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di Tecnica & Medicina

 

                    

 

20. IL SISTEMA DIR - DOING IT RIGHT - La base per un'immersione DIR

 

(articolo tratto dal sito DIR-VARESE  - www.dirvarese.it)

 

La filosofia

di Jarrod Jablonski

 

L'immersione scuba è uno sport ad intensivo utilizzo di attrezzature, e non deve quindi sorprendere che siano molte le argomentazioni e le discussioni su quale tipo di attrezzature e soluzioni siano più efficienti e sicure. Spesso i dibattiti più accaniti s'incentrano proprio su come configurare le proprie attrezzature.

Questi dibattiti sono certamente più accesi nella comunità dedita alla subacquea tecnica, ma la scelta e la configurazione degli equipaggiamenti sono argomenti la cui importanza è avvertita ad ogni livello di attività scuba. In alcuni casi un dibattito può nascere su questioni fondamentali come il tipo di sacco da raccomandare ai subacquei neofiti o la posizione in cui tenere l'erogatore da passare al proprio compagno in caso di difficoltà o emergenza (ad esempio, dalla bocca, da una tasca o da un sistema ritentore).

I subacquei configurati in modo uguale e che s'immergono con attrezzature e procedure similari, sono più efficienti ed efficaci nell'affrontare situazioni d'emergenza o nel riconoscere problemi nell'attrezzatura del compagno. Se il vostro compagno porta l'erogatore in una tasca chiusa con il velcro, mentre il vostro erogatore è disposto attorno al collo, un potenziale problema di confusione potrà più facilmente avere luogo in quanto ognuno, in una situazione d'emergenza per mancanza d'aria, reagirà in modo diverso a secondo della configurazione adottata.

Gli esploratori subacquei più esperti ed avanzati hanno, ormai, da molto tempo compreso che una reazione confusa o ritardata ad una situazione d'emergenza costituisce un rischio inaccettabile.

I risultati del Woodville Karst Plain Project (WKPP) insieme all'attività addestrativa internazionale della GUE - Global Underwater Explorer (www.gue.com)hanno rimarcato l'attenzione sulla necessità di standardizzare le attrezzature. In molti casi gli sforzi tesi ad evidenziare quest'esigenza sono stati oggetto di discussioni dai toni infuocati, animati della convinzione della giustezza delle ragioni proposte. Indubbiamente le migliaia di ore d'immersione in situazioni estreme, con miglia di grotte sommerse esplorate e numerosi record di esplorazione conseguiti, hanno posto questi gruppi nella condizione ideale per sviluppare e standardizzare le migliori tecniche e procedure.

Sfortunatamente permane l'errata convinzione che la standardizzazione delle attrezzature, l'esigenza di mantenere una configurazione "pulita" e l'attenzione per i dettagli siano concetti importanti solo per la subacquea tecnica o per altri tipi d'immersione in condizioni rigorose. In realtà, una configurazione semplice e universale risulta di beneficio, anche maggiore, per subacquei la cui esperienza è limitata. I rappresentanti del GUE hanno potuto constatare che l'addestramento con questo tipo di approccio assicura il massimo successo tanto per i subacquei principianti quanto per quelli impegnati in immersioni profonde nei freddi mari nordici.

 

La storia

Nei primi anni '80 lo sviluppo di una configurazione di attrezzatura standard ebbe inizio per merito di Bill Gavin e Bill Main, che all'epoca cominciavano a dedicarsi all'esplorazione delle grotte nel Nord della Florida. Qualche anno, dopo Parker Turner e Lamar English si unirono al gruppo dando vita al WKPP (Woodville Karst Plain Project), che divenne presto famoso per le immersioni esplorative nelle profonde grotte dall'omonimo nome. Il gran numero di subacquei, che ben presto cominciarono a seguire la configurazione e le tecniche sperimentate ed utilizzate nel team, dimostrarono il beneficio ed i vantaggi di una configurazione pulita e standardizzata.

