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di Tecnica & Medicina

 

 

73. Nuovo Protocollo FIPSAS di risalita da immersione con sosta profonda

 

 

Pubblico integralmente la procedura didattica federale 20 febbraio 2004 per la risalita da qualunque immersione sportivo-ricreativa in A.R.

La FIPSAS  ha da parecchio tempo in corso varie collaborazioni e studi finalizzati all’individuazione di una nuova procedura di risalita e tendenti soprattutto a renderla più fruibile didatticamente, in modo che qualunque subacqueo possa impararla agevolmente e senza possibilità d’errori.

In questo ambito si inseriscono la collaborazione con DAN Europe e il professor Alessandro Marroni nel programma di ricerca «DSL – Diving Safety Laboratory»; quella con il Centro Iperbarico di Ravenna del dottor Pasquale Longobardi sui computer sub; nonché la disponibilità e le applicazioni del nuovo software didattico-comparativo ormai noto come «metodo Leonardi – Di Pisa», dal nome dei suoi due autori, entrambi istruttori federali. Tra i frutti migliori che questa lunga tradizione di studi sul campo ha dato, c’è ora il varo di una nuova procedura didattica federale per la risalita da qualunque immersione sportivo-ricreativa in A.R., che è avvalorata anche dai pareri degli studiosi di Medicina subacquea e iperbarica sopra menzionati. In ambito FIPSAS ha contribuito ad ottenere questo prestigioso risultato un team di esperti, tra  i quali: Riccardo Pepoli, Guido Merson, Elvio Dardanelli, Pino Spadon, Pacini e molti altri, coordinati da Mario Giuseppe Leonardi. 

”Protocollo FIPSAS di risalita da immersione” 

Sulla nuova procedura didattica dcp FIPSAS «soste profonde» si sono espressi anche autorevoli studiosi in materia, da ultimo nel Convegno "IMMERSIONE: ASPETTI MEDICI E PSICOLOGICI ", organizzato dalla Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee - Comitato Regionale Veneto e tenutosi a Mestre presso l'Auditorium del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco il 17 gennaio 2009. Tra questi il  dottor Pasquale Longobardi, direttore sanitario del Centro Iperbarico di Ravenna, il quale, esaminato il protocollo di risalita con sosta profonda proposto a scopo didattico-formativo dalla Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee e conscio dell'importanza di diffondere in grande scala fra i subacquei la pratica delle soste profonde, già nel 2002 aveva rilevato che tale protocollo corrispondeva all'attuale stato dell'arte delle conoscenze sulla decompressione, precisando che il metodo delle soste profonde sarebbe stato da lui ribadito come argomento centrale alla «Consensus Conference sulle procedure di Decompressione» di Ginevra dal 23 al 26 Ottobre 2003. Successivamente il dottor Longobardi, nel corso del convegno "La subacquea ieri e oggi" tenutosi a Cesena il 29 settembre 2009, nell'affrontare il tema degli “Aspetti medici dell’immersione tecnica”, aveva riproposto il tema affrontato per la prima volta quando fu illustrato il Nuovo Protocollo FIPSAS di risalita da immersione con sosta profonda, una metodologia che, come già detto, corrisponde ancora oggi allo stato dell'arte delle conoscenze sulla decompressione.

