicato solo per il gruppo ripetitivo L; in definitiva quindi si hanno dati meno penalizzanti per gruppi ripetitivi all’inizio della sosta in superficie inferiori a L e dati più penalizzanti per gli altri.

 

Un comportamento simile si nota anche nella tabella delle profondità dell’immersione ripetitiva, quella inferiore a forma rettangolare, ove ad esempio, per la riga delle immersione a 24,4 m (80 fsw) si trovano tempi di azoto residuo meno penalizzanti per gruppi ripetitivi inferiori a D, e più penalizzanti per gli altri.

 

Per quanto riguarda le immersioni in alta quota la tabella dei gruppi ripetitivi (“Repetitive groups associated with Initial Ascent to Altitude”) riportano nuove indicazioni appena meno penalizzanti di prima ed anche la tabella dei tempi di intervallo in superficie (“Required Surface Interval Before Ascent to Altitude After Diving”) risulta modificata, penalizzando solo alcune immersioni.

 

                                                                              

Torna all'inizio della pagina