Questa configurazione fu in origine denominata "hogarthiana" dal nome di Willian Hogarth Main. Nel corso di quasi un ventennio e di migliaia di ore dedicate alla esplorazione a largo raggio, con l'aggiunta di ulteriori dettagli, miglioramenti, standard e procedure d'immersione, il sistema fu perfezionato fino a farlo diventare "Doing It Right" - Il Modo Giusto - o, più semplicemente, DIR.

La configurazione delle attrezzature DIR è "pulita", idrodinamica e caratterizzata dal concetto di minimalismo. Il "prendere solo ciò che serve" è una filosofia importante nel concetto DIR. La regola è quella di utilizzare e portare con sé solo ciò che serve e non tutto quello che forse potrebbe servire.

Il sistema DIR è, però, ben più della configurazione delle attrezzature; è uno stile d'immersione che garantisce la cura di ogni aspetto di ogni immersione, sotto il profilo della sicurezza, efficienza e produttività. L'immersione richiede una sforzo coesivo che inizia dalla pianificazione anticipata fino alla sicurezza durante le operazioni in acqua. Il DIR è un sistema costruito per affrontare e risolvere tutti i problemi nel modo più spedito ed efficiente possibile.

I componenti del sistema non possono essere arbitrariamente cambiati o tralasciati senza che ne risulti compromesso il sistema nel suo complesso, in quanto ogni sua parte è stata attentamente sviluppata in modo da essere complementare al resto del sistema.

 

Il sistema DIR

Le principali componenti del sistema DIR sono legate ai concetti di Team unificato, preparazione del subacqueo e configurazione di attrezzatura standardizzata.

 

Il team unificato

Il team d'immersione non è un gruppo di individui che s'immerge insieme casualmente, bensì un gruppo in cui ognuno agisce avendo come obiettivo l'interesse del gruppo stesso. Ogni membro deve essere un subacqueo capace, indipendentemente dal gruppo stesso, altrimenti la sua partecipazione aggiungerà un rischio in più al gruppo. Il detto che una catena è tanto robusta quanto lo è ogni suo singolo elemento, è certamente appropriato per definire la qualifica di un team d'immersione. I subacquei componenti il team hanno l'obbligo di informare il resto del team se le immersioni pianificate vanno oltre i limiti della propria abilità o della propria sfera di comfort. I subacquei, inoltre, devono essere preparati ad aiutarsi uno con l'altro a fronteggiare qualsiasi difficoltà, in modo di evitare che queste diventino un problema reale.

 

La preparazione dell'immersione

 

Pre-immersione

Troppi subacquei ritengono erroneamente che la preparazione pre-immersione abbia inizio il giorno, o poche ore, prima dell'immersione stessa. La vera preparazione pre-immersione è un impegno costante che coinvolge tre attività principali: concentrazione mentale – allenamento fisico – esperienza. Subacquei che cercano di evitare una qualsiasi di queste tre aree non sono preparati per affrontare in modo adeguato l'immersione e potrebbero sperimentare un minor livello di divertimento durante l'immersione, perdere un'opportunità o addirittura trovarsi ad affrontare una situazione di pericolo.

  

Concentrazione mentale

Subacquei che non hanno attenzione verso l'immersione che stanno eseguendo, o pianificando, potrebbero non essere tempestivi nell'intervenire per aiutare un compagno in difficoltà. Una buona concentrazione permette al subacqueo di godersi veramente l'immersione, restando perfettamente cosciente e consapevole dell'ambiente circostante, mantenendo la certezza di saper intervenire prima che eventuali piccoli problemi diventino grossi problemi. Una scarsa attenzione tende, invece, ad esacerbare le difficoltà. Per esempio, perdere la concentrazione sull'immersione può causare la violazione della regola dei terzi o di un'altra regola di gestione della scorta di gas, sfociando in situazioni pericolose, oppure causare la separazione dal proprio compagno. Avere la lucida consapevolezza di quello che sta accadendo per tutto il tempo dell'immersione aumenta la sicurezza, l'efficienza e il divertimento.