Anche il professor Alessandro Marroni, presidente del DAN Europe, nel suo intervento al convegno "La subacquea ieri e oggi" tenutosi a Cesena il 29 settembre 2007,  si era soffermato sugli studi del DAN Europe degli ultimi anni, precisando che hanno indicato il valore e l’effetto di una sosta, anche breve, a metà profondità, seguita dalla «classica» sosta di sicurezza, dopo normali immersioni ricreative, senza obbligo di decompressione. "È con grande piacere e con un certo orgoglio –  aveva detto –   che vedo la FIPSAS, cui va il merito di aver contribuito con oltre 3.000 delle 18.631 immersioni reali raccolte e studiate, ad oggi, nel corso del nostro programma «Diving Safety Laboratory», sposare questi concetti, nella ricerca di una sempre maggior sicurezza dell’immersione”.  Il prof. Marroni  al convegno "La subacquea ieri e oggi" tenutosi a Cesena nel 2007 aveva trattato il tema “Recenti sviluppi in medicina subacquea e sicurezza dell’immersione: il ruolo della ricerca DAN”.  Secondo il prof. Marroni l’apporto tradizionale alla classificazione e alla descrizione della MDD ha subito, recentemente, una sostanziale revisione critica che è  partita dalle significative differenze nella valutazione delle stesse forme disbariche da parte di differenti esperti del settore. La MDD è un evento alquanto raro, che spesso colpisce a caso e che sopraggiunge in alcuni soggetti e ne rispar­mia altri, apparentemente senza alcun motivo logico. La sua comparsa può essere influenzata da molteplici fattori e la comprensione delle sue cause si sta via via sem­pre più chiarendo grazie alla ricerca, compresa quella del DAN, anche se occorre fare ancora molta strada. Il fatto stesso che la MDD sia così rara e multiforme, così come pure che ci siano troppi miti e idee sbagliate su di essa, fanno sì che "conoscerla sia il modo migliore per evitarla", tanto per parafrasare un altro detto ben noto! L’attuale tendenza privilegia un inquadramento generale delle forme cliniche da decompressione sotto le definizione di “malattia da decompressione” che di “embolia gassosa arteriosa”. La nuova definizione si potrebbe rendere in italiano con “patologia da decompressione”. DAN Europe Diving Research - ha ricordato Marroni - nel 2006 ha iniziato, e in gran parte completato, molti progetti di ricerca che contribuiran­no a rendere la subacquea ricreativa ancor più sicura. Il DAN International Research Retreat, che è stato ospitato dal DAN Europe a Bruxelles dal 5 al 10 aprile 2007, ha incluso un DAN Divers Day in una sede, davvero unica: la Nemo 33, che è la piscina più profonda del mondo. 

 

Nuovo Protocollo di risalita FIPSAS con sosta profonda

Il protocollo viene proposto per essere applicato a scopo didattico-formativo in tutte le immersioni didattiche e ricreative con autorespiratore ad  aria effettuate a livello del mare e mantenendosi entro le regolamentazioni FIPSAS e cioè rimanendo ampiamente entro la curva di sicurezza individuata dalle tabelle U.S. Navy e mantenendo una velocità di risalita profonda costante di circa 9 mt/min (3 metri ogni 20 secondi); la velocità di discesa verso il fondo consigliata è non superiore ai 23 mt/min. La velocità di risalita di 9 mt/min deriva dall’approssimazione in difetto, e quindi in incremento di sicurezza, dei 30 piedi/minuto ufficialmente prescritti dalla U.S. Navy.

Fissata la profondità massima dell’immersione ed il tempo di fondo (ovviamente inferiore al tempo massimo previsto per rimanere in curva di sicurezza a quella profondità), lo stacco dal fondo effettivo viene anticipato di un minuto rispetto al tempo di fondo previsto, allo scopo di compensare la sosta profonda che poi si effettuerà.

Si risale alla velocità costante di circa 9 mt/min fino a metà della profondità massima, ove si effettua una sosta profonda di 1 minuto, dopo di che si prosegue, sempre alla stessa velocità, fino ai -5 mt circa, ove si effettua una sosta di sicurezza di 3 minuti e si risale infine negli ultimi metri ad una velocità di risalita di superficie non superiore ai 3 mt/min.

Se la velocità di risalita da un'immersione è inferiore a 9 mt/min e comporta un ritardo di oltre 1 minuto nell'arrivo alla sosta di sicurezza occorre applicare le correzioni previste dalla U. S.  Navy e cioè:

     1.   Se tale ritardo si è accumulato sotto i -15 mt, occorre sommare il tempo totale del ritardo (arrotondato al successivo minuto intero) al tempo di permanenza sul fondo e calcolare un nuovo programma di decompressione.

