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di Tecnica & Medicina

 

 

30. Configurazione Hogarthiana: ma cos’è veramente?

 

All’inizio degli anni '80 per merito di Bill Gavin e Bill Main cominciò lo sviluppo di una configurazione dell’attrezzatura scuba standardizzata. Questi due sub all'epoca si dedicarono all'esplorazione delle grotte nel Nord della Florida dove l’impiego della standardizzazione dell’attrezzatura e delle tecniche d’immersione si rivelò fondamentale. Il gran numero di subacquei che ben presto in tutto il mondo cominciarono ad adottare la configurazione e le tecniche sperimentate e utilizzate da quel team di speleosub, dimostrarono il beneficio e i vantaggi di una configurazione pulita e standardizzata.
Questa configurazione “pulita” e idrodinamica (cioè senza accessori inutili ed eccessivamente ridondanti) é caratterizzata dal concetto di “minimalismo” e in origine fu denominata “Hogarthiana”, dal nome di Willian Hogarth Main che la concepì. In questo tipo di configurazione la regola fondamentale è utilizzare e portare con sé in acqua solo ciò che serve e non tutto quello che forse potrebbe servire.

Ma il concetto d’immersione adottato dai subacquei “Hogarthiani” va ben oltre la semplice configurazione minimalista dell’attrezzatura. Si tratta invece di un vero e proprio “stile” d'immersione che garantisce la cura di ogni aspetto dell’immersione, sotto il profilo della sicurezza, dell’efficienza e dell’efficacia.

L'immersione di questo tipo richiede un’organizzazione che inizia dalla pianificazione fatta a terra e cura in particolare l’aspetto della sicurezza durante le operazioni svolte in acqua. Tutto questo costituisce un vero e proprio “sistema”, ideato per affrontare e risolvere tutti gli eventuali problemi che possono capitare sott’acqua nel modo più rapido ed efficiente possibile.

I vari componenti del “sistema” però, non possono essere arbitrariamente cambiati o tralasciati senza che ne risulti compromesso il sistema nel suo complesso, in quanto ogni sua parte è stata attentamente concepita e sviluppata in modo da essere complementare al resto del sistema. Perciò, chi decide di apportare modifiche a una qualsiasi parte dell'attrezzatura, è facile che peggiori la situazione, perché ogni parte è complementare a tutto il resto.

Per fare un esempio, una manovra di sicurezza di questo sistema d’immersione più copiata è la procedura adottata per passare l'erogatore principale a un sub in emergenza d'aria. Il fatto di passare l’erogatore principale assicura che il sub in emergenza riceva un erogatore perfettamente funzionante nel modo più veloce possibile. Alcuni sub però, adottano questo sistema ignorando altre importanti fasi del sistema stesso, vale a dire una configurazione dell’attrezzatura fatta in un certo modo, e questo finisce per compromettere la velocità e l’efficacia della manovra.

In sostanza, subacquei che adottino la stessa configurazione, “pulita” e ben pensata, saranno più sicuri e più facilmente in grado di darsi assistenza reciproca; invece, apportare modifiche al sistema, per quanto apparentemente minime, porterà comunque problemi.

Va poi precisato che questo sistema d’immersione è incredibilmente flessibile e lo si può impiegare ovunque: in grotta, in mare aperto, nei relitti e sotto i ghiacci. E’ il sistema ideale sia per immersioni tranquille a bassa profondità, sia per lunghe penetrazioni in grotta o per immersioni impegnative su relitti profondi; ed è il sistema ottimale sia in caso di visibilità nulla sia in caso di acqua cristallina.

Qui sotto riporto un interessante articolo tratto dal sito: http://www.nuet.org/sitonuet_000031.htm

Il Sistema Hogartiano

Si tratta di un approccio complessivo all’immersione, che combina una configurazione pulita e ottimizzata dell’attrezzatura ad una completa comprensione della fisica e della fisiologia, della giusta pianificazione e del lavoro di squadra prende il nome di approccio Olistico Hogartiano

Questo tipo di approccio è la somma di vari punti nodali, che se soddisfatti completamente, permettono di ottenere un notevole incremento della sicurezza e della godibilità di un’immersione. Il sub Hogartiano non fa differenza nell’affrontare un’immersione a 9 metri su una barriera corallina o un’immersione a 90 metri su un relitto: deve di essere in buona forma fisica e mentale per effettuare entrambe le immersioni, non ci può e non ci deve essere alcuna differenza. 

Bill “Hogarth” Main, codificò il sistema arrivando alla conclusione che “meno è meglio”, se non ti serve non portarlo! L’approccio Hogartiano ha esteso questa filosofia a tutti gli aspetti della subacquea, non unicamente alla configurazione dell’attrezzatura. 

 

Configurazione dell’attrezzatura 

Se immaginiamo di dare un punto nodale ad uno schema di configurazione, al centro di quella Hogartiana troviamo l’imbraco con piastra. Sistema semplice, robusto, ed estremamente versatile, la piastra d’acciaio o di alluminio viene imbracata con nastro di nylon da 5 cm, meglio se con una sola striscia di tessuto o con una fibbia a sgancio rapido. 

Associando ad essa sacchi di dimensioni idonei alle bombole utilizzate, e comunque mai con doppio corrugato, otteniamo un sistema idrodinamico che favorirà lo scivolamento nell’acqua.