 

Allenamento fisico

Individui non allenati fisicamente sono soggetti ad un rischio maggiore di malanni e ad una vita più breve e di minor qualità; sono, inoltre, maggiormente esposti ai comuni problemi legati all'immersione come ad esempio l'incapacità a contrastare un ambiente impegnativo, un maggior rischio di malattia da decompressione, ipotermia, stress da vestizione, minor capacità di prestare soccorso, ecc. Subacquei non preparati fisicamente non solo mettono a rischio se stessi ma costituiscono un punto di debolezza per l'intera squadra. La preparazione atletica deve prevedere un allenamento cardiovascolare, di irrobustimento, flessibilità, nutrizione, astinenza dall'uso di droghe, consumo limitato o astinenza dall'alcol e dal fumo della sigaretta. Subacquei fuori forma, o in eccesso di peso, devono affrontare le loro responsabilità e decidersi ad adottare uno stile di vita che preveda un regime di dieta e di esercizio fisico. Come minimo si dovrebbe dedicare 30 minuti per almeno quattro volte la settimana di esercizio cardiovascolare evitando cibi grassi e ricchi di colesterolo a favore, invece, di frutta, verdura e cereali.

 

Esperienza in immersione

Le immersioni "estreme" ed i successi ottenuti da gruppi come il WKPP potrebbero dare l'impressione che queste operazioni possano condursi con relativa facilità. Questo è in parte vero, ma per subacquei che hanno deciso di dedicare adeguati tempi di preparazione ed energia a quest'attività.

 

Minimalismo e subacqueo idrodinamico

Tutti i subacquei dovrebbero rendere il proprio equipaggiamento più pulito possibile, in modo di ridurre la resistenza all'acqua ed aumentare l'efficienza. Non bisognerebbe lasciar penzolare o sporgere niente dal corpo del sub, perché oltre alla resistenza aumenterebbe il rischio di impigliarsi.

Nelle immersioni in acque libere, questi impigli possono essere dovuti a lenze, cavi, cime o coralli. In grotta, invece, oggetti penzolanti possono agganciarsi al cavo guida, o strisciare su fondali limacciosi, disturbandone la visibilità. Indipendentemente dall'ambiente, un subacqueo con una configurazione pulita è più sicuro ed efficiente. Ma l'attenzione al concetto di pulizia varia grandemente da subacqueo a subacqueo. Un esempio potrebbe essere quello di molti sub che ritengono puliti se stessi e la propria attrezzatura, che poi lasciano penzolare liberamente le lampade di scorta o altro materiale dalle loro bombole.

Tutta l'attrezzatura deve essere fissata, per ridurre veramente le possibilità di impigliarsi; inoltre, un subacqueo configurato correttamente, deve sforzarsi per migliorare ulteriormente la pulizia e l'efficienza. Per esempio, le fruste dovrebbero essere configurate in modo tale da semplificare anche l'accesso ai rubinetti e non solo per ridurre la possibilità di impigliarsi. In generale i subacquei devono vedere attentamente tutto l'insieme e non solo come le varie parti si collegano. L'equipaggiamento deve essere un insieme unico, non una raccolta di oggetti disponibili messi insieme alla carlona.

Più equipaggiamento non sempre è la cosa migliore. La cosa migliore è portare tutto e solo quello che serve. Questo concetto non vuol dire rinunciare all'uso di alcun oggetto importante per l'immersione. Per esempio, il WKPP utilizza il sistema del minimalismo DIR in tutte le forme di immersione: dal video, alla fotosub, alle attività di ricerca, alle esplorazioni estreme, questi sub sono obbligati a operare delle scelte su quale attrezzatura faciliterà la missione e quale dovrà restare a casa.

 

La configurazione (attrezzatura)

 

LE MASCHERE

Le maschere monovetro sono state le prime ad essere sviluppate, e indubbiamente, rimangono una scelta diffusa a livello mondiale poiché offrono una visione ampia e priva di alterazioni. Poi con l’arrivo del silicone si sono migliorate ulteriormente le adattabilità individuali. La scelta è verso il silicone nero per non avere riflessi e per evitare l’ingiallimento. Le maschere devono avere volumi ristretti per facilitarne lo svuotamento.