    2.   Se il ritardo si è accumulato dai -15 mt alla superficie, occorre sommare il tempo del ritardo al tempo della sosta di sicurezza.

Se la velocità di risalita da un’immersione supera comunque i 9 mt/min, occorre sospendere la risalita, aspettare che gli orologi segnino il tempo esatto e solo allora riprendere la risalita.

Queste modalità di correzione previste dalla U.S. Navy in caso di non rispetto della corretta velocità di risalita possono essere evitate molto più semplicemente facendo in modo di trovarsi, allo scadere del tempo di fondo, già alla quota della sosta di sicurezza.  

ATTENZIONE !

A giugno del 2008 è uscita la versione 6.0 del Manuale U. S. Navy, che tra l'altro contiene le tabelle decompressive per immersioni con aria. Rispetto alle versioni precedenti la vers. 6.0 contiene significativi cambiamenti, peraltro annunciati nel manuale stesso all’inizio del capitolo 9 del volume 2: "Le procedure di decompressione contenute in questo capitolo sono nuove. Sostituiscono le procedure decompressive con aria che sono state utilizzate dalla U.S.Navy per più di 50 anni. Queste nuove procedure sono più sicure, più flessibili e offrono maggiore capacità operativa delle precedenti". Tra le novità più salienti, ad esempio, non è più prevista la tappa di decompressione a -3 m. (10 fsw) e la tappa più vicina alla superficie è a -6 m. (20 fsw). Ci sono poi modifiche dei tempi di decompressione, con l'introduzione in generale di un maggior conservativismo, ma anche con l'inserimento di decompressione in aria e ossigeno. La versione 6.0 del manuale U. S. Navy può essere scaricata all'indirizzo: http://www.supsalv.org/pdf/DiveMan_rev6.pdf (20 MB).

 

La precedente versione 4.0 del Manuale U. S. Navy  del 1999 era stata utilizzata come base di partenza per le considerazioni che avevano portato alla stesura del "Nuovo protocollo di risalita FIPSAS con sosta profonda" che è stato ufficialmente adottato con circolare FIPSAS del 20 Febbraio 2004 ed è attualmente in vigore. La commissione tecnica che lavorò alla stesura del protocollo dovrà quindi riprendere i lavori giungere alla stesura di un nuovo protocollo ufficiale che tenga conto sia degli ultimi importanti aggiornamenti pubblicati dalla U.S. Navy che dei risultati delle più recenti ricerche fatte sul campo dal DAN. Ovviamente anche tutte le tabelle pubblicate nei testi FIPSAS dovranno essere adeguate, ma le modifiche non saranno pesanti in quanto l'attuale protocollo aveva già in qualche modo anticipato alcune delle indicazioni del nuovo manuale U.S. Navy. 

Adesso facciamo alcuni esempi pratici.

1° esempio di risalita:

immersione a -18 mt di profondità, tempo di fondo 60 minuti

stacco dal fondo a 60 - 1 = 59 minuti e inizio risalita alla velocità di circa 9 mt/min

una sosta profonda di 1 minuto a -9 mt di profondità

effettuata la sosta profonda, sosta a -5 mt per 3 minuti con risalita negli ultimi 5 metri a velocità inferiore ai 3 mt/min.

2° esempio di risalita:

immersione a -30 mt di profondità, tempo di fondo 25 minuti

stacco dal fondo a 25 - 1 = 24 minuti e inizio risalita alla velocità di circa 9 mt/min

una sosta profonda di 1 minuto a -15 mt di profondità

effettuata la sosta profonda, sosta a -5 mt per 3 minuti con risalita negli ultimi 5 metri a velocità inferiore ai 3 mt/min.

3° esempio di risalita:

immersione a 42 mt di profondità, tempo di fondo 10 minuti

stacco dal fondo a 10 - 1 = 9 minuti e inizio risalita alla velocità di circa 9 mt/min

una sosta profonda di 1 minuto a -21 mt di profondità

effettuata la sosta profonda, sosta a -5 mt per 3 minuti con risalita negli ultimi 5 metri a velocità inferiore ai 3 mt/min.


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