Un erogatore a frusta lunga fornisce aria al sub e in caso di necessità viene passata al compagno, sicuro di utilizzare un erogatore funzionante. 

Il secondo erogatore viene fissato al collo per mezzo di un elastico siliconico e rimane appena sotto il mento, da dove è immediato portarlo alla bocca.  

 

Tecnica di base 

La stessa tecnica di base assicura divertimento e sicurezza in una immersione tropicale come su un relitto profondo in acque fredde. La tecnica corretta inizia dalla corretta postura in acqua, perfettamente orizzontale, riducendo il profilo (e con esso i consumi) e facilitando la capacità di scambio di gas dei polmoni. Molta attenzione viene posta all’impiego di corrette tecniche di propulsione: pinneggiando a rana e con pinneggiamenti modificati, studiati per non sollevare sospensione con un movimento rivolto indietro ed in alto, e mai in basso.  

L’ultimo dei componenti principali della tecnica corretta è un adeguato controllo dell’assetto, che minimizzi l’impatto sull’ambiente ed aumenti contemporaneamente la gioia e la tranquillità dell’immersione, a cui devono essere abbinate perfette capacità di gestione dell’attrezzatura, come dare aria in caso di esaurimento, l’uso corretto di mulinelli e rocchetti, un efficiente impiego del pedagno e un cambio di miscela istintivo. 

 

Importanza del Team 

Il subacqueo Hogartiano è orientato alla squadra, è un anello indivisibile di una catena, che va ben oltre il comune approccio dato al sistema di coppia. 

La  conoscenza del Team d’immersione e della posizione dei membri della squadra quando sono in acqua, è una delle preoccupazioni principali: questo significa che l’immersione è pianificata in anticipo, sulla base di un comune denominatore, e significa anche che la squadra non oltrepasserà mai i limiti imposti durante la pianificazione. 

Superare i limiti di un membro della squadra può portare a spezzare l’integrità del Team, con risultati, in acqua, potenzialmente catastrofici e si badi bene, questo non vale solo per le immersioni tecniche, ma anche nelle più semplici immersioni ricreative.  

 

Fisica e fisiologia dell’immersione 

Il subacqueo Hogartiano  comprende e conosce i concetti fisiologici e fisici relativi all’immersione. Questa conoscenza è non solo informativa, ma anche di importanza pratica. Conoscere e comprendere i vari modelli decompressivi permetterà di pianificare correttamente le immersioni, di usare i gas più adatti, di usare adeguatamente computer e tabelle e di sapere quando concludere un’immersione. 

 

Preparazione fisica 

La preparazione fisica deve essere parte dello stile di vita di un subacqueo Hogartiano, e sarebbe bene non solo di quello, in quanto migliora le capacità subacquee e anche la salute complessiva. Per un sub l’esercizio più importante è quello aerobico, per varie ragioni. 

Primo, migliora il condizionamento fisico complessivo, riducendo la frequenza cardiaca a riposo, migliorando così il consumo, il che porta a maggior durata della bombola o a consumi minori in immersioni più impegnative. In secondo luogo essere in migliore forma fisica ritarda l’insorgere della risposta di panico. La mente reagisce emotivamente all’aumento della frequenza cardiaca dovuto all’incremento di attività fisica. Questo innesca un circolo vizioso che arriva al punto in cui il sub soccombe ai propri sforzi e diviene passivo. In terzo luogo il condizionamento fisico aumenta la massa muscolare magra, che desatura tanto più facilmente. Inoltre migliora la capacità di scambio gassoso polmonare, cosi che il sub in forma aerobica sarà capace di desaturare più inerte ad ogni atto respiratorio e di spingere più ossigeno nel sangue rispetto al sub non in forma. Infine l’allenamento aerobico aumenta il diametro dei vasi sanguigni e aumenta l’estensione della circolazione. Questo ha due conseguenze: le bolle che si formano nel sangue non si bloccano a causa del maggior lume vasale, e se lo fanno il sangue ha più strade per raggiungere l’area bloccata, riducendo così le probabilità di manifestazione della MDD. Quindi l’allenamento aerobico dovrebbe essere il primo obiettivo: non è importante il tipo di esercizio quanto la sua pratica (3-4 sedute settimanali da 30 minuti l’una).  

 

Stile di vita  

Chi approccia all’immersione con questa mentalità, sicuramente ne trarrà indiscussi vantaggi anche nella vita comune. 

La cosa più importante è che il sub Hogartiano si avvicina alla subacquea con mente aperta ma critica. Lo stile di vita subacqueo diviene una ricerca di conoscenza e miglioramento che comprende l’apertura verso altre configurazioni dell’attrezzatura, teorie e pratiche d’immersione. Questo non significa un approccio qualunquista all’immersione, quanto il comprendere che in certi ambienti sono più adatti determinati metodi. Quindi il sub Hogartiano ha l’obbligo morale di acquisire familiarità e di studiare tecniche come l’immersione con configurazione all’inglese, la foto ed il videosub, e l’immersione con i rebreather. Il concetto finale è chiaro: è un approccio mentale, in cui prevalgono semplicità e funzionalità in un ambiente basato sul team.

 

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