Le maschere di back up devono avere alcune caratteristiche:

·    Volume interno molto ridotto e quindi un minimo ingombro

·    La "Futura 1" della Scubapro per esempio ha tutto questo, compresa la possibilità di ruotare la fibbia, per un facile alloggiamento nella tasca.

Per minimizzare i punti di rottura della maschera, utilizziamo le mask straps.

 

La manutenzione delle maschere

Sia la maschera primaria che quella di back up, vanno pulite e disinfettate almeno una volta l’anno. Procedura: con sapone liquido e uno spazzolino da denti vecchio, lavare tutta la maschera e in particolar modo la parte interna tra il vetro e la cornice in gomma. Immergere le maschere in una soluzione di acqua e bicarbonato almeno per una notte, questo per una disinfezione batteriologica completa. Poi sciacquare abbondantemente.

 

LA MUTA

La muta deve essere in trilaminato, perché questo non ha problemi di schiacciamento e quindi comporta un appesantimento sul fondo e un alleggerimento in risalita, inoltre è di facile riparazione. Essa deve avere una cerniera anteriore e deve essere telescopica, per facilitare il valve drill (la chiusura o apertura dei rubinetti). La muta infine non deve essere abbondante, perché andrebbe a discapito della nostra idrodinamicità, quindi questo comporta aumento di consumi e accumulo di stress. Si prediligono le turbosoles, perché queste offrono una maggior sensibilità e quindi permettono di fare pinneggiate molto più “fini” che con i roock boots. Questi invece sono più resistenti e offrono una maggiore durata… Una muta che ha tutte queste caratteristiche è la "DUI tls350", questa è una muta veramente affidabile, resistente e riparabile in poco tempo.

 

IL SOTTOMUTA

Il sottomuta dipende dal tipo di immersioni, e dalle condizioni delle stesse. In genere, si consiglia di utilizzare un thinsulate, perché questi sono più impermeabili rispetto a un pile o ad altro. Ce ne sono di vari tipi, in base alla grammatura, avremo il 200g, 300g e 400g.

  

LEPINNE

Le pinne "Jet Fin", commercializzate dalla Scubapro, fecero la loro prima comparsa nel mondo della subacquea già dal 1965. Da qualche anno sono state rimesse in produzione, per la crescente richiesta di una frangia di subacquei amanti delle immersioni tecniche. La particolarità di queste pinne è che sono indistruttibili (semplicemente gomma), sono molto negative (a secco una pinna pesa 1,1 Kg), con una lunghezza abbastanza contenuta, ma con una pala ampia per agevolare la pinneggiata (a rana). Le taglie esistenti sul mercato, sono: L, XL, XXL

Molle o cinghioli? Il suggerimento è di usare le molle, perché queste sono più facili da mettere e togliere e poi sono praticamente indistruttibili.

 

IL GAV

Il gav (o BC = buoancy compensator) è formato da un sacco e uno schienalino.

Il sacco può essere da 40 lb, 55 lb o 60 lb

Quello più utilizzato,è il 40 lb, anche con bombole di gran volume e con rebreather. Esistono due tipi di sacco Halcyon: Explorer ed Evolve.

Per un uso ricreativo, esistono due tipi di sacchi Halcyon: Pioner ed Eclipse

Lo schienalino può essere in acciaio o alluminio ed è composto da un unico fascione in cordura e da 5 D rings. Questi hanno un volume minore e si utilizzano con il monobombola. Il fatto che l’Eclipse abbia il doppio sacco (come l’Explorer e l’Evolve) è quello che differenzia questo dal Pioner. Il punto forte di questi GAV è la loro indistruttibilità, data dalla semplicità dell’attrezzatura e dai materiali impiegati.

 

LE BOMBOLE

La scelta delle bombole (o bibombola) è legata alla quantità di gas che intendiamo utilizzare. Normalmente, per immersioni a basse profondità, si utilizza un 12+12 in acciaio o un cf80 in alluminio. Il cf80 è più stabile in acqua, ed avendo un fondo piatto risulta più maneggevole all’asciutto. Di contro necessita maggior zavorra e contiene meno gas del primo, poiché è consigliabile non caricarlo oltre i 200 bar. Le rubinetterie utilizzate sono quelle assiali, poiché, a differenza di quelle a battuta, in caso di urti o caduta, non si avvertono perdite. L’assemblaggio con il BC viene effettuato con farfalle o pomelli, questi ultimi sono comodi, ma si allentano in immersione. Utilizzeremo sempre bombole comunicanti e non separate, poiché questo comporterebbe un inutile aumento di attrezzatura.

 

I BOMBOLINI PER LA MUTASTAGNA

In commercio se ne possono trovare di diversa capacità: 0.8L, 1L, 1.5L, 2L, etc.

La scelta dipende da alcuni fattori: tipo di immersioni e reperibilità dei gas (argon).

Utilizzeremo un I stadio, con una frusta per la stagna a bassa pressione (circa da 50 cm) e una valvola di sovrapressione. Utilizziamo bombolini in alluminio, perché questi non hanno problema di ruggine e perché non incrementano il peso in acqua. L’innesto della stagna e quello del GAV sono intercambiabili, quindi quando si finisce l’aria nel tombolino bisogna, prima di staccare la frusta della stagna, assicurarsi che il bombolino sia chiuso. La mancata chiusura dello stesso, porta l’ingresso dell’acqua. Il problema con l’acqua dolce è facilmente e velocemente riparabile, mentre con acqua salata un po’ meno.

 

GLI EROGATORI

La scelta degli erogatori, non è molto difficile, in genere è compatibile con quella del team. I più usati sono Scubapro ed Apeks (il primo a pistone mentre l’altro a membrana), infatti offrono ottime prestazioni sia come quantità di gas fornito, sia come sforzo respiratorio. Siccome non ci si immerge ad aria profonda, non c’è il bisogno di avere erogatori “dedicati” quali il Poseidon, che lavorano a pressioni piuttosto elevate. La configurazione degli erogatori segue alcune indicazioni: il primario con frusta da 210cm, moschettone al 2° stadio e frusta da 56 cm per il BC. A sinistra, erogatore di back-up con frusta da 56 posto al collo per mezzo di una corda elastica. Infine, sempre dal 1° stadio di sinistra scende il manometro, con frusta da 60 cm, dove sarà fissato un moschettone da 1’’.

 

LE LAMPADE

Le lampade sono una parte essenziale dell’attrezzatura. Queste si suddividono in 2 gruppi:

 

1) Luci primarie

Le primarie sono caratterizzate da uno spot molto ridotto e potente, questo è fondamentale per la segnalazione (specialmente in grotta). Il fascio stretto, inoltre permette di vedere anche quando c’è scarsa visibilità. Questa torcia deve avere il pacco batterie staccato dalla testa illuminante. Il primo, si trova a destra, fissato all’imbrago con una fibbia, mentre la testa si tiene sulla mano sinistra con un impugnatura goodman. In commercio ce ne sono di molti tipi, le più diffuse sono le Halcyon (10 o 18W HID). I pacchi batterie possono essere Ni-Mh o piombo, i primi sono i più costosi, ma offrono una durata maggiore e un volume ridotto, mentre quelli al piombo sono molto meno costosi, ma hanno una minor durata ed un volume maggiore.

 

2) Luci di back-up

Le luci di back-up, vengono fissate sugli spallacci dell’imbrago con degli elastici e sono clippati ai D-ring. Queste luci devono essere alimentate da batterie non ricaricabili, perché quelle ricaricabili si esauriscono bruscamente.

 

GLI STRUMENTI

PROFONDIMETRO: Solitamente si utilizzano profondimetri digitali, i più usati sono gli Uwatec DIGITAL LOG, in alternativa, un computer suunto viper usato in gauge (in questo modo è possibile scaricare il profilo immersione al PC).

BUSSOLE: da non posizionare in console insieme al manometro, ma da avere sul braccio sinistro. Le più utilizzate sono le SK5-SK6-SK7.

OROLOGIO: da posizionare sul braccio destro e serve per tenere i tempi delle tappe.

Con sottomuta grossi (400 g), la sostituzione del lacciolo in plastica, con una corda elastica di piccolo diametro, agevola la vestizione.

 

LE CESOIE E I COLTELLI

Cesoie e coltelli, fanno parte dei sistemi di taglio, indispensabili per l’approccio ad un immersione. Sicuramente le grosse funi sono ben visibili, ma con palamiti, fili da pesca o piccole sagole possono creare dei problemi, soprattutto con scarsa visibilità. Evidentemente la cesoia è molto più funzionale del coltello, specialmente se si parla di relitti. Quindi se ci si deve immergere in un relitto la cesoia è un accessorio che non deve mancare. Cesoia e coltello devono essere ben sistemati nella nostra attrezzatura, la prima deve essere legata ad un moschettone che deve essere clippata all’elastico della tasca, mentre il secondo, deve essere fissato alla cintura.

 

GLI SPOOL

DEFENDER SPOOL Gli spool, si utilizzano per lanciare il pallone o per segnare brevi percorsi. I più utilizzati sono quelli Halcyon, essi sono in derlin (un materiale estremamente resistente e che in acqua è leggermente negativo) e vengono ricavati dal pieno.

PATHFINDER REELS Per penetrazioni in relitti o grotte, vi è la necessità di segnare il percorso, e quindi è d’obbligo munirsi di un pathfinder. Questi sono estremamente comodi, costruiti in derlin ed alluminio (il disco in derlin ricavato dal pieno, e la maniglia in alluminio anodizzato). La vite per bloccare il reel, è abbastanza grande da poter essere maneggiata anche con guanti stagni. In base alla loro capienza di sagola, si suddividono in: 400, 800 e 1200 piedi.

 

I PALLONI

Di palloni ce ne sono due tipi: da sollevamento e di segnalazione

I primi servono per recuperare qualcosa, infatti essi grazie alla forma a goccia, possono contenere grandi quantità di gas. Quelli di segnalazione, servono per segnalare la presenza di subacquei, quindi essi dovranno essere lunghi e stretti, per avere una migliore visibilità. Di questi ce ne sono tanti modelli e variano in base alla lunghezza del pallone. Inoltre, bisogna fare un ulteriore suddivisione, infatti a seconda del sistema di gonfiaggio si possono suddividere in tre tipi:

·    Cellula aperta

·    Cellula semichiusa

·     Cellula chiusa

Utilizzeremo solamente gli ultimi due, poiché nel primo caso il gas è libero di uscire. I palloni a cellula semichiusa, sono formati da un becco d’anatra posto all’apertura del pallone. Questo favorisce l’ingresso, ma non la fuoriuscita. Gli ultimi, a cellula chiusa, sono i migliori, sono estremamente comodi poiché l’aria viene iniettata da una frusta a BP, o eventualmente a bocca. Proprio per questo non devono presentare zigrinature, che possono causare l’impigliamento del pallone a voi stessi. I palloni a cellula chiusa e semichiusa, sono dotati di valvola di scarico.

 

I WET NOTES

In acqua è importante agevolare la comunicazione. Per farlo è possibile utilizzare un wet notes per comunicare al compagno qualunque tipo di informazione. Anche questo utilissimo accessorio, va posizionato nelle tasche e clippato con un moschettone.

 

GLI SCOOTERS

Ultimamente, c’è stata una vera e propria corsa all’acquisto di uno scooter, infatti anche molte marche famose, hanno messo in produzione vari scooter. Questo strumento, permette di visitare posti irraggiungibili a pinne. Utilizzeremo solamente i tow behind, perché sono i più idrodinamici, quelli più usati sono i Gavin e gli Zeuxo. I primi, costruiti da Gorge Irvine, sono caratterizzati dalla loro semplicità, non hanno parti elettroniche e la velocità e regolata dall’inclinazione delle pale. I Gavin, si suddividono in due tipi, a seconda del materiale impiegato: PVC ed HDPE. In base ai diversi utilizzi, esistono vari modelli: short, standard e magnum. Gli Zeuxo invece, sono più lavorati e hanno parecchie parti elettroniche. Questa ditta mette in commercio scooter al Pb e al NiMH. Lo scooter deve avere una maniglia di trasporto, e dalla parte opposta il cappio di traino.

 

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